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Big Tech, Congresso Usa all’attacco: “Stop ai monopoli”

FIRSTonline

Da “coraggiose start-up” a monopolio che ostacola la concorrenza e l’innovazione. Questa la trasformazione radicale che Amazon, Facebook, Google ed Apple hanno compiuto nel corso degli anni secondo un rapporto di 449 pagine pubblicato dalla sottocommissione Antitrust della Camera americana, insieme della Commissione Giustizia da cui dipende, e basato su un’indagine durata oltre 16 mesi durante i quali sono stati esaminati 1,3 milioni di documenti e ascoltate centinaia di testimonianze.

Il report si concentra soprattutto sui presunti abusi di mercato commessi dai Big Tech tramite 554 “acquisizioni” effettuate per colpire i rivali ed eliminare qualsiasi barlume di concorrenza. Nel dettaglio, nel corso degli ultimi 20 anni, Google ha acquisito 104 società (tra cui You Tube per 1,6 miliardi di dollari), Amazon 104, Apple 96, Facebook 88 (Instragram e WhatsApp su tutte). 

“Le aziende che una volta erano coraggiose start-up che sfidavano lo status quo, sono diventate il genere di monopolio che abbiamo visto l’ultima volta nell’era dei baroni del petrolio e dei magnati delle ferrovie“, si legge nel report. “Sebbene queste aziende abbiano portato chiari benefici sociali, il loro dominio ha avuto un costo”. Quale? Queste aziende stabiliscono i prezzi e le regole per il commercio, controllano i motori di ricerca, i servizi di social network e l’editoria. I mercati in cui sono attivi sono ormai gestiti dall’alto di “una posizione che consente loro di dettare le regole per gli altri, mentre loro giocano secondo altre norme“. 

Il report, nel quale la parola monopolio compare 120 volte, passa in rassegna le singole società “Nonostante i cambiamenti significativi nel mercato, Facebook ha mantenuto una posizione inattaccabile nel settore dei social network per quasi un decennio, dimostrando il suo potere di monopolio”, spiega il rapporto, per non parlare di Google, che controlla in totolo il settore dei motori di ricerca. Apple e Amazon godono invece di un potere di mercato “significativo e duraturo”.

Sulla base di queste conclusioni il rapporto sottoscritto dalla maggioranza democratica raccomanda al Congresso di intraprendere una serie di azioni volte a limitare lo strapotere dei big tech. Si propongono possibili scorpori, divieti di effettuare ulteriori acquisizioni, multe e controlli stringenti da parte delle Autorità di vigilanza. “Queste società adesso hanno troppo potere e tale potere deve essere contenuto e sottoposto a una supervisione appropriata: è in gioco la nostra economia e la nostra democrazia”, conclude il report.

Il rapporto però, occorre sottolinearlo, non ha vincoli giuridici e non è stato sottoscritto dalla componente repubblicana del Comitato della Camera che ha aderito allo studio.

Immediata la reazione dei diretti interessati. Secondo Amazon, gli interventi proposti “ucciderebbero i rivenditori indipendenti e punirebbero i consumatori, costringendo le piccole imprese a uscire dai negozi online popolari, aumentando i prezzi e riducendo la scelta dei consumatori“. Facebook da parte sua ha fatto sapere che “siamo in concorrenza con una varietà di servizi, con milioni e anche miliardi di utenti”. Non solo: “Le acquisizioni fanno parte di ogni settore e sono parte di come innoviamo, come portiamo nuove tecnologie per offrire maggior valore alla gente”.

Secondo Google invece il rapporto conterrebbe accuse “obsolete e imprecise”, mentre Apple considera “ragionevoli e appropriati” i controlli, ma si dice in totale disaccordo con le conclusioni del report.

Per approfondire leggi Amazon, Google, Apple e FB: faro Antitrust al Congresso Usa

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Categories: Finanza e Mercati