“I rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso. Un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali su scala mondiale e le incertezze a queste associate potrebbero indebolire la crescita dell’area dell’euro frenando le esportazioni e comprimendo gli investimenti e i consumi”. Lo dice a chiare lettere la Banca Centrale Europea nel suo ultimo bollettino economico, in cui però sottolinea come l’inflazione si stia avviando verso una stabilizzazione durevole.
Bollettino Bce: guerre e dazi offuscano la crescita
Secondo la Bce, “un deterioramento del clima di fiducia nei mercati finanziari potrebbe determinare condizioni di finanziamento più stringenti e maggiore avversione al rischio, nonché ridurre la propensione di imprese e famiglie agli investimenti e ai consumi”. Ma al centro della scena ci sono le tensioni geopolitiche, ossia “la guerra ingiustificata della Russia contro l’Ucraina e il tragico conflitto in Medio Oriente” che “rimangono fra le principali fonti di incertezza. Per contro, un rapido allentamento delle tensioni commerciali e geopolitiche potrebbe migliorare il clima di fiducia e stimolare l’attività”. “Un ulteriore incremento della spesa per difesa e infrastrutture, insieme a riforme intese a migliorare la produttività, contribuirebbe inoltre alla crescita”.
In questo contesto, “le prospettive per la crescita economica dell’area dell’euro sono offuscate dalle tensioni commerciali e dall’elevata incertezza a livello mondiale”. spiega l’Eurotower nel bollettino economico in cui si sottolinea come considerando l’intero anno 2025, tali effetti “sarebbero in parte compensati da un’attività economica più vigorosa del previsto nel primo trimestre, che probabilmente riflette almeno in parte l’anticipo delle esportazioni effettuato in previsione di dazi più elevati”.
Nel medio periodo – rileva la Bce – l’attività economica dovrebbe essere sostenuta dalle nuove misure di bilancio annunciate di recente. Lo scenario di base delle proiezioni di giugno ipotizza che i dazi statunitensi sui beni dell’Ue, saliti al 10%, rimangano in vigore nell’intero orizzonte temporale di proiezione. “Unitamente all’elevata incertezza sulle politiche commerciali e al recente apprezzamento dell’euro, i dazi più elevati incideranno sulle esportazioni, sugli investimenti e, in misura minore, sui consumi dell’area dell’euro. Per contro, i nuovi stanziamenti pubblici per infrastrutture e difesa, soprattutto in Germania, dovrebbero stimolare la domanda interna dell’area a partire dal 2026″.
Bce: inflazione stabile
“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sull’obiettivo del 2% a medio termine”. Nel suo bollettino economico, la Bce come “soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.
Nessun vincolo su un particolare percorso dei tassi, ma “l Consiglio direttivo è pronto ad adeguare tutti gli strumenti di cui dispone nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente in linea con l’obiettivo di medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”.
“Le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono in prevalenza che l’inflazione si stabilizzerà durevolmente sull’obiettivo del 2 per cento a medio termine perseguito dal Consiglio direttivo”. Il costo del lavoro – evidenzia il report – registra una graduale moderazione, come indicato dai dati aggiornati sui salari contrattuali e dai dati nazionali disponibili sul costo del lavoro per dipendente. “L’indice salariale della Bce segnala un ulteriore rallentamento delle retribuzioni contrattuali nel 2025, mentre le proiezioni formulate a giugno indicano una flessione della crescita salariale su un livello inferiore al 3 per cento nel 2026 e nel 2027. Se da un lato i prezzi dell’energia più contenuti e il rafforzamento dell’euro esercitano pressioni al ribasso sull’inflazione nel breve periodo, dall’altro lato nel 2027 l’inflazione dovrebbe tornare in linea con l’obiettivo”.