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Banco Bpm, utile in crescita nel primo trimestre

Imagoeconomica

Banco Bpm ha chiuso il primo trimestre dell’anno con un utile netto in crescita a 223 milioni (rispetto ai 115 milioni realizzati nel primo trimestre 2017). Il dato, pubblicato mercoledì sera dopo la chiusura dei mercati, è però risultato inferiore alle attese, tant’è vero che oggi in apertura di seduta a Piazza Affari, il titolo del gruppo bancario è tra i peggiori del Ftse Mib, con una perdita di oltre il 3%, sotto i 3 euro per azione.

Il margine di interesse, informa la nota diramata da Banco Bpm, si attesta a 595,1 euro al netto delle riclassifiche Ifrs 9; tale dato sale a 529,4 milioni rispetto ai 516,9 milioni del primo trimestre 2017 (dato al netto dell’effetto non ricorrente degli interessi su finanziamenti TLTRO-II relativi al 2016).

Le commissioni nette sono pari a 476,5 milioni rispetto ai 515,8 dei primi tre mesi del 2017. Gli oneri operativi scendono a 769,5 milioni rispetto ai 770,3 milioni del 31 marzo 2017. Quelli adjusted sono pari a 699 milioni ed evidenziano un calo del 3,4% rispetto al corrispondente aggregato del primo trimestre 2017; il risultato lordo di gestione è pari a 398,2 rispetto ai 402,8 milioni del 31 marzo 2017.

Prosegue l’azione di de-risking del gruppo. I crediti deteriorati netti sono in calo di 1,7 miliardi rispetto a fine anno, con un’incidenza sul totale degli impieghi in calo dal 12,1% (fine 2017) al 10,7%. Si incrementano le coperture dei crediti deteriorati lordi che passano dal 48,8% del 31 dicembre 2017 al 53,8%. Le sofferenze nette sono pari a 5,2 miliardi (-1,3 miliardi rispetto a fine anno) con un’incidenza sul totale degli impieghi che scende al 4,9% (6% a fine 2017). Si incrementa la copertura delle sofferenze dal 58,9% al 66,4%. E’ confermato il nuovo piano di de-risking che prevede il perfezionamento della cessione di circa 5 miliardi di sofferenze entro giugno 2018.

Il Cet 1 Ratio “IFRS9 PHASED IN” è pari al 13,48% e l’IFRS9 FULLY PHASED” Proforma al 12,10%. Gli impieghi alla clientela sono pari a 106,2 miliardi. La raccolta diretta da clientela si attesta a 107,9 miliardi (107,3 miliardi a fine dicembre 2017). Anche nel trimestre si conferma la tendenza alla crescita della raccolta “core” conti correnti e depositi a vista (+0,9 miliardi rispetto a fine esercizio) e alla flessione delle forme di raccolta piú onerose (-1,1 miliardi per le obbligazioni). La raccolta indiretta a clientela è pari a 91,6 miliardi (rispetto ai 97,4 miliardi al 31 dicembre 2017), in calo del 6%.

La gestione ordinaria di Banco Bpm nel corso dei prossimi trimestri resterá improntata al recupero di redditivitá, che trarrá vantaggio dagli effetti sinergici derivanti dalla fusione.

L’andamento dei proventi, si legge in una nota, pur permanendo pressioni competitive sulla marginalitá, potrà beneficiare di un ulteriore contenimento del costo medio della raccolta, grazie ai residui margini di ottimizzazione del suo mix, del positivo contributo delle partecipate e delle tendenze che caratterizzano l’aggregato delle commissioni, in particolare quelle derivanti da servizi di gestione, intermediazione e consulenza.

Il contenimento dei costi operativi, mediante il miglioramento dell’efficienza, la realizzazione di specifiche azioni volte all’ottimizzazione della spesa e la razionalizzazione delle funzioni organizzative, continuerá a costituire uno dei principali fattori di attenzione.

I livelli di copertura dei crediti deteriorati si manterranno elevati, e la riduzione degli stock proseguirá sia attraverso il workout interno che, come detto, attraverso l’implementazione delle azioni previste nel piano di de-risking. Banco Bpm ha continuato a lavorare “per la strategia di riduzione del rischio e per rafforzare il capitale. Abbiamo un Cet1 molto solido”, ha detto l’amministratore delegato Giuseppe Castagna parlando in conference call con gli analisti.

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