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Borsa, le incognite internazionali (dalla Grecia all’Iran) sono tante e tornano le nubi

FIRSTonline

Le cattive notizie non viaggiano mai da sole. Il piano di salvataggio della Grecia slitta ancora, mentre si rafforza la sensazione che alcuni Paesi, Germania in testa, siano tutt’altro che persuasi di dare il via libera al piano di aiuti. Il presidente della Bundesbank, Jens Weidman, in particolare, è fortemente contrario ad un taglio degli interessi sui titoli posseduti dalla Bce. Il ministro delle Finanze greco Evangelos Venizelos, prossimo candidato del centro sinistra alle elezioni di aprile, ha lanciato un Sos al Paese: “Parliamoci chiaro – ha detto – sono in molti che non ci vogliono”.

Quasi in contemporanea è esplosa la notizia che l’Iran, con l’intento di prevenire l’embargo europeo sul greggio di Teheran, sta per decidere il blocco dell’export. Le quotazioni del greggio Brent sono schizzate a 120 dollari al barile, ben al di sopra dei 101 dollari del Wti americano. L’Europa, del resto, è assai più esposta degli Usa al rischio di un “oil shock”, insidioso anche ai tempi della recessione. Ormai, infatti. l’Italia è in recessione dal punto di vista tecnico: nell’ultimo trimestre del 2011 il pil ha subito una frenata dello 0,7%, dopo una contrazione dello 0,2% nei tre mesi precedenti.

In serata Teheran ha smentito la notizia della Press Tv, il canale ufficiale della repubblica islamica. Data l’autorevolezza della fonte gli osservatori non si fanno illusioni: lo stop delle vendite di greggio ad Olanda, Francia, Spagna e Portogallo è questione di tempo. Ma il paese più esposto è l’Italia.

In questo quadro i mercati hanno accantonato i segnali positivi in arrivo dalla Cina, che ieri si era dichiarata disponibile ad interventi a favore dell’Europa. A Wall Street hanno chiuso in ribasso con il Dow Jones in calo dello 0,3%, S&P500 +0,2%, Nasdaq +0,3%. Pesano le nubi sull’orizzonte greco, ma anche il warning lanciato da John Deere, che prevede un calo della domanda da parte degli agricoltori Usa. Ma fa scalpore, soprattutto, la brusca inversione di tendenza di Apple, partita in forte rialzo +3,3%, per poi ripiegare a -1,5% dopo aver ingiunto ad Amazon e ad altri siti di interromperre la vendita online di iPad sul territorio cinese per una questione di diritti.

Grande colpo di Kellogg + 4,2%: con un assegno da 2,695 miliardi di dollari ha comprato da Procter & Gamble le Pringles.

Le tensioni sul fronte dell’economia globale non hanno però impedito all’Europa di vivere una giornata positiva. L’indice FtseMib è salito dello 0,4%, Parigi +0,4%, Francoforte +0,4%. Solo Londra ha annullato i guadagni ed ha terminato in calo dello 0,1%. Il Btp decennale non ha patito più di tanto le tensioni greche: il rendimento è in leggero rialzo al 5,6% (+12 punti base). Spread con il Bund in aumento a 380 punti. Ma la variazione del Ftse Mib non illustra a dovere il clima ruggente di Piazza Affari, dove non si placa la placa la battaglia sui fronti caldi. Anzi.

Il titolo principale spetta a MontePaschi +10,5%. E’ stata confermata la notizia che il fondo Equinox, guidato ds Salvatore Mancuso, probabilmente acquisterà buona parte del pacchetto di azioni Mps (15% del capitale) che la Fondazione ieri ha deciso di vendere. Nel portafoglio del fondo di private equity partecipato da Banca Intesa, protagonista delle “mission impossibile” della banca (vedi Risanamento o la stessa Tassara), finirà almeno il 12% dell’istituto. Mancuso, banchiere di vecchio corso, è abbastanza saggio da evitare prese di posizione che possano indispettire i senesi, già “orfani” del cordone ombelicale con Rocca Salimbeni. Perciò, già manda segnali di pace in giro: Equinox intende fare l’azionista, non interferire con le scelte della gestione o, tanto meno, con l’assegnazione delle cariche. Ma è certo che tra Mancuso e Alessandro Profumo, possibile successore di Giuseppe Mussari, non corre buon sangue. Al contrario, l’asse tra Mancuso, Gaetano Micciché e il ministro Corrado Passera è più saldo che mai.

Ben più accesa è la sfida in Fondiaria-Sai +5% dopo l’annuncio del patto di consultazione tra Palladio Finanziaria e Sator (la società di Matteo Arpe) che controllano l’8% della compagnia fiorentina. Ieri, mentre Roberto Meneguzzo di Palladio rispondeva in Consob alle domande degli 007 della Commissione, la battaglia si è spostata su Milano Assicurazioni, la controllata di Fondiaria, in ascesa del 6,9%. Gli investitori si chiedono se la Consob concederà a Unipol l’esenzione dall’obbligo di Opa a cascata.

A sostenere la marcia dei listini, in tutta Europa sono state le banche: l’indice Stoxx del settore avanza dell’1,6% trainato da BnpParibas che a Parigi sale del 4% dopo avere annunciato risultati migliori delle attese. A Londra Barclays sale del 2,5%.

A Milano le banche hanno rallentato nel pomeriggio: Intesa +0,5%, Unicredit +1,1%, Pop.Milano +2,5%, Ubi +1,1%. Non si spegne intanto la voglia d’Opa attorno ad Impregilo +1,4%: se Salini vuole contrastare l’ascesa di Gavio, è il ragionamento del mercato, non ha alternative al lancio di un’offerta pubblica. Deboli nel finale Fiat -1,2% e Finmeccanica -0,7%, tiene botta Fiat Industrial +0,9%. Fra gli industriali il rialzo più forte è di Prysmian +3,4%, seguito da StM+ 2,3%. Sfilano in passerella i titoli del lusso: Ferragamo sale del 6,5% dopo che Cheuvreux ha alzato il target price a 16 euro. Tod’savanza del 2,7%.

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