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Borse 26 giugno: a Wall Street Nvidia sorpassa Microsoft ma il duello Trump-Powell affonda il dollaro e l’Europa si salva con la difesa

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Le borse europee sono rimaste in balia delle onde oggi, senza trovare un centro di gravità comune, pur facendosi timidamente trascinare nelle ultime battute dall’ottimismo di Wall Street, che si muove su livelli record nonostante un pil del primo trimestre in rosso oltre le attese (-0,5%). 

La foto finale vede Piazza Affari timidamente positiva (+0,08%), dopo vari alti e bassi, sempre poco lontani dalla parità. A dare sprint al listino sono i titoli della difesa, come sulle altre piazze europee, ma le banche sono in calo. Soffrono inoltre i titoli più orientati all’export che guardano al dollaro, in ulteriore contrazione, e all’euro a quota 1,17 come non si vedeva da dal 2021. Il tutto mentre si avvicina il 9 di luglio, giorno in cui scade la tregua sui dazi

Nel resto d’Europa è in rialzo Francoforte, +0,6%, che non ha risentito di qualche cedimento nella fiducia dei consumatori tedeschi (indice GfK a -20,3 punti, peggio delle attese). Bene Londra +0,24%, mentre Parigi e Madrid sono sopra la parità e Amsterdam arretra dello 0,66%.

Nella mattina americana Wall Street si muove compatta in progresso con DJ (+0,69%), S&P 500 (+0,6%) e Nasdaq (+0,6%), benché si siano placati, rispetto al premercato, gli acquisti su Micron Technology, che prevede ricavi trimestrali superiori alle attese grazie all’aumento della domanda dei chip utilizzati nei data center basati sull’intelligenza artificiale. Una prospettiva che ieri ha portato Nvidia a nuovi massimi, con il titolo che si muove anche oggi in netto rialzo, confermando il suo primo posto al mondo per capitalizzazione.

In chiaroscuro sono i dati macro a stelle e strisce: l’economia Usa si è contratta più del previsto nel primo trimestre, mentre il deficit delle merci si è inaspettatamente ampliato a causa del calo delle esportazioni; le richieste di sussidi di disoccupazione sono state inferiori alle previsioni, i beni durevoli sono balzati a sorpresa.

Il dollaro sta per chiudere un semestre nero

La fuga dal dollaro non si arresta e il biglietto verde si appresta a chiudere un primo semestre nero (con l’indice in calo del 10% circa), il peggiore da oltre 50 anni, mentre proseguono gli attacchi del presidente degli Stati Uniti Donald Trump al presidente della Federal Reserve Jerome Powell. Il tycoon, secondo fonti stampa, potrebbe avere già pronti nomi alternativi alla guida della banca centrale nei prossimi mesi (per il WSJ già in autunno), creando le condizioni di un “governo ombra” della Fed prima della fine del mandato di Powell (a maggio). Un quadro fosco per l’indipendenza dell’istituto centrale e della sua politica monetaria.

Oggi l’euro e la sterlina guadagnano circa mezzo punto percentuale contro la divisa statunitense, che arretra in misura leggermente superiore contro yen e franco svizzero.

Tra le materie prime si intensificano gli acquisti sul petrolio, dopo il crollo di due giorni fa a seguito del cessate il fuoco tra Iran e Israele, una tregua che sembra reggere anche se i timori di una escalation non sono fugati, visti gli opposti trionfalismi di Washington e Teheran. Su X l’Ayatollah Ali Khamenei si congratula infatti per la vittoria dell’Iran sugli Stati Uniti.

Piazza Affari, Leonardo regina del listino

In borsa in questi giorni si può dire che a parlare sono soprattutto le armi, dopo che i leader Nato ieri hanno aderito al forte aumento di spesa militare voluto da Trump. 

In Piazza Affari si conferma regina del listino Leonardo +4,28% e in scia Iveco, +2,46%, mentre fuori dal listino principale si apprezzano Avio +5,18% e soprattutto Fincantieri +8,91%, quest’ultima anche grazie all’annuncio di un contratto con la marina militare italiana e alla promozione a ’accumulate’ di Banca Akros.

Brillano poi sul Ftse Mib: Nexi +3,28% e Stm +2,18%. Italgas, +2,2%, beneficia dell’avvio di copertura con ’overweight’ di Morgan Stanley. Telecom Italia, +1,98%, festeggia il ”buy” di Berenberg, così come Inwit, +0,68%. La maglia nera del giorno, tra le blue chip, va a Moncler -2,03%, seguita da Buzzi -1,85%.

Arretrano inoltre titoli finanziari come Unipol -1,83% e banche, protagoniste delle campagne di conquista in corso. In particolare Mps -1,39% e la sua preda Mediobanca -1,24%. Si apprezza però Banca Mediolanum (+0,9%) che, secondo fonti stampa, potrebbe vendere la sua partecipazione del 4,5% in Piazzetta Cuccia, chiamandosi fuori così dalla battaglia per il controllo dell’istituto. La possibile vendita potrebbe ridurre il patto di consultazione di Mediobanca, che già ha perso pezzi dopo l’uscita di Vittoria Assicurazioni.

Nell’auto arretrano Ferrari -0,91% e Stellantis -0,99%.

Spread e tassi in calo

Si rafforza ulteriormente la fiducia nella carta italiana, che vede oggi restringersi lo spread con il Bund decennale a 92 punti base (-2,34%). Si abbassa inoltre il rendimento del Btp decennale che, in chiusura, è indicato al 3,49%, contro il 2,57% del titolo tedesco.

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