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Borsa, prove di rimbalzo in Europa. Autogrill, asta in vista

L’incognita Corea resta in piedi ma i mercati, almeno per ora, non credono al rischio nucleare. E così i listini asiatici, sulla scia di quanto avvenuto a Wall Street venerdì, riprendono con cautelala via del rialzo. Anche la Corea del Sud, la frontiera più esposta alle minacce del vicino del Nord (domani si celebra la festa per la Liberazione dall’invasione giapponese) mette a segno un aumento dello 0,6%, recuperando parte delle perdite (-3,2%) della scorsa settimana. Stesso copione a Shanghai +0,4% e Hong Kong +0,8%. Fa eccezione Tokyo -1,1%, chiusa venerdì scorso. 

La situazione geopolitica resta comunque calda. Tra una settimana cominciare le manovre militari congiunte Corea del Sud/Usa, intanto il ministro degli Esteri giapponese Taro Kono, accompagnato dal collega della Difesa Itsunori Onodera, si appresta a recarsi a Washington. Ad aumentare la tensione contribuisce la notizia che gli Usa intendono annunciare in giornata misure contro l’import cinese, appellandosi a presunte violazioni della proprietà intellettuale. Pechino ha già anticipato che saprà rispondere (Apple e Wal- Mart nel mirino).   

RALLENTA PECHINO, A TOKYO L’ECONOMIA SEGNA +4%  

A completare il quadro ci sono i segnali di frenata dell’economia cinese. A luglio la produzione industriale è salita del 6,4%, contro la previsione di + 7,2%. In calo anche gli investimenti (+8,3% da gennaio contro una stima recedente di +8,6%). Al contrario arriva stamane da Tokyo indicazione di una forte ripresa: nel secondo trimestre, grazie anche alla spinta dei consumi interni (+0,9%), il prodotto interno lordo giapponese è salito dell’1%, in forte accelerazione rispetto ai primi tre mesi del 2017 (0,3). La previsione di aumento per l’intero anno è schizzata al 4%, in netta accelerazione rispetto alle stime precedenti (+1,5). A spingere al rialzo la congiuntura ha contribuito la buona performance della Borsa di Tokyo.  

ITALIA, TEST DI FERRAGOSTO SULLA RIPRESA 

La buona intonazione dei mercati asiatici, combinata con la ripresa di Wall Street di venerdì lascia prevedere un’intonazione positiva per la seduta europea, peraltro “sottile”, in vista di Ferragosto. L’unico dato macro rilevante in arrivo riguarda la produzione industriale dell’eurozona nel mese di giugno. 

L’Italia, che ha già diffuso i risultati (+5,3% rispetto a 12 mesi fa) è comunque l’osservata speciale. Se i dati Istat sul Pil del secondo trimestre (attesi per il giorno 16) dovessero confermare le previsioni di un altro rialzo dello 0,4% trimestrale (sarebbe il bis del primo trimestre), l’Italia acquisirebbe di fatto una crescita annua dell’1,2%. Ma, visti i recenti dati sulla produzione industriale e gli indicatori di fiducia positivi il il viceministro all’Economia, Enrico Morando, ha parlato apertamente della possibilità di rivedere la stima di Pil al +1,3-1,4% per l’intero 2017. Il luogo deputato per farlo sarà l’aggiornamento del Def di settembre, quando tra l’altro si dovrà imbastire la prossima legge di Bilancio. 

La ripresa italiana rafforza le attese di un possibile, seppur graduale, cambio di rotta della Bce, alle prese però con la ripresa dell’euro (+6% sul dollaro da inizio anno), un trend che ha inciso sull’export tedesco. Di qui l’attenzione per l’andamento della manifattura d’oltre Reno. Un segnale di disagio è emersa dal comizio di Angela Merkel che (dopo tre settimane di vacanza) sabato si è prodotta in una dura critica nei confronti dell’industria dell’auto, al centro delle inchieste della magistratura per gli accordi a difesa del diesel. Una tecnologia, ha detto Merkel, che va difesa ma non a danno dell’innovazione.    

