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Borsa, banche e petroliferi tengono a galla Piazza Affari

Pixabay

Gli acquisti premiano anche oggi Piazza Affari, che chiude n rialzo dello 0,23%, a 23.364 punti, in un contesto europeo contrastato e con Wall Street volatile dopo un nuovo avvio su livelli record. Il principale listino milanese fa leva sulle trimestrali migliori delle attese di big cap come Azimut +3,45%, Intesa +1,47%, Finecobank +1,17%. Ma sono in grande evidenza anche i titoli petroliferi, guidati da Saipem +3,29%; bene Eni +1,6% e Tenaris +1,79%. Ben comprate le banche: Unicredit +1,65%; Banco Bpm +1,18%; Bper +1,16%.

Si tinge di rosso invece Ferrari, +2,66%, dopo i massimi toccati ieri. Arretrano le utility al seguito di Hera -1,3%. Negli altri settori sono in calo Recordati -2,3% e Atlantia -1,66%. Fuori dal paniere principale Cattolica Assicurazioni lascia sul campo lo 0,6%, mentre il socio Warren Buffet si dice deluso dal cambio al vertice della settimana scorsa. L’oracolo di Omaha ne parla in una mail inviata direttamente al direttore generale Carlo Ferraresi, manager a cui sono state girate le deleghe dell’ex ceo di Cattolica Alberto Minali. 

In Europa Francoforte, +0,07%, consolida i guadagni e resta sui livelli della vigilia. Parigi sale dello 0,4%, con Lvmh (+0,7%) che, tra ieri e oggi, ha raggiunto i 200 miliardi di capitalizzazione, diventando la seconda azienda europea  in Borsa, alle spalle di Royal Dutch Shell (+1,21% ad Amsterdam, +0,85%). Sempre sul listino olandese Arcelor Mittal chiude con un guadagno del 2,2%, all’indomani dell’annuncio dell’addio all’Ilva. Arretrano Madrid -0,14% e Zurigo -0,57%. Sale Londra +0,26%.

Wall Street, al momento, viaggia in ordine sparso, anche se Dow e Nasdaq stanno spingendo ancora sull’acceleratore, sorretti dall’ottimismo sulla trattava Usa-Cina sui dazi dopo nuove indiscrezioni stampa. Da segnalare il crollo di Uber (-8%), che nel terzo trimestre ha registrato perdite superiori al miliardo di dollari.

La prospettiva di una pace commerciale mantiene ben intonato il petrolio, con il Brent che si porta a 62,83 dollari al barile, +1,13%. La maggior propensione al rischio pesa invece sull’oro e il lingotto arretra dell’1,8% a 1483,55 dollari l’oncia.

Euro in retromarcia sul dollaro, con il cambio in area 1,106. Il biglietto verde si apprezza nei confronti delle principali divise dopo la diffusione dell’indice Ism non manifatturiero statunitense migliore delle attese, mentre le valute rifugio perdono terreno sulla scia dei segnali positivi nei negoziati Usa-Cina

Sul secondario cresce il rendimento del Btp 10 anni a 1,01% ma meno di quanto fa il Bund, che sale a -0,30%. Di conseguenza lo spread arretra a 131 punti base (-2,59%).

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