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Bankitalia promuove l’assegno unico

Pixabay

L’assegno unico universale è uno strumento “promettente”, che potrebbe garantire “un significativo grado di progressività e al contempo una riduzione delle situazioni di trappola della povertà e/o disincentivo al lavoro insite nella legislazione vigente”. Lo scrive la Banca d’Italia in un occasional paper dedicato al nuovo sussidio, spiegando che il giudizio si riferisce a una simulazione e non ai testi di legge (ancora provvisori).

A CHE PUNTO SIAMO

Con un decreto approvato a fine luglio, il Parlamento ha anticipato alla seconda metà di quest’anno l’assegno unico, che entrerà a regime il primo gennaio 2022 sostituendo molte delle attuali forme di sostegno alle famiglie con figli. La soluzione-ponte, in vigore fino al 31 dicembre 2021, è destinata a chi finora è rimasto escluso dagli assegni familiari, ossia lavoratori autonomi, partite Iva e disoccupati. Nel frattempo, il governo deve lavorare sui decreti legislativi, da pubblicare entro fine anno per stabilire con precisione beneficiari, importi, aspetti tecnici ed eventuali stanziamenti aggiuntivi. L’obiettivo minimo è fare in modo che nessuno prenda meno di quanto incassato finora.

COSA SAPPIAMO FINORA DELL’ASSEGNO UNICO

L’unica certezza, al momento, è che l’assegno unico sarà erogato ogni mese dall’Inps e che il suo valore dipenderà da due fattori: l’Isee e il numero di figli a carico. Non è prevista incompatibilità con il reddito di cittadinanza, ma la misura grillina dovrebbe essere a sua volta corretta nei prossimi mesi (o almeno, questa è l’intenzione annunciata da Mario Draghi, mentre Lega e Italia Viva continuano a chiederne l’abolizione slegandone la parte sulle politiche attive del lavoro e mantenendo il sostegno alla lotta alla povertà).

LA SIMULAZIONE DI BANKITALIA

Per il resto, i contenuti esatti dell’assegno unico universale sono ancora da precisare. La simulazione di Bankitalia – che “non è una proposta”, sottolineano gli autori dello studio – ipotizza un sussidio formato da tre elementi:

  1. un AUU base (uguale per ogni figlio della stessa fascia di età e decrescente all’aumentare dell’ISEE, da un certo livello in poi);
  2. una maggiorazione per le famiglie numerose;
  3. una maggiorazione legata alla condizione lavorativa dei genitori.

Inoltre, alla nascita del nuovo strumento si dovrebbe accompagnare “la quasi completa eliminazione degli assegni al nucleo familiare, un forte ridimensionamento delle detrazioni per figli a carico e la cancellazione del bonus bebè e dell’assegno al nucleo familiare per i nuclei con almeno tre figli minori”, oltre al ripensamento del reddito di cittadinanza.

UN PO’ DI NUMERI

Nella simulazione di Via Nazionale, l’assegno unico costerebbe 19,6 miliardi l’anno (di cui due terzi coperti con la cancellazione delle misure esistenti) e interesserebbe 6,3 milioni di famiglie, che riceverebbero circa 1.908 euro l’anno per ogni figlio, ossia 159 euro al mese.

GLI EFFETTI SULLE DISUGUAGLIANZE…

Con un maxi-sussidio di questo tipo, “la disuguaglianza dei redditi e la povertà assoluta si riducono, come naturale date le cospicue risorse destinate a famiglie con un reddito basso – prosegue la Banca d’Italia – Nelle nostre stime, i nuclei familiari in povertà assoluta si ridurrebbero di circa 165 mila e la riduzione della povertà minorile sarebbe ancora più significativa”.

…E QUELLI SUL LAVORO

Per quanto riguarda le ripercussioni sul mondo del lavoro, “con l’introduzione dell’AUU (così come ipotizzato in questo lavoro) la partecipazione femminile non solo non sarebbe scoraggiata, come giustamente temuto da molti osservatori, ma sarebbe addirittura complessivamente stimolata”, perché, “nonostante l’adozione dell’Isee, dopo la riforma, da un punto di vista finanziario, sarebbe relativamente più conveniente avere in famiglia un percettore di reddito da lavoro aggiuntivo rispetto allo status quo”.

IL BILANCIO (IPOTETICO)

In sintesi, quindi, “una modulazione accorta dell’assegno base e delle sue maggiorazioni – conclude Bankitalia – sarebbe capace di migliorare gli incentivi all’offerta di lavoro per le famiglie con redditi e patrimoni medio-bassi e contestualmente di raggiungere notevoli risultati da un punto di vista redistributivo, ossia una forte riduzione della disuguaglianza e degli individui in povertà assoluta e un sostanziale azzeramento delle famiglie povere penalizzate dalla riforma”.

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Categories: Lavoro