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Assemblea Mediobanca: conto alla rovescia sui voti per l’Ops Banca Generali. In gioco il futuro di Piazzetta Cuccia e del Leone

Imagoeconomica

L’assemblea Mediobanca del 21 agosto si avvicina a grandi passi e la conta dei voti promette di essere serrata. Dopo il rinvio di giugno, quando i soci contrari all’Ops su Banca Generali erano stimati intorno al 40%, ora la domanda è: le posizioni sono cambiate o il fronte del no resta solido? In gioco c’è il futuro dello storico istituto di Piazzetta Cuccia ma anche quello delle Generali di cui Mediobanca possiede una partecipazione strategica del 13%.

Proprio per aumentare le chance di successo, Piazzetta Cuccia ha sfruttato l’apertura di Generali a riprendere le trattative, ammorbidendo le condizioni dell’offerta e introducendo maggiore flessibilità per rassicurare i soci. Questo ha rafforzato il fronte favorevole, che grazie al sostegno di grandi fondi e soci storici – scrive il Corriere della Sera – potrebbe superare il 32%, alimentando così le speranze di vittoria. Tuttavia, la partita resta aperta: il blocco contrario, guidato da Delfin e Caltagirone, è pronto a complicare i piani, anche attraverso astensioni strategiche che di fatto valgono come voti contrari.

Proprio oggi scade il termine per la registrazione delle azioni (record date), un passaggio obbligato per poter esprimere il voto o l’astensione. Da qui parte il conto alla rovescia finale: 10 giorni intensi e decisivi, che potrebbero segnare non solo il destino dell’offerta, ma anche quello di Piazzetta Cuccia.

Mediobanca: compravendite intense e nuovi equilibri tra azionisti storici

Negli ultimi trenta giorni, il titolo di Mediobanca ha guadagnato oltre il 15%, segnale di compravendite intense e di una mappa azionaria in rapido cambiamento. Tra i protagonisti di questo gioco di equilibri ci sono gli azionisti storici dell’Accordo di consultazione, tradizionalmente allineati con l’amministratore delegato Alberto Nagel – come i gruppi Mediolanum e Gavio – che però hanno deciso di cedere almeno in parte le proprie quote, facendo scendere il peso del patto dall’11,7% al 7,8%. Attenzione però: molti di questi azionisti mantengono partecipazioni anche al di fuori dell’accordo.

Mediobanca: BlackRock e fondi spingono l’Ops, retail ancora defilato

I movimenti dei grandi fondi non passano inosservati. BlackRock ha alzato la posta, rafforzando la propria quota al 5,06% (4,6% in azioni, il resto in strumenti finanziari) rispetto al 3,5% precedente. Nel frattempo, numerosi fondi hedge sono entrati in scena, stimolati dai pareri positivi dei proxy advisor. Dopo la raccomandazione favorevole di Iss, leader mondiale nelle indicazioni di voto per investitori istituzionali, anche Pirc si è espresso positivamente, valutando che la proposta non presenta criticità rilevanti in termini di governance e che il consiglio di Piazzetta Cuccia è sufficientemente indipendente per garantire un esame imparziale. Da qui la raccomandazione a votare “sì” nell’assemblea del 21 agosto. Manca ancora il parere di Glass Lewis, altro grande proxy advisor, che però si era già espresso a favore dell’Ops in vista della prima assemblea rinviata a giugno.

Grazie a questa “coalizione” di investitori istituzionali, Mediobanca potrebbe contare su un solido 22-23% di voti favorevoli per l’Ops su Banca Generali. Tra i soci storici si segnala anche Unipol, con poco più del 2%, che deciderà la propria posizione in un consiglio di amministrazione prima dell’assemblea.

