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Borsa: Milano nel baratro e spread sulla luna (563)

La sfiducia nei confronti dell’Italia aumenta: crolla la diga dei titoli di Stato. Anche Piazza Affari rompe gli argini: dopo un avvio positivo, l’Ftse/Mib precipita in caduta libera: oltre il -3%. E le dimissioni di Silvio Berlusconi, a questo punto, non bastano. Di fronte alla prospettiva di una campagna elettorale lunga e di un governo incapace di dare risposte alle richieste Ue, i gestori vendono a piene mani.

L’effetto sfiducia sull’Italia è drammaticamente evidente sui titoli di Stato. Il rendimento del Btp decennale, in calo nei primi scambi, è schizzato al rialzo al 7,3 e lo spread con il Bund tedesco arriva a toccare i 563 punti. Ma i numeri peggiorano di minuto in minuto, come nelle alluvioni più rovinose.

Contribuisce al disatro una delle decisioni più temute: Clearnet, informa Reuters, ha annunciato stamane che alzerà da domani il margine iniziale applicato al debito italiano dai 3,5 ai 5 punti percentuali su tutte le scadenze dei Btp e degli Btpi a seconda della durata.

Da domani, insomma, chi ha in mano titoli italiani dovrà versare, a garanzia delle controparti, un margine dell’11,65%, contro il precedente 6,65%. Una decisione simile sui margini era stata presa da Clearnet anche sul debito di Portogallo e Irlanda poco dopo che i Paesi chiedessero aiuto alla Ue.

Gli effetti su Eurolandia sono vistosi: tornano gli acquisti sul Bund tedesco che risale a 138,2 punti, mentre l’euro perde terreno e scivola a 1,373 da 1,382 di stamattina contro dollaro.

Il mercato azionario italiano, dopo un avvio positivo, è stato travolto dall’ondata di sfiducia. Sulle principali blue chip italiane cadono le vendite come randellate. Unicredit scende del 3,4% e Intesa perde il 4,3%. Mediobanca cade in ribasso del 4,6%.

Telecom Italia, alla vigilia del cda, arretra del 2% Eni -2%, Enel -3%, Fiat -2,8%. Tra i peggiori, Mediaset -7,5% e Lottomatica –9,3%.


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