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Borse 29 luglio: l’Europa torna a correre dopo i dazi con occhi su Fed e Big tech. Milano ai massimi dal 2007, Bper e Iveco in rally

Imagoeconomica

L’accordo sui dazi tra Unione Europea e Stati Uniti non ha ancora valore legale e presenta molte incognite, ma le borse continentali oggi buttano il cuore oltre l’ostacolo concentrandosi sulle trimestrali e sui titoli ciclici, anche se l’andamento di Wall Street appare al momento volatile. L’euro prosegue per il secondo giorno in calo e il dollaro cerca di riconquistare la fiducia globale dopo i successi del presidente Usa Donald Trump, ma proprio questo ritrovato vigore del biglietto verde pesa sull’azionario americano e vanifica parzialmente la vittoriosa guerra dei dazi del tycoon, mentre le trattative con la Cina sono ancora in corso.

A fine corsa Milano è la regina del giorno e chiude con un guadagno dell’1,23%, oltre i 41 mila punti base (41.234), livelli massimi da ottobre 2007. A fornire la spinta necessaria contribuiscono Iveco (+4,84%), Leonardo (+3,59%) e anche le banche si confermano toniche.

Brillano inoltre nel continente Francoforte, +1,16%, Parigi +0,72%, Madrid +0,93%, Londra +0,6%, Amsterdam +0,21%. 

Tra le aziende europee che hanno superato positivamente la prova dei conti ci sono Essilux (+7,19% a Parigi) e Philips (+9,46 ad Amsterdam), mentre fuori dall’area euro crolla una delle big pharma, Novo Nordisk (-23,11% a Copenhagen) dopo il taglio delle stime 2025, a causa di minor attese di vendite negli Usa.

Le prospettive per il pharma europeo non sono incoraggianti sul fronte tariffario: ”Ci saranno dazi molto elevati sui farmaci che non saranno prodotti negli Stati Uniti” ha detto il segretario al Commercio degli Stati Uniti, Howard Lutnick, intervistato dalla Cnbc, ma se ne saprà di più nell’arco di un paio di settimane quando Trump avrà deciso che fare.

Wall Street contrastata 

Oltreoceano Wall Street è volatile nella mattina americana, dopo un avvio positivo. Cresce intanto l’attesa per importanti appuntamenti nei prossimi giorni, come trimestrali di grosso peso quali Meta, Microsoft, Apple e Amazon. Inoltre oggi la Fed ha avviato la sua riunione di politica monetaria, che si concluderà domani con un probabile nulla di fatto sui tassi, anche se l’atteggiamento dei banchieri e del presidente Jerome Powell potrà dire molto sulla riunione di settembre.  

Nell’azionario Boeing arretra del 2,3% nonostante i conti migliori delle stime.  

Dollaro tonico

Il dollaro torna ad attrarre gli investitori ed è sulla buona strada per la sua miglior settimana dell’anno, anche perché gli investitori hanno l’impressione che gli accordi siglati da Trump non stiano suscitando troppe ritorsioni né danno economici.

Persino l’FMI ha alzato le previsioni di crescita globale, nonostante i dazi. Le stime ora sono di +3%, dal 3,3% del 2024. Per l’Italia la crescita prevista è dello 0,5%, un passettino in più rispetto alla stima precedente.  

Tornando al mercato valutario al momento il biglietto verde prevale in un paniere di valute che comprende anche l’euro. La moneta unica dopo le perdite di ieri cede un altro 0,55%, per un cross di 1,152. Un andamento che può ridurre parzialmente l’effetto dei dazi Usa sulle esportazioni del blocco.

Tra le materie prime si muove in progresso il petrolio: Brent +1,28%, 70,21 dollari al barile . Bene l’oro, che nella consegna immediata tratta a 3331,48 dollari, +0,51%.

Spinge sull’acceleratore anche il gas ad Amsterdam, per un prezzo oltre i 34 euro in crescita quasi del 4%.

Piazza Affari, lo spezzatino di Iveco spinge il titolo

Iveco ha ritrovato sprint oggi, nella prospettiva di vendita delle attività della difesa a Leonardo e della restante parte del gruppo (veicoli commerciali) agli indiani di Tata. A spingere gli acquisti sul titolo sono state prima le indiscrezioni di Bloomberg sul tema e poi la conferma di Iveco stessa che sono in corso “discussioni in stato avanzato” per queste cessioni. L’azienda presenterà mercoledì i conti semestrali e oggi il cda in una nota ha sottolineato che sta “valutando attentamente tutti gli aspetti delle operazioni” tenendo conto degli interessi degli stakeholder.

Anche oggi le banche svettano inoltre tra le blue chip migliori del giorno.

La maglia rosa va a Bper (+4,87%) seguita a qualche lunghezza da Popolare di Sondrio (+2,86%), dopo la conclusione dell’Ops che ha portato la banca emiliana all’80,69% del capitale della popolare valtellinese e all’annuncio che il titolo resterà quotato a Piazza Affari.

Bene Banco Bpm +2,95%, Intesa +2,22%, Unicredit +2,14%.

Assicurativi in luce con Unipol +2,26% e Generali +1,91%. Sono leggermente più depilate Mps +1,46% e la sua preda Mediobanca +1,82%, mentre il patto di consultazione di Piazzetta Cuccia continua ad alleggerirsi con vendite di Gavio e Lucchini.

Secondo il Sole 24 Ore i vertici di Mediobanca avrebbero inviato una lettera a quelli di Generali per chiedere loro di decidere entro il 6 agosto sul potenziale accordo di distribuzione tra le parti in vista del possibile esito positivo dell’offerta lanciata su Banca Generali (+1,65%). La società di risparmio gestito ha tra l’altro presentato oggi i conti e confermato gli obiettivi 2025.

I maggiori ribassi del giorno sul listino principale sono per Nexi -1,39%, Campari -1,07%, Moncler -1,08%, Inwit -0,96%. Stellantis guadagna lo 0,16%, dopo aver presentato risultati semestrali in linea con le stime, ma previsioni per l’anno in corso inferiori a quelle degli analisti e al consensus.

Il titolo era arrivato a perdere fino al 4,5%, ma ha avuto un notevole recupero dopo la prima conference call di Antonio Filosa, nel ruolo di amministratore delegato. Nel colloquio virtuale il manager ha cercato di convincere la platea che il peggio per il gruppo dell’auto è alle spalle.

Spread e rendimenti in calo

La stagione è sempre verde per la carta italiana: lo spread tra il Btp decennale benchmark e l’omologo tedesco scende oggi in area 84 punti base (-0,95%) e il tasso del titolo tricolore in chiusura è indicato al 3,53% contro il 2,69% del Bund.  

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