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Banche ko, ma la Borsa limita i danni con Telecom e petrolio

Battuta d’arresto in Piazza Affari dopo due giorni effervescenti. L’indice Ftse Mib (-0,23% a metà giornata) torna in mattinata sotto quota 18 mila. Fa peggio Madrid -0,8% dopo la notizia dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi di euro per il Banco Popular Espanol: il titolo crolla in ribasso del 19%. In forte calo anche Bankia -3,6% e Banco de Sabadel -6%. In terreno positivo invece sia Parigi +0,1% che Francoforte +0,3%.

Si è aperto in Giappone il G7. Il premier Shinzo Abe ha paragonato l’attuale stato dell’economi a quello che si è creato dopo il crack di Lehman Brothers: i prezzi delle materie prime sono scesi del 55% da giugno 2014 a gennaio 2016, lo stesso margine registrato da luglio 2008 a febbraio 2009, nel periodo del fallimento della banca Usa.

Euro/dollaro poco mosso a 1,1174. Lo spread scende di 2 punti base a 117, il rendimento del BTP 10 anni 1,33%. Qualche presa di profitto riporta il rendimento del decennale greco sopra il 7%.

Il dato macro più rilevante riguarda il petrolio: anche per gli scioperi delle raffinerie francesi, il Brent tratta al di sopra dei 50 dollari al barile per la prima volta dallo scorso ottobre. Il comparto Oil & Gas avanza dello 0,7%. Eni +0,5%, Tenaris +2,7%, Saipem invariata. 

A tener banco in Borsa sono le operazioni in cui è coinvolta la Cassa Depositi e Prestiti. Il Tesoro ha annunciato di voler conferire alla Cdp il 35% di Poste (valutato 2,9 miliardi) lasciando in Borsa il 29,7% della società, oggi il titolo cede l’1,10% in avvio. Equita conferma oggi la raccomandazione buy e il prezzo obiettivo a 8,4 euro sulla società guidata da Francesco Caio. Il governo ha chiarito che intende procedere a un piazzamento sul mercato del restante 30%, Per il broker il principale elemento di incertezza è rappresentato dalla tempistica del piazzamento, che, “compatibilmente con le condizioni di mercato, potrebbe concretizzarsi a partire dal secondo semestre”.

Il consiglio d’amministrazione di Cdp ha inoltre dato mandato al presidente Claudio Costamagna e all’ad Fabio Gallia di trattare in esclusiva con Enel la cessione della quota Cdp in Metroweb. 

La novità non pesa su Telecom Italia +2,3%. Si allontana il rischio di un aumento di capitale come ha garantito in assemblea il vicepresidente Arnaud De Puyfontaine, secondo il quale non è necessaria una ricapitalizzazione di Telecom Italia.

Tornano sotto pressione le banche, a partire da Ubi -6,4%. Si parla di pressioni dell’esecutivo e delle autorità di vigilanza per far riaprire il dossier su Veneto Banca. Stesso copione per Bper -3,35%.

Unicredit si muove in ribasso del 3% a 3,03 euro dopo aver messo a segno un rimbalzo del 7% in due sedute. L’Agenzia Standard & Poor’s ha confermato i rating dell’istituto ‘BBB-‘ a lungo termine e ‘A3’ a breve termine. L’outlook rimane stabile.

Effervescente Rcs +2,25% in attesa di un possibile rilancio di Cairo Communication. “Siamo quasi tutti amici, non ci sono nemici. Anzi, se ci fosse stata una cordata allargata anche con Urbano sarebbe stato meglio. In ogni caso è la prima volta che chi parla mette i soldi”, ha detto Diego Della Valle.

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