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Borsa chiusura 18 marzo: Nasdaq in corsa con Google, Apple e Tesla, ma l’Europa arranca. A Milano bene banche e Leonardo

Imagoeconomica

Le Borse europee archiviano una seduta incolore, nonostante l’andamento sostenuto di Wall Street (Nasdaq +1,2%) all’inizio di un’ottava campale per le riunioni di molte e importanti banche centrali a partire dalla Federal Reserve. Intanto continua a correre il petrolio, un andamento che preoccupa sul fronte dell’inflazione, soprattutto dopo i dati sui prezzi Usa al consumo e alla produzione visti la scorsa settimana.

Grande è l’attesa anche per le scelte della banca centrale nipponica, che la notte scorsa ha deciso di iniettare liquidità nel sistema, ma che stanotte potrebbe porre fine all’era dei tassi negativi anche in Giappone.

Così, tra ottimismo e timore Milano è piatta, come Francoforte, Londra e Madrid. Parigi arretra dello 0,2% e Amsterdam sale dello 0,23%.

Intanto nella zona euro, dopo che la Bce nell’ultimo meeting ha deciso di non toccare il costo del denaro, trova conferma il rallentamento dell’inflazione nel mese di febbraio al 2,6% dal 2,8% di gennaio. Un anno prima l’inflazione era all’8,5%, a prova che la stretta di Eurotower ha dispiegato i suoi effetti sulla corsa dei prezzi nel blocco. L’inflazione annuale arretra al 2,8% anche nell’Unione europea (dal 3,1% di gennaio), dove un anno fa il tasso era del 9,9%.

In questo contesto l’euro dollaro è incolore.

Banche centrali al lavoro, corre il petrolio, Brent oltre 86 dollari al barile

Le banche centrali chiamate a pronunciarsi sui tassi questa settimana sono moltissime e sono quelle di Stati Uniti, Giappone, Regno Unito, Svizzera, Norvegia, Australia, Indonesia, Taiwan, Turchia, Brasile e Messico.

I vari paesi dovranno soppesare, tra gli altri dati, quello sull’andamento dell’inflazione e la Fed, in particolare, dovrà fare i conti con una traiettoria meno tiepida di quanto sperato, alla luce dell’andamento dei prezzi al consumo e alla produzione visti la scorsa settimana. Le probabilità che Jerome Powell abbassi il costo del denaro nei prossimi giorni sono praticamente zero, ma sono poco sopra il 50% anche per quanto riguarda il mese di giugno.

A complicare il lavoro dei banchieri contribuisce l’andamento dei prezzi del petrolio, che in questa fase hanno ricominciato a crescere. Oggi il greggio trova sostegno nell’andamento dell’economia cinese, ma anche negli attacchi ucraini alla raffinerie russe visti nel weekend. Il contratto Brent, giugno 2024, si muove oltre gli 86,3 dollari al barile e Wti, maggio 2024, si muove oltre gli 81,6 dollari al barile.  

Piazza Affari incolore, dopo aver toccato i 34 mila punti

Piazza Affari si ferma a 33.940 punti base, dopo aver agguantato in mattinata i 34 mila punti, con i listini europei incoraggiati dalle positive notizie macro provenienti dalla Cina, dove produzione industriale e vendite al dettaglio di gennaio-febbraio sono salite rispettivamente del 7% annuo e del 5,5%.

Sul principale listino milanese svetta Leonardo +2,26%, che si conferma in denaro dopo i risultati e le previsioni. 

Il debutto sul Ftse Mib è spumeggiante per Popolare di Sondrio, +2,27%, che è la banca migliore in un settore ben comprato e che vede in progresso Bper +1,83%, Banco Bpm +2,01%, Monte Paschi +2,27%, Unicredit +1,47%.

Nella parte alta del paniere anche l’automotive con Ferrari +1,52%, Stellantis +0,97%, Pirelli +0,85%. 

Tra le utility Terna si apprezza dell’1,06% alla vigilia della presentazione del piano industriale, dopo che la società – in risposta a indiscrezioni stampa – ha reso noto l’ammontare degli investimenti complessivi previsti dal nuovo piano al 2028, pari a 16,5 miliardi di euro.

La maglia nera del giorno va a Iveco -4,01%, che è cresciuta molto quest’anno, mentre è ancora lettera per Nexi -3,6%, che stenta a risollevarsi. Arretrano Cucinelli  -3,09% e Amplifon -2,7%.

Sono deboli i titoli chiamati allo stacco dividendo: Eni, -2,29%, distribuisce la terza tranche della cedola 2023 di 0,24 euro; Stm -1,52%, stacca una tranche trimestrale da 0,06 dollari (0,0551 euro).

Fuori dell’indice delle blue chip salgono i titoli ex Mediaset: Mfe A (+4,61%) e Mfe B (+4,57%). L’ad, Pier Silvio Berlusconi, ritiene che la raccolta pubblicitaria in Italia e Spagna salirà del 5% nel primo trimestre, sopra le attese del mercato.

Scende lo spread

La chiusura è in verde sul secondario italiano, dove lo spread tra Btp e Bund decennali scende a 122 punti base, con tassi in leggero ribasso, rispettivamente al 2,67% e 2,44%.

Wall Street tonica dopo due settimane negative per S&P 500 e Nasdaq

Wall Street ritrova slancio dopo che S&P 500 e Nasdaq hanno chiuso venerdì scorso due settimane negative di seguito.

Oggi a dare sprint sono nuovamente i titoli tech. Il leader dell’intelligenza artificiale Nvidia sale dello 0,7% nel giorno della conferenza annuale per gli sviluppatori, con gli investitori concentrati sugli annunci di nuovi chip.

Sono decisamente più toniche Alphabet +5,74% e Apple +1,64%, spinte dalla notizia che le due società sarebbero in trattative per dotare gli iPhone dei modelli di intelligenza artificiale di Gemini, sviluppati da Google. 

Corre anche Tesla, +5,7%, premiata per la decisione di aumentare i prezzi di alcune su auto negli Usa e in Europa.

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Categories: Finanza e Mercati