Settembre è partito all’insegna della volatilità e oggi, primo giorno del mese in cui è aperta anche Wall Street – dopo il lungo weekend del Labour Day – il cielo dei mercati finanziari si è tinto di rosso: sulle due sponde dell’Atlantico l’azionario arretra, i prezzi dei titoli di Stato crollano e i rendimenti salgono. Festeggia l’oro, che per la prima volta supera abbondantemente i 3500 dollari l’oncia. Le borse europee chiudono una seduta negativa, mentre i bond governativi vanno giù trascinati dai titoli francesi e da quelli britannici che, sulla durata trentennale, hanno toccato tassi che non vedevano da decenni. Wall Street procede in rosso, con il Nasdaq in calo dell’1,4%.
Piazza Affari perde l’1,61% e scende sotto la soglia dei 42 mila punti base (a 41.727) con quasi tutte le blue chip in rosso a partire da Leonardo (-3,93%) e banche. Si salvano solo Ferrari (+1,9%) e Buzzi (+0,27%). Nel resto dell’azionario europeo Francoforte lascia sul campo il 2,19%, Madrid l’1,49%, Amsterdam l’1,38%. Limitano i danni Londra, -0,91% e Parigi, -0,7%, che hanno vissuto però ore da brividi sul debito.
Tensioni sul debito britannico e su quello francese. Spread in rialzo
In Gran Bretagna il rendimento dei titoli trentennali è volato per qualche momento fino al 5,7% segnando i massimi da 27 anni e portandosi su livelli superiori a qualsiasi paese della zona euro. All’origine del nervosismo ci sarebbero le azioni sul governo annunciate dal premier Keir Starmer, in particolare la la cellula operativa creata a Downing Street con il compito di supervisionare l’economia, una mossa che mina la cancelliere dello Scacchiere Rachel Reeves. La situazione ha fatto precipitare anche la sterlina, che oggi perde oltre l’1% contro dollaro, in una giornata di recupero per il biglietto verde.
D’altra parte la Francia, in queste settimane, viene definita “il malato d’Europa” e in una situazione di crescente incertezza politica, con il voto di fiducia che incombe sul governo (l’8 settembre), anche i titoli di Stato francesi stanno vivendo momenti di passione. Oggi il tasso sul debito a 30 anni ha superato il 4,5%, una soglia che non oltrepassava da novembre 2011, quando era in atto la crisi del debito sovrano della zona euro.
L’avversione al rischio e la pesante svendita di bond ha penalizzato però anche la carta italiana sul secondario. Il Btp decennale benchmark vede infatti allargarsi lo spread con l’omologo tedesco a 92 punti base (+3,2%), mentre i rendimenti salgono rispettivamente al 3,71% e 2,79%.
Dollaro in recupero
In questo contesto il dollaro appare in recupero contro un paniere di valute. L’euro tratta sotto 1,17, con una perdita dello 0,5% circa. A influenzare i corsi ha contribuito in giornata anche la stima rapida di Eurostat sull’inflazione di agosto, che dovrebbe attestarsi al 2,1%, in aumento rispetto al 2% di luglio. Tra le principali economie della regione l’Italia registra una stima all’1,7%; la Germania 2,1%; Francia 0,8% e Spagna 2,7%.
D’altra parte le attese su un taglio dei tassi di 25 punti base da parte della Fed, nella riunione di settembre, sono ormai al 90% circa secondo lo strumento FedWatch del Cme Group. L’orientamento accomodante degli investitori è arrivato dopo i dati deludenti sull’occupazione di luglio, con il presidente della banca centrale Usa, Jerome Powell che, al simposio di Jackson Hole, ha riconosciuto i crescenti rischi per il mercato del lavoro, contribuendo a far registrare allo S&P 500 e al Dow il quarto mese consecutivo di rialzi in agosto.
Settembre è invece un mese tradizionalmente negativo per la borsa a stelle e strisce, che anche oggi sembra confermare questa tradizione, mentre sullo sfondo restano le preoccupazioni per gli scontri legali in corso da parte della Casa Bianca, con la Fed da un lato e sui dazi dall’altro, dopo che una corte d’appello federale ha dichiarato illegale la maggior parte delle tariffe decise dal presidente Donald Trump, il quale intende ricorrere alla Corte Suprema degli Stati Uniti.
L’oro aggiorna il record, sale il petrolio
Nella giornata buia e tempestosa svetta l’oro, che calamita una marea di acquisti e diventa sempre più caro, aggiornando il suo record oltre i 3500 dollari l’oncia. Dopo aver toccato un massimo di 3513,68 dollari, lo spot gold al momento tratta a 3511,18 dollari, con un progresso dell’1%. Il future dicembre 2025 si spinge oltre e si porta a 3575,70 dollari con un rialzo dell’1,7%.
Anche l’oro nero oggi è in progresso e vede i contratti di Brent e Wti in netto guadagno. Il petrolio del Mare del Nord (novembre 2025) sale dello 0,94% a 68,79 dollari al barile, mentre il greggio texano (ottobre 2025) si apprezza a dell’1,92% a 65,24 dollari.
Piazza Affari in retromarcia con Stm, Leonardo e banche
La retromarcia di Piazza Affari si innesta a partire da Leonardo, penalizzato dalle prese di profitto dopo l’ennesimo rally vissuto ieri. In questa giornata “no” Stm cede il 3,92% in un mondo tech spesso in balia dei dubbi che arrivano da oltreoceano. Il clima s’incupisce inoltre per Interpump -3,2% e i titoli finanziari. In particolare scendono Popolare di Sondrio -3,74% e Finecobank -3,12%.
Si accodano all’andamento generale Mps -3,01% e Mediobanca -2,85%, dopo che Siena ha rilanciato la sua offerta su Piazzetta Cuccia mettendo sul piatto anche una componente in denaro pari a 0,90 euro per ogni azione portata in adesione, una mossa che colma il gap tra l’ops e il prezzo di mercato. L’obiettivo è conquistare almeno il 35% del capitale, un traguardo imprescindibile per la validità di quella che ora è diventata un’offerta pubblica di acquisto e scambio. Oggi intanto, alle adesioni già rese note, si è aggiunta quella della famiglia Tortora, nome di peso all’interno del patto di sindacato di Piazzetta Cuccia. Fonti stampa riferiscono che Pierluigi Tortora con la sua holding Plt ha apportato tutte le 9,5 milioni di azioni in mano alla famiglia, che si traducono in circa l’1,1% complessivo del capitale di Mediobanca. Il cda di quest’ultima si riunirà giovedì per aggiornare la propria valutazione dell’offerta di Mps alla luce del rilancio. Lo scrivono Reuters e Radiocor citando fonti finanziarie.
Fuori dal paniere principale arretra Fincantieri, -3,88%, che ieri, nel corso della seduta, ha toccato i suoi massimi storici. L’azienda di cantieristica rende noto di aver firmato un Memorandum of Understanding (MoU) con Polska Grupa Zbrojeniowa (PGZ) a supporto del processo di ammodernamento della Marina polacca, con particolare attenzione al programma di acquisizione dei sottomarini Orka. In base all’accordo Fincantieri e il principale gruppo industriale della difesa in Polonia, di proprietà statale, valuteranno opportunità congiunte nella progettazione, costruzione e supporto operativo lungo l’intero ciclo di vita di piattaforme navali avanzate, inclusi i sottomarini.