FED, PIU’ LONTANO L’AUMENTO DEI TASSI  

Negli Stati Uniti il dato macro più atteso della settimana  riguarda la diffusione, mercoledì, dei verbali dell’ultima riunione della Fed. In quell’occasione il board ribadì l’intenzione di dar il via al taglio del bilancio della banca (oggi a 4.500 miliardi di dollari) “relativamente presto”. Gli operatori sperano di scoprire qualche dettaglio in più dalla lettura delle minute. Intanto, a proposito dei tassi, nella banca centrale cresce il partito della prudenza: Neel Kashkari della Fed di Minneapolis (membro votante) e James Bullard di Saint Louis hanno ribadito che se l’inflazione resta lontana dall’obiettivo del 2%, un rialzo sarebbe dannoso. Tra i dati in arrivo in settimana spicca quello delle vendite al consumo di luglio, previste in crescita dello 0,4% dopo l’inatteso tonfo di giugno (-0,2%). In arrivo anche le ultime statistiche sul mercato immobiliare. 

ALLA RIBALTA I CONTI DI ALIBABA E WAL-MART 

La finanza Usa non va in ferie a Ferragosto. Sul fronte societario è in vista la prova d’appello per i giganti delle vendite al dettaglio “tradizionali”. I conti del trimestre hanno già sancito a pesante sconfitta di Macy’s e Kohl’s, in crisi di vendita di fronte all’irresistibile avanzata di Amazon. In settimana è in programma il test su Home Depot e, soprattutto, su Wal-Mart, il più importante operatore commerciale del pianeta. Altre 20 società dell’indice S&P 500 esamineranno i conti in settimana. Tra queste spiccano John Deere e Cisco. In uscita anche i conti dei colossi cinesi del web, Alibaba e Tencent, ed in Europa della tedesca  Rwe e della danese Carlsberg.

ASTA IN VISTA PER AUTOGRILL 

Stamane, in una Piazza Affari spopolata per l’imminenza di Ferragosto attenzione a Autogrill, protagonista venerdì di un improvviso rialzo del 3,9%. La causa del balzo sta nelle notizie pubblicate dal sito americano Wall Street Wires per cui è in corso una trattativa per cedere la società, o parte dei suoi asset, sulla base di una valutazione di 14 euro per azione, il 35% in più della quotazione attuale. Il sito cita tre gruppi interessati: 

1) La francese Elior, attiva nel catering e nella ristorazione commerciale con un fatturato di 5,9 miliardi di euro e una capitalizzazione di Borsa di 3,9 miliardi.
2) La francese Sodexo, società che fornisce servizi di varia natura, compresa la ristorazione, con un fatturato complessivo di 20,5 miliardi e una capitalizzazione di poco inferiore ai 15 miliardi.
3) L’inglese Compass, gigante del catering e della ristorazione con un fatturato ?di 21,5 miliardi di sterline e una capitalizzazione alla Borsa di Londra di 25,6 miliardi di sterline.

I MISSILI DI KIM HANNO BRUCIATO MILLE MILIARDI 

La crisi coreana ha comportato una perdita complessiva di circa mille miliardi di dollari a livello globale. Meglio di tutti ha tenuto il mercato di Wall Street che ha archiviato la settimana con un ribasso dell’1,4%, grazie al modesto recupero +0,1% dell’indice S&P nella seduta di venerdì. Più pesanti le perdite subite la settimana scorsa dai listini europei e da quelli asiatici. La Borsa di Milano ha accusato una perdita complessiva del 2,65% a quota 21.354 che riduce il guadagno da inizio anno a +11,2%, che resta comunque la migliore performance a livello mondale fra i Paesi sviluppati. Per la Borsa di Parigi il bilancio della settimana è un calo del 2,7%, Francoforte -2,2%, Madrid -3,4%.

Alla ricerca di “porti sicuri”, i capitali in uscita dall’azionario sono andati sui titoli di Stato di Stati? Uniti e Germania. Il rendimento del Treasury Bill americano a 10 anni è sceso a 2,20%, da 2,26% di venerdì scorso. Il rendimento del Bund a 10 anni è sceso in cinque sedute di 8 punti base a 0,38%, mentre quello del Btp è rimasto sostanzialmente invariato a 2,01%. Di conseguenza lo spread si è allargato a 163 punti base.

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