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Banco Bpm sempre superstar di Borsa: +7,2%

Milano volatile, ma ancora in lievissimo rialzo in un contesto europeo complessivamente positivo e con Wall Street pronta a fare la parte del leone nel suo primo giorno di contrattazioni del 2017. 

Il Ftse Mib chiude a +0,04%, con le banche ancora in rally e Banco Bpm stellare (+7,2%), deciso a vendicare almeno in parte le perdite di Banco Popolare e Bpm del 2016.

Giornata negativa invece per l’obbligazionario: si amplia lo spread fra decennale italiano e bund tedesco +2,58%; 159.30 punti base; rendimento 1,87%. L’inflazione d’altra parte riprende quota in Germania e i prezzi al consumo a dicembre crescono dello 0,7% su base mensile (consensus fermo a +0,6%) e dell’1,7% su base annua (1,3% la stima degli analisti ). Un trend che potrebbe riaccendere il dibattito sul Quantitative Easing. “Se le cifre (dell’inflazione tedesca) fossero confermate per la zona euro nel complesso – dice al quotidiano Faz, Clemens Fuest, responsabile di Ifo, istituto di ricerca economica tedesco – la Bce dovrebbe terminare il Qe nel 2017”. 

Oggi la piazza di Francoforte si ferma a -0,12%; Parigi +0,35%; Londra +0,49%; Madrid +0,81%.

Tornando in Piazza Affari e puntando i riflettori sul grande protagonista dei primi due giorni dell’anno, si può ritenere che dietro la performance di Banco Bpm ci siano soprattutto due ragioni: la corsa agli acquisti in vista della formazione di un nocciolo duro, un nucleo di azionisti stabili e di lungo periodo che protegga l’istituto da sorprese e lo renda meno scalabile; la possibile dismissione di un portafoglio di 642 milioni di Npl non garantiti a Hoist Finance, i cui effetti sarebbero contabilizzati nel bilancio 2016 portando il totale delle cessioni di crediti deteriorati a 1,6 miliardi. 

Gli altri titoli: in corsa Bper, +3,8%, dove nessun azionista ha esercitato il diritto di recesso dopo la trasformazione in spa; Ubi +4,38%. Sugli scudi Intesa San Paolo, +2,29%, pronta all’emissione di un bond additional Tier1 perpetuo non callable a 10 anni. Boom di Azimut +5,02%.

Fra i mattatori a Fca (+1,9%), con il dato sulle immatricolazioni del gruppo superiore a quello di mercato. Avanza Brembo (+0,58%), dopo il ritorno in grande stile sul paniere principale. Le azioni hanno raggiunto oggi un nuovo massimo storico a 60 euro.  

Perde terreno Madiaset, -1,25%, mentre sul segmento Star galoppa Mondadori +3,91%. In mancanza di certezze le voci si moltiplicano e c’è chi ipotizza una possibile integrazione tra Mondadori e Mediaset per contrastare e diluire l’avanzata di Vivendi. 

Fra le blue chip il titolo peggiore è Luxottica -2,71%. Giornata di vendite anche su Stm -2,41 e Prysmiam -2,44%. 

Dagli Usa i dati macro confermano la fase positiva dell’economia a stelle e strisce (Indice Pmi Manifatturiero di dicembre, in crescita a 54,3 punti, dai 54,1 punti registrati a novembre, un ritocco superiore alle attese), mentre Trump scalpita in attesa di entrare alla Casa Bianca il 20 gennaio e in un post al vetriolo su Twitter scrive “General Motors manda modelli Chevy Cruze prodotti in Messico ai concessionari statunitensi senza pagare tasse al confine. Producete negli Usa o pagate una grossa tassa transfrontaliera!”. Il Dow Jones ricomincia a inseguire il suo record di 20.000 punti.

L’euro perde terreno sul dollaro, (-0,33%, scambiato a 1,042), mentre la lira turca scende in seduta a un nuovo minimo storico causa terrorismo e inflazione più alta del previsto.

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