X

Borse, dopo il tracollo di ieri provano a ripartire nel day after della Bce. Milano inizia bene

FIRSTonline

LE BORSE NEL “DAY AFTER” PROVANO A RIPARTIRE

ANCHE L’ASIA E WALL STREET CHIUDONO IN ROSSO

Piazza Affari ha cominciato dopo la giorn ata catastrofica di ieri per i mercati, Spagna ed Italia in testa. Ma tutti i listini mondiali hanno chiuso la seduta in rosso: oggi sono in recupero.

Stamane Tokyo –1,22% e Hong hanno confermato il giudizio negativo sul vertice di Francoforte: la tabella di marcia della Bce, così come è stata illustrata da Mario Draghi, non coincide con i tempi di intervento richiesti dai mercati. In una nota diffusa ai clienti, Merrill Lynch ha sottolineato che il discorso era tutto all’insegna del “potremmo”: potremmo fare questo, potremmo fare quello, ma nessun “faremo”.

Anche Wall Street, investita peraltro dall’ennesimo infortunio dei traders elettronici (la “vittima”, Knight Capital, ha perduto il 59 per cento), ha chiuso in territorio negativo, pur limitando le perdite: Dow Jones -0,71%, S&P -0,74%, Nasdaq – 0,36%.

Assai più pesante la reazione in Europa. A Milano l’indice FtseMib di Piazza Affari è precipitato in ribasso del 4,6%, Londra è scesa dello 0,7%, Parigi e Francoforte hanno perso rispettivamente il 2,3% e il 2,1%. La Borsa di Madrid ha terminato in ribasso del 4,7%.

L’euro, che durante la seduta era salito fino a 1,24 contro il dollaro, è ripiombato a 1,214. La delusione ha avuto effetti pesanti sul mercato secondario dei titoli di Stato: invece di ridursi, come Draghi auspicava, gli spread si sono allargati a velocità impressionante. Il rendimento del Btp decennale è schizzato al 6,30% dal 5,85% di metà mattina. Lo spread è salito a quota 4506 (+52 punti base).

Il rendimento del Bono spagnolo è ritornato al 7,07% (dal 6,65%), spread a quota 583 (+55 punti). Perché questa reazione? Innanzitutto perché, nell’attesa che nelle prossime settimane, la Bce metta a punto “ulteriori misure non convenzionali di politica monetaria”, il mercato resta esposto all’azione dei venditori, favoriti dall’ostinata opposizione della Bundesbank. Non piace, insomma, l‘idea che la palla torni, com’era logico ed inevitabile che fosse, nel campo della politica. Toccherà ai governi attivare i fondi di salvataggio. Toccherà ai Paesi sotto tiro rassegnarsi a sottoscrivere i memorandum of understanding necessari per ottenere l’aiuto del fondo salva Stati.

Piazza Affari ha così preso atto che la traversata nel deserto è tutt’altro che conclusa e le speranze suscitate dal discorso di Mario Draghi a Londra un miraggio o poco più. Quasi tutte le blue chip sono finite in ribasso. I cali maggiori riguardano i titoli finanziari: Unicredit -7,3%, Intesa -9,6%.

Generali -6,4% nel giorno della prima conferenza stampa del nuovo Group ceo Mario Greco che si è impegnato a presentare al cda il nuovo piano strategico del gruppo “nei prossimi mesi”, concentrandolo “sul tasso di crescita dei profitti e sul rafforzamento del bilancio”. Greco nella conferece call con gli analisti ha esordito rivelando che, al momento di contattarlo, il cda di Generali ha indicato “come principale priorita’ quella del miglioramento del ritorno degli azionisti”.

Mediobanca è caduta in ribasso del 9,3% sotto il peso delle indagini che riguardano l’amministratore delegato Alberto Nagel per l’ormai famoso “papello” (semplice presa d’atto di richieste, come sostenuto dal manager, o vero e proprio contratto siglato con Salvatore Ligresti, come ipotizza l’accusa). La prima riunione del consiglio di amministrazione di Mediobanca in vista e’ in calendario il 20 settembre ma non e’ escluso che l’organo sociale si possa riunire prima per un’informativa sull’indagine.La convocazione potrebbe arrivare attorno a metà agosto. Molto pesante la caduta di Enel -5,8% ed Enel Green Power -7,3%. A2A è precipitata del 9%.

Pessima giornata anche per Telecom Italia -6,6% che pure era partita bene sull’onda delle dichiarazioni del presidente Franco Bernabé che aveva dichiarato in conference call come “la nostra politica dei dividendi e’ assolutamente sostenibile per garantire la coerenza con i piani e con le condizioni esterne”. Grazie alla “posizione di buona liquidità”, Telecom Italia non avra’ bisogno di rivolgersi al mercato dei capitali fino al 2014.

Si sono salvate solo Ferragamo +0,8% e Tenaris +0,1%.

Fra gli industriali, Fiat e Finmeccanica sono scese di oltre il 5%.

Related Post
Categories: Finanza e Mercati