Il retail resta piuttosto defilato: a giugno, durante l’assemblea rinviata, aveva espresso deleghe per appena il 2% del capitale. Al momento, la fotografia preliminare vede circa il 33% di voti favorevoli all’operazione. Tuttavia, alcune posizioni chiave, come quella della famiglia Tortora con quasi l’1%, in parte nel patto, sono ancora in definizione.

Assemblea Mediobanca: il fronte contrario e il peso delle astensioni

Il fronte contrario all’operazione su Banca Generali si attesta intorno al 40%, con in prima linea Delfin (19,9%) e Caltagirone (9,9%), entrambi azionisti anche di Mps. Oggi entrambi registreranno le loro azioni, ma le posizioni non sono tutte uguali: il gruppo romano ha annunciato un voto netto contrario, mentre la holding della famiglia Del Vecchio sembra orientata a un’astensione, che di fatto vale come un no. I motivi? Dubbi ancora irrisolti sugli accordi strategici tra Generali, Banca Generali e Mediobanca, che non hanno ancora fugato le incertezze, ma soprattutto l’Ops di Monte dei Paschi, che si chiuderà l’8 settembre.

Non sono da sottovalutare nemmeno le posizioni di enti previdenziali come Enasarco ed Enpam, che insieme detengono circa il 5,5% del capitale e potrebbero schierarsi contro o astenersi. Resta in bilico anche la posizione di Edizione con il suo 2,2%. Stessa incognita per Unicredit, che controlla circa l’1,9% in azioni proprie e un altro 2% per conto clienti, a patto che abbia ancora i titoli nel portafoglio.

L’Ops di Mps su Mediobanca

Mentre Nagel accelera l’Ops su Banca Generali per rafforzare Mediobanca, Rocca Salimbeni porta avanti la sua Offerta pubblica di scambio volontaria totalitaria su Piazzetta Cuccia, partita il 14 luglio e in scadenza l’8 settembre 2025. Al 7 agosto, sono arrivate 3.537 richieste di adesione, pari a circa 498.000 azioni, meno dello 0,06% del capitale coinvolto. Importante il timing: le azioni acquistate in Borsa il 5 e l’8 settembre non potranno essere conferite all’Ops.

Va inoltre ricordato che, a causa dell’Ops della banca senese su Piazzetta Cuccia, quest’ultima è soggetta alla passivity rule, che la obbliga a non compiere mosse su Banca Generali senza prima il via libera assembleare. Qui si inserisce anche una possibile svolta regolatoria: dopo il rilancio di Nagel su Banca Generali, si ipotizza che Consob possa sospendere temporaneamente l’Ops di Siena per l’intreccio tra le due offerte, configurando un “fatto nuovo” simile al caso Unicredit-Banco Bpm, come riportato da Milano Finanza. Giuseppe Bivona, fondatore di Bluebell e azionista di entrambe le banche, ha chiesto una sospensione di 30 giorni e l’integrazione del prospetto informativo. La Consob, al momento, pare più propensa a richiedere un aggiornamento del documento piuttosto che una sospensione formale.

La conta finale: 10 giorni per decidere il destino di Mediobanca

L’assemblea in remoto del 21 agosto sarà il banco di prova. Con un’affluenza prevista tra il 75% e il 76%, servirà il 50,01% dei voti, ovvero circa il 38-39% dei presenti, per far passare l’Ops. Con equilibri così sottili, ogni singolo voto può cambiare il corso della partita. E se Nagel vuole portare a casa il suo piano per un polo di wealth management a piazzetta Cuccia, dovrà fare i conti con un’assemblea tesa e imprevedibile.

Nel frattempo, il percorso dell’Ops procede anche sul fronte regolatorio: è atteso per il 18 agosto il via libera della Banca centrale europea (Bce), seguito dall’approvazione del prospetto da parte della Consob entro il 23 agosto. Se tutto filerà liscio, l’Ops su Banca Generali potrebbe partire già a inizio settembre e Mps potrebbe ritrovarsi a controllare una Mediobanca senza il suo asset più prezioso: Generali.

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