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Borse di oggi 11 ottobre – Allarme FMI recessione manda in rosso i listini: Piazza Affari è tra i peggiori

Imagoeconomica

“Il peggio deve ancora venire” avverte il Fondo Monetario Internazionale rivedendo al ribasso le previsioni di crescita economica mondiale (ma l’Italia va meglio del previsto nel 2022) e anche oggi i mercati non trovano spunti per scacciare l’avversione al rischio. Anche il Covid, che sembrava quasi scomparso dai radar, torna a fare notizia per la crescita dei contagi in Europa e per i blocchi che provoca in Cina. La guerra, d’altra parte, s’intensifica e non se ne vede la fine, benché qualcuno parli di flebili speranze di un incontro Biden-Putin che forse ha frenato l’emorragia di vendite nelle ultime ore di scambi continentali.

Piazza Affari perde lo 0,87% e scende a 20.730 punti base e fa un po’ peggio Madrid -0,85%, Amsterdam -0,76%, Francoforte -0,44%, Parigi -0,13%. La maglia nera va a Londra -1,02%, avviluppata in una crisi che ha costretto la Bank of England a ampliare nuovamente il suo intervento d’emergenza per calmare i mercati.

I settori minerario, petrolifero e gas sono i più penalizzati, poiché i prezzi delle materie prime sono in ribasso viste le preoccupazioni per la domanda con la pandemia in Cina. Da inizio anno lo STOXX 600 ha perso oltre il 20% a causa di un’inflazione galoppante, del cambio di strategia delle banche centrali e dei timori di recessione che vanno sempre più concretizzandosi. Per questo l’attenzione si sta spostando sui risultati aziendali nel trimestre, che potranno dire qual è il reale stato di salute dell’economia. Venerdì partirà la stagione statunitense degli utili, mentre in settimana sono attesi i verbali della Fed e l’inflazione a stelle e strisce.

L’avvio è stato negativo anche a Wall Street, che potrebbe chiudere la quinta seduta consecutiva in calo, benché il Dow Jones si stia muovendo ora in territorio positivo grazie ai guadagni del gruppo farmaceutico Amgen (+6% dopo la promozione di Morgan Stanley a ‘overweight’ da ‘equal weight’).

Sale lo spread

La seduta si chiude in rosso per la carta italiana, dopo conferme e smentite sull’apertura della Germania a debito comune in Europa. Lo spread tra Btp 10 anni e Bund di pari durata sale a 237 punti base (+5,59%), a causa soprattutto dell’incremento del tasso del titolo tricolore, +4,68%, contro +2,3% del titolo tedesco.

Secondo un portavoce di Berlino, citato da Reuters, gli Stati membri dell’Unione europea potrebbero utilizzare le risorse del fondo “Next Generation” per affrontare la crisi energetica.

Sul mercato dei cambi l’euro-dollaro è stabile, in area 97 centesimi, mentre tra le materie prime scendono i prezzi del petrolio. Il Brent perde il 2,3% e tratta intorno a 94 dollari al barile.

FMI taglia le previsioni 2023

L’invasione russa dell’Ucraina, la crisi del costo della vita e il rallentamento della Cina pesano sull’economia mondiale. A ribadirlo è il Fondo monetario internazionale, nell’ultimo World Economic Outlook, in cui vengono confermate le previsioni per il 2022 (crescita globale +3,2%), ma sono riviste al ribasso quelle per il 2023 (dal 2,9 di luglio al 2,7%, con un 25% di possibilità che possa scendere sotto il 2%). Oltre un terzo dell’economia globale vivrà una contrazione quest’anno o il prossimo anno, con le tre maggiori economie – Stati Uniti, Unione Europea e Cina – che continueranno a essere in stallo.

Italia e Germania saranno probabilmente i primi grandi paesi a cadere in recessione il prossimo anno. Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni per il Pil italiano nel 2022, dal 3% di tre mesi fa al 3,2%, ma nel 2023 si passa da +0,7% a -0,2%.

Secondo l’organismo internazionale l’inflazione globale potrebbe toccare il picco alla fine di quest’anno, ma restare nel complesso alta per un periodo maggiore del previsto.

La crisi energetica, specialmente in Europa, non sarà d’altra parte uno choc transitorio. L’inverno 2022 sarà duro, ma quello del 2023 sarà probabilmente peggio”.

Piazza Affari: in calo banche e utility, vivaci i farmaceutici

Sul principale indice di Piazza Affari sono deboli le banche, mentre mostrano una certa vivacità i titoli farmaceutici spinti dalle indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui il gruppo americano Bio-Rad Laboratories sarebbe in trattative con Qiagen per valutare una combinazione delle rispettive attività. Secondo gli osservatori, il susseguirsi di operazioni di M&A conferma il forte appeal speculativo per i titoli del comparto.

Sul Ftse Mib sale così Recordati +1,33%, spinta anche dall’upgrade di Mediobanca Securities, che ha alzato la valutazione sul titolo da “neutral” a “outperform”. Si apprezza Diasorin +0,39%, mentre va a fondo Amplifon -2,79%. La blue chip regina del giorno è Campari +1,69%. Sono in progresso titoli dell’automotive come Ferrari +1,23% e Stellantis +1,12%. Bene Prysmian +1,5%. Risale Moncler +0,84%.

In fondo al listino ci sono soprattutto utility e banche. Si parte da Hera -3,5% e nel comparto anche Enel -2,7%.

È ancora lettera per i tecnologici, Stm -3,06%.

Va giù Telecom -2,97%, dopo la conferma che si allungano i tempi per l’accordo con Cdp, Macquarie e Open Fiber.

Eni (-1,2%) segue le sorti odierne del greggio.

Tra le banche la peggiore è Unicredit -1,67%, ma Mps rimbalza, +3,4%, nel giorno del cda per fronteggiare la questione dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi. Secondo due fonti Reuters, è in atto una corsa contro il tempo per chiudere il consorzio di garanzia con le banche e i lavori del consiglio di oggi potrebbero proseguire anche domani.

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Categories: Finanza e Mercati