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Andy Jassy, chi è il nuovo CEO di Amazon

Imagoeconomica

Jeff Bezos passa la mano. L’uomo che ha fondato Amazon nel 1994 (col nome di Cadabra.com, che cambiò l’anno successivo), facendola diventare negli anni una delle aziende più capitalizzate al mondo, e diventando a sua volta l’uomo più ricco del pianeta (il primo di sempre a sfondare i 200 miliardi di dollari di patrimonio), a partire dal terzo trimestre di quest’anno non sarà più il CEO della sua creatura. Sarà sostituito da un fedelissimo, un “amazoniano” della prima ora: Andy Jassy, newyorchese di 53 anni laureato ad Harvard, è in Amazon dal 1997 ed è stato lui l’inventore di Amazon Web Services, la piattaforma di cloud computing lanciata nel 2003 e che è la vera gallina dalle uova d’oro dell’impero Bezos.

Se infatti molti di noi utilizzano o conoscono Amazon soprattutto per l’e-commerce, lo streaming di Prime Video, Alexa o addirittura per i futuristici viaggi nello spazio con Blue Origin (al prezzo di 200 mila dollari), l’ultima idea folle del manager nato ad Albuquerque, in realtà dal punto di vista finanziario la perla è la società che vende server a moltissimi siti Internet, traendo profitto dalla sua gigantesca infrastruttura tecnologica: per dare un parametro, già nel 2018 su 208 miliardi di vendite, Amazon faceva profitti per 5 miliardi, contro i 7 miliardi incassati dalla sola AWS su 26 miliardi di fatturato. Ancora nel quarto trimestre del 2020, AWS ha rappresentato il 67% dell’utile operativo dell’intera azienda. E’ molto grazie a Jassy dunque che Bezos può permettersi di dare lavoro a 840 mila persone nel mondo e soprattutto di guadagnare, in soli 9 secondi, l’equivalente dello stipendio annuale di un magazziniere.

Jassy è dunque il braccio destro, l’uomo ombra di Bezos da una vita. Di recente ha raccontato in un podcast della Harvard Business School come arrivò a lavorare ad Amazon: “Diedi il mio ultimo esame il primo venerdì di maggio del 1997, e iniziai a lavorare ad Amazon il lunedì successivo. Non avevo idea di quale sarebbe stato il mio lavoro, né di che ruolo avrei avuto”. Inizialmente lavorò nella società come marketing manager, e all’inizio degli anni Duemila divenne “assistente tecnico” di Bezos, una sorta di capo dello staff. Nel 2005 era già presidente di Amazon Web Services, e tra qualche mese senza alcun tipo di sorpresa, perché la successione era da tempo nell’aria, prenderà le redini della casa madre. Nel frattempo, seguendo la passione sportiva che spesso caratterizza i manager americani (ma non Bezos), Jassy è anche diventato uno dei proprietari della squadra di hockey su ghiaccio dei Seattle Kraken, che esordirà nel massimo campionato della NHL dalla prossima stagione.

La sua nomina ha anche un valore politico, visto che arriva proprio in concomitanza con la nuova presidenza di Joe Biden. I rapporto tra Bezos e l’ex presidente Donald Trump sono stati pessimi, anche per via del fatto che il patron di Amazon è anche l’editore del Washington Post, una delle testate che sin da subito e più apertamente si sono schierate contro il tycoon. Ma è stato proprio Jassy uno dei manager ad esporsi di più contro alcune scelte dell’ex inquilino della Casa Bianca, vissute come vere e proprie rappresaglie. Nel 2019 il CEO di Amazon in pectore disse che la decisione del dipartimento della Difesa di scegliere Microsoft come partner per la gestione dei suoi servizi di cloud era da attribuire solamente all’antipatia di Trump verso Bezos: “Quando hai un presidente che esprime apertamente il suo disprezzo per un’azienda e per il leader di quella società, è davvero difficile per le agenzie governative, incluso il dipartimento delle Difesa, prendere una decisione obiettiva senza timore di rappresaglie”.

C’è da scommettere che col nuovo corso politico Jassy e Amazon sapranno creare una collaborazione più favorevole. Quanto alla storia di Jassy, al momento la sua pagina Wikipedia è piuttosto scarna, ma andrà per forza di cose ad arricchirsi. Così come il suo conto in banca: a novembre 2020 il suo patrimonio netto è stato stimato in “soli” 377 milioni di dollari. Un po’ poco, per uno che sta per diventare il capo di una delle aziende più potenti del mondo.

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