L’estate dei mercati sembra volgere al termine in questi giorni in cui la politica europea scalda i motori per la ripresa delle attività. Le notizie ufficiali e ufficiose, sulle prossime manovre finanziarie e sul rischio crisi del governo francese, allarmano gli investitori che, dopo i recenti record, preferiscono incassare i guadagni messi a segno fin qui. D’altra parte Wall Street non offre una solida sponda e appare semi-paralizzata dalla crisi istituzionale in corso, dopo che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha chiesto la testa della governatrice della Federal Reserve Lisa Cook e l’interessata ha replicato che il licenziamento è illecito, poiché il presidente “non ha l’autorità per metterlo in atto”.
In questo contesto Piazza Affari perde l’1,33% e arretra 42.653 punti base, zavorrata in primo luogo dalle banche (per tutte le big Unicredit -3,61% e Intesa -1,9%). Il listino milanese si mette in scia a quello parigino per il secondo giorno di seguito, ma il rosso del comparto trova le sue radici anche in alcune indiscrezioni stampa su possibili richieste del governo in vista della manovra di bilancio. In particolare si fa riferimento a un probabile incontro tra l’esecutivo e i vertici dell’Abi – la prossima settimana – sull’ipotesi di trovare una soluzione concordata per un eventuale nuovo intervento sull’utilizzo dei crediti d’imposta (Deferred Tax Asset) e per avere le risorse per una flat tax.
Nel continente la maglia nera del giorno va ancora una volta al Cac 40, principale listino francese, che cede l’1,7% nella probabilità di una imminente crisi del governo di minoranza attualmente in sella. Il primo ministro Francois Bayrou ha annunciato ieri un voto di fiducia, per l’8 settembre, a causa dei suoi piani per il bilancio, che comprendono tagli alla spesa per 44 miliardi di euro, aumenti delle tasse e la cancellazione di due giorni di festività nazionale. La mossa, che fa temere anche per la tenuta dei conti dei cugini d’oltralpe, manda a picco i titoli delle banche (Bnp Paribas -3,83% e Société Générale -6,76%) e anche i titoli di Stato francesi, che sul secondario vedono allargarsi lo spread per il secondo giorno consecutivo.
In Europa arretrano Francoforte -0,38%, Londra -0,6%, Amsterdam -0,68%, Madrid -0,85%. Oltreoceano Wall Street al momento è piatta (Nasdaq +0,07%, S%P 500 -0,02%, DJ -0,09%) in attesa dei due eventi clou della settimana, come la trimestrale di Nvidia (+0,67%) che verrà pubblicata domani sera e il dato Pce sull’inflazione di luglio.
L’euro tenta il rimbalzo
Dopo la seduta critica di ieri, a fronte della prime notizie sulla crisi francese, l’euro riprende oggi leggermente quota, pur trattando contro dollaro ancora sotto 1,17 (esattamente a 1,1653). Il biglietto verde d’altra parte risente della crisi istituzionale Trump-Cook, che sta pesando anche sui T-Bond, sui cui i prezzi scendono e i tassi salgono.
Tra le materie prime si rafforza l’oro, che nei momenti critici viene sempre in aiuto. Così lo spot gold si apprezza dello 0,4% e si avvicina a 3380 dollari l’oncia. Le prese di beneficio penalizzano invece il petrolio, dopo il rally di ieri. I contratti più scambiati, vale a dire il future Brent novembre 2025 e il Future Wti ottobre 2025, arretrano di oltre l’1,5%. Il greggio del mare del Nord tratta a 67,16 dollari al barile, il greggio texano a 63,69 dollari al barile.
Piazza Affari, balzo di Diasorin
In un listino milanese in gran parte negativo brilla oggi Diasorin, +4,72%, che rischia di uscire la club delle blue chip con la prossima revisione, ma che oggi beneficia dalla promozione di Morgan Stanley a ’overweight’ da ‘equalweight’, con target price rivisto a 101 euro.Salgono inoltre Saipem +1,03%, Prysmian +0,99%, Pirelli +0,92% (altra candidata a lasciare il posto a Lottomatica, -0,68%). Bene Recordati +0,76% e Moncler +0,42%.
I ribassi investono tutto il comparto bancario del Ftse Mib, dai due istituti più grandi già citati a Popolare di Sondrio -3,08%, Mediobanca -2,41%, Mps -2,3%, Bper -1,76%. L’avversione al rischio fa mostra di sé anche nel risparmio gestito: Azimut -1,83 e Finecobank -1,59%. Soffrono Stellantis -1,87%, Campari -1,81% e Unipol -1,49%.
Fuori dal paniere principale si mette in mostra Seco (+13,03%), che pare si salverà da dazi reciproci al 15%, a seguito degli aggiornamenti normativi imposti dagli Usa alla Ue con l’Executive Order del 31 luglio. L’azienda sviluppa soluzioni e tecnologie a tutto tondo per la nuova generazione di dispositivi digitali.
Secondario in rosso per Btp e Oat, si appiattisce la distanza tra i rendimenti
La seduta è nuovamente negativa sul secondario e ancora una volta a fare da traino al ribasso sono i titoli di Stato francesi. L’Oat decennale mostra uno spread con il Bund di pari durata di 78 punti base (+5,34%) e un tasso del 3,5%, contro il 2,72% del Bund. Il tasso dei titoli d’oltralpe è più alto di quello dei titoli spagnoli (+3,32% il Bono decennale) ed è leggermente più basso di quello del Btp (+3,58%). Lo spread tra il decennale italiano e quello tedesco sale a 86 punti base (+1,35%).