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Ammaniti all’Opificio Golinelli: “Computer, libri, forbici ma anche una zappa per i giovani”

“Nella cassetta degli attrezzi dei giovani di oggi metterei il computer, ma anche i libri. Darei loro delle forbici per recidere i rami secchi e per tagliare il cordone ombelicale. E una zappa. Perché il luogo dove dobbiamo vivere è la terra e il mondo che immagino per loro è un mondo sostenibile”. Così lo psicoanalista Massimo Ammaniti, autore del libro “La famiglia adolescente”; ospite oggi a Bologna dell’Opificio, cittadella del sapere e della cultura, dove dialogherà con Marilisa Martelli, Presidente dell’Associazione Salute Mentale Infantile e con Antonio Danieli, direttore della Fondazione Golinelli.

FIRSTonline – Professore leggendo il suo libro si ha l’impressione che la famiglia di oggi sia formata da tre o quattro adolescenti, piuttosto che da genitori e figli. Cosa sta succedendo? 

Ammaniti – Dopo gli anni ’80-’90 è cresciuta la cultura del narcisismo. Lo scenario è cambiato e sono andate in soffitta molte regole, responsabilità, rinunce, colpe. I nuovi termini dell’esistenza sono la felicità, l’autorealizzazione, l’affermazione del proprio punto di vista. Da una situazione di responsabilità sociale e collettiva, il pendolo si è spostato verso le esigenze individuali. Oggi i genitori vogliono realizzarsi più che trasmettere responsabilità ai loro figli. Hanno bisogno di sentirsi giovani, di fuggire l’idea dell’invecchiamento e della morte. Si può dire che i genitori si muovano in direzione parallela ai loro figli, così in famiglia restano tutti giovani. Tutti hanno il telefonino, tutti hanno facebook. Il rapporto col figlio non vuole più essere conflittuale, ma complice.

FIRSTonline – È uno scenario che influisce anche sulla scuola? