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Bollo e targa sulle bici, ma non su tutte

Tanto rumore per nulla o allarmismo giustificato? Di sicuro sta facendo discutere l’emendamento al disegno di legge di modifica del Codice della Strada per identificare le biciclette attraverso una targa. Il punto è: chi paga le spese di registrazione e il bollo della bici? Secondo la proposta presentata dal senatore Pd Marco Filippi, l’identificazione di una serie di veicoli (non solo bici: anche motoslitte e tutti i veicoli a pedali) non dovrà essere a carico dello Stato, ma del possessore del mezzo.

Nella giornata di ieri, i ciclisti “italiani”, guidati in maniera particolare dall’Associazione Salvaiciclisti Roma, hanno avviato alle ore 11 in punto un vero e proprio tweetstorm con l’hashtag #labicinonsitocca. Il tema è stato per tante ore nella giornata di ieri in cima ai Top Trends di Twitter e tutti i principali media italiani hanno rilanciato la notizia, che è anche oggi tema di discussione.

Dopo tante proteste il senatore Pd ha voluto in parte correggere il tiro, rilasciando in serata una dichiarazione con l’intento di abbassare i toni della polemica: “Bollo sulle biciclette? Se così fosse straccerei l’emendamento io stesso in un nanosecondo. La verità è che l’emendamento è scritto male, per questo presenterò presto un testo 2 per chiarire meglio quali erano le intenzioni, ovvero una misura per il contrasto dei furti di biciclette”.

Filippi ha voluto chiarire poi con alcuni utenti Twitter molto agguerriti qual è il senso della sua modifica al Codice della Strada. Ecco alcuni tweet in cui chiarisce il senso della sua proposta. L’idea è: sì alla targa e al bollo ma solo per chi usa la bici come strumento per lavorare. Sarebbero dunque esclusi chi usa la bici per svago o, ad esempio, per andare al lavoro.

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