Partono caute le Borse europee alla vigilia della riunione della Fed, ma a un’ora dall’avvio arriva la bomba: Friedrich Merz non ha ottenuto la fiducia al Bundestag per il suo Governo di coalizione tra l’Unione dei conservatori Cdu-Csu e i socialdemocratici. Il nuovo esecutivo ha ottenuto solo 310 sui 316 necessari.
Immediata la reazione di listini del vecchio continente. Piazza Affari, fino a quel momento in rialzo, è passata in negativo, così come Parigi, Madrid e Londra. Francoforte, ovviamente, è quella che segna le perdite maggiori, zavorrata da un colpo che nessuno si aspettava.
Nel frattempo, negli Usa il segretario al Tesoro americano Scott Bessent ha aperto a nuovi accordi commerciali e ha parlato di “ottime proposte” in arrivo per evitare l’aumento dei dazi, mentre il numero uno della Casa Bianca ha precisato che farà un altro annuncio la prossima settimana “relativo al costo dei farmaci”, insistendo sul fatto che altri paesi stanno “derubando” gli Stati Uniti in questo settore.
A Milano gli occhi sono ancora puntati sulle banche, in attesa della trimestrale di Intesa Sanpaolo e Pop Sondrio. Nell’ambito del risiko, Bloomberg ha riferito che il governo italiano non sarebbe disposto ad ammorbidire le prescrizioni emesse nell’ambito del golden power sull’ops di Unicredit (in verde) sul Banco Bpm (in rosso), il che potrebbe spingere Piazza Gae Aulenti ad un passo indietro già lunedì, quando pubblicherà i risultati al 31 marzo. Nel frattempo a Piazza Affari viaggiano sugli scudi Campari e Telecom Italia, mentre tra le trimestrali in via di pubblicazione oggi spiccano anche Ferrari, Diasorin e Amplifon.
Dall’altra parte dell’oceano, le borse asiatiche viaggiano in rialzo in attesa della riunione della Fed domani e nonostante l’indice pmi dei servizi in Cina sia sceso ad aprile oltre le attese, ai minimi da sette mesi, scontando i primi effetti dei dazi introdotti dagli Usa e lasciando presagire un secondo trimestre in frenata per il pil cinese. Hong Kong avanza dello 0,6%, Shanghai dell’1% e Shenzhen del 2%, Taiwan (-0,05%) e Sydney (-0,1%) fiacche. Tokyo e Seul sono chiuse per festività. In leggero calo i future su Wall Street dopo che ieri l’S&P 500, chiudendo in ribasso, ha posto fine al rally più lungo degli ultimi 20 anni.
Sugli altri mercati, guadagna qualche posizione il dollaro, che scambia attorno a 1,13 con l’euro, dopo che l’indice Ism dei servizi americano è cresciuto in aprile, dimostrando resilienza di fronte allo scenario di incertezza imposto dai dazi e togliendo urgenza a un nuovo taglio dei tassi da parte della Fed. Sul secondario partenza in calo per lo spread tra Btp e Bund, che cede un punto base, a quota 107. In lieve rialzo i rendimenti, con quello del Btp che avanza di un punto base al 3,61%.
Passando alle materie prime, il petrolio rimbalza dai minimi degli ultimi quattro anni (+2%), in scia alle tensioni in Medio Oriente, con il Wti sopra i 58 dollari al barile, mentre corre l’oro (+1,1% il prezzo spot a 3.366 dollari l’oncia) che si riavvicina ai suoi massimi storici. Sale anche il prezzo del gas sul mercato europeo, con i future Ttf che ad Amsterdam avanzano dell’1,56% a 33,45 euro al megawattora.
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