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Borse chiusura 13 maggio: inflazione Usa sotto le attese ma c’è l’incognita dell’effetto dazi. Listini quasi tutti in rialzo e a Milano vola Stellantis

Imagoeconomica

Una giornata di assestamento sui mercati, dopo i guadagni di ieri, si chiude positivamente per le borse europee, mentre Wall Street si muove contrastata verso metà seduta (DJ -0,41%, S&P 500 +0,64%, Nasdaq +1,22%). Dopo la tregua tra Usa e Cina sui dazi, oggi gli investitori appaiono più prudenti, mentre valutano il rallentamento dell’inflazione Usa di aprile e altri dati macro, ma anche le incertezze geopolitiche. 

Piazza Affari agguanta i 40mila punti (40.077) segnando un rialzo dello 0,39% e il quadro è simile nel resto d’Europa, dove la cautela non frena i progressi di Francoforte +0,38%, Madrid +0,99%, Amsterdam +0,58%, Parigi +0,3%. È quasi piatta Londra (-0,05%), che in giornata ha dovuto fare i conti con una crescita della disoccupazione superiore alle stime (al 4,5% nel periodo gennaio-marzo). In Germania riprende colore però la fiducia degli investitori e l’indice Zew a maggio migliora a 25,2 dopo il crollo di -14 di aprile.

Rallenta l’inflazione Usa

La pagina macro è stata letta attentamente oggi, soprattutto in chiave Fed, relativamente al dato sui prezzi al consumo di aprile negli Stati Uniti. La sorpresa è positiva, perché l’inflazione rallenta al 2,3% (aumento minore da febbraio 2021) ed è inferiore alle attese, ma non sgombra del tutto le nubi sul futuro, perché si stima che i prezzi salgano ancora nei prossimi mesi a causa dei dazi che faranno lievitare il costo dei beni importati.

L’intesa commerciale con la Gran Bretagna e la tregua con la Cina fanno ben sperare, anche se il presidente Donald Trump in questi mesi ha scosso il mondo finanziario con i suoi repentini cambiamenti di opinione. Goldman Sachs comunque riduce le probabilità di recessione negli Stati Uniti al 35% (dal 45%) nel caso di dazi più bassi.

Nell’azionario a stelle e strisce pesa sul DJ, UnitedHealth (-15,67%), dopo che l’azienda ha sospeso l’outlook per il 2025 e ha annunciato l’avvicendamento dell’ad Andrew Witty. Salgono invece le mega cap e Boeing grazie alle voci secondo cui Pechino avrebbe già rimosso dei divieti che rendevano impossibile la vendita degli aerei statunitensi alle compagnie aeree cinesi.

L’Arabia si impegna a investire 600 miliardi di dollari negli Usa. Giallo sulla presenza di Putin a Istanbul 

Intanto il presidente americano Donald Trump è a Riad e proseguirà il suo viaggio in Qatar ed Emirati con l’obiettivo di attrarre mille miliardi di dollari di investimenti verso gli Usa. Per ora ha già ottenuto un impegno dell’Arabia Saudita per 600 miliardi, 142 dei quali nel settore difesa. 

Sul fronte geopolitico resta il giallo sulla presenza o meno di Putin ai colloqui di Istanbul di giovedì per una tregua in Ucraina, dove medita di recarsi persino Trump. Al presidente ucraino Zelensky che chiede una tregua senza se e senza ma, il Cremlino risponde che a dettare le condizioni non può essere chi sta perdendo la guerra.    

L’inflazione frena il dollaro

Dopo i guadagni delle vigilia oggi tornano le vendite sul dollaro, spinte anche dal rallentamento dell’inflazione a stelle strisce.

L’euro recupera circa lo 0,8%, per un cambio di 1,117.

Tornano gli acquisti sull’oro, dopo la svendita di ieri, in uno scenario globale che presenta ancora molte zone d’ombra: lo spot gold tratta in rialzo dello 0,5%, per un prezzo di 3250,73 dollari al barile.

Si confermano ben intonati i future del petrolio: il greggio texano, consegna giugno, tratta oltre 63,3 dollari al barile, mentre il Brent, luglio, è poco sopra i 66 dollari.

Salgono inoltre i prezzi del gas ad Amsterdam (35,725 euro, +0,95%), mentre il commissario europeo all’energia, Dan Jorgensen, al suo arrivo al Consiglio Ue informale dell’energia a Varsavia, chiarisce che la Ue non tornerà all’energia russa in futuro. “Non la vogliamo ora e non la vorremo dopo una pace” tra Mosca e Kiev.

Piazza Affari, Stellantis, Mps e Iveco sul podio

In Piazza Affari prosegue il recupero di Stellantis (+4,39%) dopo l’accordo sui dazi tra Stati Uniti e Cina. Nell’automotive si conferma in denaro Iveco Group +3,81%, dopo indiscrezioni sull’interesse di varie aziende per la sua divisione difesa. Dopodomani Iveco presenta la trimestrale potrà fornire qualche delucidazione sul punto. Il gruppo ha inoltre reso noto che fornirà alle Forze armate olandesi 785 mezzi militari logistici, la cui consegna è prevista tra il 2027 e il 2029 e l’aggiudicazione della gara prevede un lotto opzionale di ulteriori 785 veicoli. 

Non manca sul podio di oggi la presenza di una banca, nello specifico Monte dei Paschi di Siena +4,2%, che aggiorna i suoi massimi da circa tre anni. Prosegue una fase di scambi elevati sul titolo, che ha toccato una media di 30 milioni di titoli nelle ultime due sedute.

Nel settore si apprezza anche Mediobanca, +1,69%, oggetto di un’offerta da parte di Siena. Arretra invece Unicredit -1,48%, dopo il balzo di ieri in risposta a un trimestre record che ha mosso anche le promozioni degli analisti. Scende anche la sua possibile preda Banco Bpm -0,63%.

Negli altri settori chiude una seduta di robusti guadagni Prysmian +3,29%, che emetterà sul mercato obbligazioni ibride per un massimo di un miliardo di euro, principalmente per finanziare l’acquisizione dell’azienda texana Channel Commercial.

Bene Cucinelli +2,49% e Stm +2,85%.

I maggiori ribassi sono per Campari -2,96%, Nexi -2,17%, A2a -2,38%. Quest’ultima ha chiuso il primo trimestre con utili in calo del 13%, sono saliti però ricavi e investimenti.

Chiudono una giornata debole i titoli delle assicurazioni: Generali -1,15% e Unipol -0,89%. Il colosso bolognese presenterà i risultati del primo trimestre venerdì.

Sempre in tema trimestrali Buzzi si apprezza dell’1,28%, dopo aver visto ricavi in crescita dell’8,7% e aver confermato la guidance per l’intero anno.

Spread stabile

La chiusura è stabile sul secondario, dove lo spread tra Btp decennale e Bund di pari durata si conferma a 102 punti base, ma in un contesto di tassi in rialzo. Il titolo italiano è al 3,69%, mentre quello tedesco al 2,68%.

Un movimento analogo investe i Treasury Usa, dove il decennale fa un altro passo verso un rendimento del 4,5% (4,478%).

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