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Borse 25 giugno: l’accordo Nato sull’aumento al 5% delle spese militari non scalda i mercati ma dà sprint ai titoli della difesa

Imagoeconomica

Borse europee in calo e Wall Street contrastata: torna la prudenza sui mercati dopo l’euforia della vigilia a seguito dell’annunciata fine della “guerra dei 12 giorni” tra Israele e Iran. La tregua regge, ma il futuro presenta ancora molte zone d’ombra, non solo sul terreno geopolitico, ma anche su quello commerciale, con gli investitori che attendono un accordo tra Usa e Ue prima del 9 luglio, fine della sospensione delle tariffe volute dalla Casa Bianca. 

Per i listini del Vecchio Continente la foto finale è in rosso, con l’umore che è andato progressivamente peggiorando, nonostante gli acquisti sui titoli della difesa spinti dall’accordo dei paesi Nato di destinare il 5% del pil annuo alla difesa e alla sicurezza entro il 2035, in linea con l’articolo 3 del Trattato di Washington. “Una monumentale vittoria per gli Stati Uniti” ha chiosato il presidente Donald Trump.

Milano perde lo 0,39% e arretra 39.319 punti base, frenata dai realizzi sulle banche. I bancari zavorrano ancor di più Madrid, -1,6%, che vede Bbva cedere il 2,78% e Sabadell il 2,02%, mentre si ragiona sulla possibilità o meno che Bilbao ritiri la sua offerta poiché il governo spagnolo ha stabilito che le due banche non potranno fondersi per un periodo fino a 5 anni.  

Nel resto d’Europa Francoforte lascia sul terreno lo 0,61%, Londra segna -0,46%, Parigi -0,76%, Amsterdam -0,71%.

Il petrolio, sempre osservato speciale in questa fase di turbolenze intorno allo stretto di Hormuz, oggi recupera parzialmente terreno dopo il tracollo di ieri.

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Wall Street, vicina ai massimi storici 

Chi non vuol demordere è Wall Street, dove i tre indici principali si muovono contrastati. Il DJ cede lo 0,11%, ma il Nasdaq sale dello 0,3% e l’S&P 500 è piatto. È vero che il presidente della Fed Jerome Powell, ieri e oggi al Congresso, continua a ribadire che la banca centrale degli Stati Uniti non ha fretta di tagliare i tassi, eppure il mercato ha alzato le sue scommesse sulle sforbiciate, che sono viste ora a livello annuo a 60 punti base. La prima resta a settembre, ma non è del tutto escluso che possa succedere qualcosa persino a luglio. Michelle Bowman e Christopher Waller, nominati da Trump nel board della Fed, si sono infatti pronunciati a favore di un allentamento monetario tempestivo, aprendo una spaccatura tra falchi e colombe all’interno della banca centrale. 

Morale la borsa resiste e assapora un costo del denaro più contenuto, anche se l’economia a stelle e strisce manda qualche segnale di sofferenza. Oggi era atteso il dato sulle vendite di case nuove negli Stati Uniti a maggio e il ribasso è stato di gran lunga superiore alle attese: -13,7% al tasso annualizzato di 623.000 unità, contro attese per un dato a 695.000.

Euro difende 1,16

In questo contesto l’euro mantiene un cambio contro dollaro oltre quota 1,16, mentre il biglietto verde guadagna terreno contro lo yen e tratta in rialzo a 145,61.

Il petrolio recupera un po’ di terreno, ma resta vicino ai minimi di molte settimane toccati ieri.

Il future Brent, scadenza settembre, mostra un prezzo di 66,80 dollari al barile (+0,95%), mentre il greggio texano, agosto 2025, tratta a 65,15 dollari al barile (+1,21%).

Appare poco mosso il prezzo del gas che, ad Amsterdam, è sotto 36 euro al Mwh.

Oro in zona galleggiamento a 3325,14 dollari l’oncia.

Piazza Affari: sul podio Stellantis Ferrari e Leonardo

Sul podio di Piazza Affari svettano oggi Stellantis+3,09%, Ferrari +2,21%, Leonardo +2,69%.

Il titolo della casa italo-francese ha beneficiato, tra l’altro, dalla promozione a “buy” da “hold” di Jefferies che, nel farlo, ha evidenzia i segnali di inversione di tendenza dei risultati della casa automobilistica, che potrebbe accelerare sotto la guida del nuovo ceo. 

Il cavallino rampante invece ha offeso indicazioni positive sul secondo trimestre parlando ieri con gli analisti e in vista dei risultati in calendario a fine luglio. Inoltre la casa di Maranello festeggia anche la presentazione del progetto velico Hypersail, con varo previsto nel 2026. La nuova sfida tecnologica, guidata da Giovanni Soldini, segna il debutto di Ferrari nella vela d’altura, rafforzando la visione del marchio e ampliandone gli orizzonti innovativi.

Il titolo del colosso della difesa non può che accogliere con favore l’incremento delle spese militari deciso a livello Nato e che si dispiegheranno nel lungo periodo. 

Bene inoltre Telecom Italia +1,61%, Pirelli +0,96%.

I maggiori ribassi del giorno sono invece per Stm-1,9%, Recordati -1,75%, Buzzi -1,65%.

Le banche arretrano, dopo i guadagni di ieri, a partire da Unicredit -1,56%, Bper -1,38%, Pop di Sondrio-1,4%.

Limita i danni allo 0,69% Montepaschi, che alla vigilia ha fatto il pieno di acquisti con un balzo del 7%. La Bce intanto ha dato l’ok ufficiale all’offerta di Siena su Mediobanca (-0,53%), imponendo tuttavia a Rocca Salimbeni la presentazione di un piano dettagliato di integrazione. La Commissione Europea inoltre ha acceso un faro sull’ultima cessione di quote di Mps, per verificare se il processo sia stato una transazione equa e aperta al mercato. “Confermiamo di aver ricevuto informazioni dagli operatori di mercato in merito alla cessione di una partecipazione in Mps da parte dell’Italia – ha detto un portavoce di Bruxelles – stiamo esaminando le informazioni secondo le nostre procedure standard”.

Sul fronte di Piazzetta Cuccia risulta che Vittoria Assicurazioni abbia ceduto la propria quota, facendo scendere la partecipazione dell’accordo di consultazione all’11,61%.

Fuori dal paniere principale si apprezza moderatamente Illimity Bank (+0,12%), dopo che Banca Ifis (-0,64%) ha annunciato un premio cash del 5% per azione se la sua Opas sulla totalità delle azioni, che termina venerdì, avrà adesioni superiori al 90%.

Spread in leggero calo

L’incremento del debito pubblico per le spese Nato non spaventa per ora la carta italiana, con la premier Giorgia Meloni che appare ottimista sulla capacità delle finanze pubbliche di fronteggiare la situazione e pure sugli accordi con gli Usa sui dazi. Ciò nonostante il presidente degli Stati Uniti minaccia la Spagna di un raddoppio delle tariffe visto che Pedro Sanchez ha ribadito all’Aia che pagherà solo il 2,1%.

A fine seduta lo spread tra il decennale italiano e quello tedesco, scende leggermente a 94 punti base, con tassi rispettivamente al 3,5% e 2,56%

Si allarga un poco invece il differenziale tra titoli spagnoli e Bund, a 66 punti base. Il Bono durata dieci anni mostra attualmente un tasso del 3,23%.

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