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Banche e petrolio frenano Piazza Affari

FIRSTonline

Nonostante un modesto recupero in mattinata, il crollo del petrolio (-5% il Brent, sotto i 50 dollari) pesa ancora sui listini europei, ormai caratterizzati da scambi vacanzieri. Piazza Affari arretra dell’1,08% a 23.458 punti sotto la pressione delle banche, davanti a Madrid (-0,70%) e Parigi (-0,34%). In terreno positivo Londra (+0,70%) e Francoforte (+0,02%). 

Prosegue intanto il negoziato tra le autorità elleniche e i creditori internazionali, mentre la Borsa di Atene, dopo il tonfo di ieri, quando la giornata si è conclusa con un ribasso di ben 16 punti percentuali, continua a perdere terreno anche oggi. 

Il secondario italiano parte in territorio positivo, accorciando lievemente il ritardo su Bund, mentre il tasso del decennale scende a 1,75%.

I dati macro più significativi della giornata arriveranno dagli Stati Uniti. I prezzi alla produzione della zona euro sono in flessione del 2,2% tendenziale a giugno. Mentre nel pomeriggio, dagli Usa, oltre all’Ism New York di luglio e alla revisione del dato sugli ordini di beni durevoli, di giugno, si guarderà alle statistiche sugli ordini all’industria, sempre di giugno: le stime indicano un incremento dell’1,8% congiunturale, dopo il -1% di maggio.

Sotto i riflettori Unicredit (-1,41%), alla vigilia del cda in cui si parlerà anche del riassetto organizzativo del gruppo. La controllata polacca Banca Pekao ha chiuso il secondo trimestre con utile netto a 619 milioni di zloty, in calo del 10% a causa dei tassi di interesse ai minimi storici e ma sopra le attese degli analisti.

In calo anche Intesa (-1,7%). La Fondazione Carifirenze, che detiene il 3,245% della Banca, ha avviato la vendita sul mercato presso investitori istituzionali italiani ed esteri di un pacchetto di azioni ordinarie pari allo 0,63 del capitale.

Forti cali anche tra le Popolari: Ubi -2,48%, Banco Popolare -2,50% e Bper -2,53%. Sotto anche Mps (-1,63%). Mediobanca limita i danni allo 0,86% in attesa dei risultati preliminari dell’esercizio 2014-2015 che saranno diffusi in giornata.

Crollo a Parigi della quotazione del Crédit Agricole (-9,7%) nonostante l’utile sia salito dai 77 milioni di euro del 2014, cifra penalizzata dalla crisi del Banco do Espirito Santo, ai 920 milioni di quest’anno. Ma a pesare sul titolo è la decisione di varare ulteriori accantonamenti per 350 milioni di euro per far fronte a controversie legali portando il totale a circa 1,6 miliardi.

Frena FiatChrysler (-1,08%) nonostante i buoni dati di vendita in Italia e negli Usa. A condizionare il titolo sono i dati in arrivo dal mercato brasiliano: le immatricolazioni di auto, bus e mezzi pesanti in Brasile sono scese lo scorso mese del 23% a 227.621 veicoli. L’associazione Fenabrave prevede un calo del 20% per fine anno. Ma gli analisti di Equita sono convinti che nel caso di Fca le aree Nafta ed Emea siano in grado di compensare il calo dell’America Latina, portando alla conferma dei volumi di consegna di 4,8 milioni quest’anno.

Tra le blue chips in controtendenza c’è Prysmian (+0,61%) dopo che Morgan Stanley ha confermato la raccomandazione “overweight”, con un prezzo obiettivo rivisto al rialzo da 22,5 a 23,5 euro.

Sale dello 0,44% Tenaris. Poco mossa Atlantia che cala dello 0,28% dopo che il gruppo ha chiuso il primo semestre dell’anno con un utile in rialzo del 7% a 377 milioni di euro.

S’avvicina intanto l’Ipo di Poste Italiane. Il ministero dell’Economia ha scelto di fissare al 5% la soglia del possesso azionario dell’azienda che sarà quotata ad ottobre. Lo ha detto il presidente di Poste, Luisa Todini, aggiungendo che il prospetto dell’Ipo sarà depositato in Consob tra il 10 e il 15 agosto. “Penso che il ministero dell’Economia, a cui compete questa scelta come nostro azionista, preveda un tetto più elevato con l’auspicio di incoraggiare i grandi investitori ad acquistare una quota importante dell’azienda”.

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Categories: Finanza e Mercati