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Borsa piatta ma Bankitalia fa volare Bpm

Piazza Affari tenta la risalita grazie all’inversione di rotta di alcune banche e allo sprint innescato dalla Bpm ma non riesce a chiudere in territorio positivo, pur annullando sostanzialmente le perdite della mattinata chiudendo sostanzialmente piatto a -0,07%. Lo spread chiude a quota 272 punti base. In rosso, seppur con ribassi frazionali, anche le altre principali Piazze europee: Parigi -0,17%, Francoforte -0,96%, Londra -0,49%. In rialzo invece Madrid dell’1,1%.

Sull’umore dei mercati pesano le difficoltà cinesi e listini Usa nel complesso deboli dopo alcune trimestrali deludenti e risultati macroeconomici contrastanti: i sussidi di disoccupazione sono aumentati più delle attese mentre gli ordini di beni durevoli hanno fatto meglio del previsto (a giugno +4,2%) anche se al netto dei trasporti l’indice è rimasto invariato.  Brilla però Facebook con un rialzo di oltre il 20% dopo una trimestrale ben oltre le attese del mercato. Il petrolio continua il calo -0,54% a 104,82 dollari al barile, l’oro sale dello 0,38%  1.325 dollari l’oncia mentre il cambio euro dollaro sale dello 0,21% a 1,3229.

Dopo il positivo dato Pmi di Markit diffuso ieri, oggi in Europa l’indice Ifo che monitora il clima di fiducia delle imprese tedesche è salito a luglio a 106,2 punti da 105,9 punti di giugno segnando il terzo rialzo mensile consecutivo e poco sopra le attese degli analisti. Ma il quadro sulla fine della decrescita dell’Eurozona e su una possibile ripresa della crescita  è delicato. Sempre oggi il Fmi ha messo in guardia sull’ “elevato rischio stagnazione” per l’economia dell’Eurozona, ”soprattutto in periferia”. ”Se gli impegni a livello nazionale e di area euro saranno incompleti o non andranno avanti – afferma il Fmi- potrebbero anche riaccendersi gli stress sui mercati finanziari”. Nel 2013 il Fmi prevede per l’Eurozona per il secondo anno consecutivo una contrazione del Pil pari allo 0,6%. Nel 2014, poi, ci sarà una modesta espansione’ dello 0,9%. Il Fondo da Christine Lagarde auspica, in tema di politiche monetarie, “ulteriori tagli dei tassi di interesse, compresa anche la possibilità di un interesse negativo sui depositi”, che “sarebbero di sostegno alla domanda e contribuirebbero a riportare l’inflazione in linea con i target”. Inoltre, per il Fmi è determinante riuscire a sostenere le aziende riducendo i costi dei finanziamenti cosi’ da evitare un ulteriore peggioramento dell’outlook macroeconomico”. La Bce potrebbe, quindi, dare finanziamenti aggiuntivi a termine per istituti di credito “deboli ma solventi” attraverso “una nuova Ltro di più lunga durata (3-5 anni) assieme a nuove misure sul collaterale”. Un’altra strada potrebbe essere la concessione di nuova liquidità destinata alle pmi con aste Ltro fatte sul modello britannico o con l’acquisto diretto di titoli privati, bypassando così il sistema bancario.

A Piazza Affari le banche nella seduta si sono risollevate parzialmente dopo il taglio dei rarting di S&P di ieri sera anche se il comparto chiude contrastato:  Banco Popolare -1,27%, Ubi Banca -1,46%, Intesa -0,28% Mps invariata mentre Unicredit +0,20%. Brilla invece Bpm +2% spinta dal rinnovato pressing di Bankitalia per la trasformazione in Spa. La Banca d’Italia, che ha concluso l’ispezione su Piazza Meda, ha invitato i vertici della Bpm a riprendere il confronto sulla trasformazione della cooperativa in Spa. Da quanto si apprende l’ispezione si è chiusa come la volta scorsa con un giudizio parzialmente sfavorevole: su una scala da 1 a 6, dove 6 è il livello più basso, il punteggio è stato di 4. Inoltre, l’istituto di vigilanza, sempre da quanto appreso da fonti finanziarie, ha aperto un procedimento sanzionatorio contro i componenti del consiglio di sorveglianza della Banca Popolare di Milano per ingerenze su tematiche di competenza del consiglio di gestione. 
Miglior titolo sul Ftse Mib è però Mediobanca +2,10%, seguita da Gtech +2,07%. Bene anche Atlantia +1,54% e Azimut +1,13% che oggi ha diffuso i conti del primo semestre che hanno archiviato ricavi consolidati per 226,5 milioni (rispetto a 214,2 milioni dello stesso periodo dello scorso anno) e un utile netto di 78,3 milioni (da 79,1 milioni) con masse gestite a fine giugno per 19 miliardi. La società ha poi comprato il 51% di Augustum Opus Sim, società di gestione indipendente con sedi a Milano e Perugia e masse di poco superiori a 800 milioni, per 10 milioni di euro e salirà fino al 100%.
Telecom Italia chiude invariata dopo il primo via  dell’Agcom allo scorporo della rete che ha stabilito che la proposta di scorporo ”risponde ai requisiti previsti dalle Linee guida del Berec, l’organismo dei regolatori Ue,  in materia di separazione funzionale”. Tra i peggiori sul Ftse Mib Diasorin -2,03%, Ferragamo -1,89%, Campari -1,64%, Tenaris -1,49%.

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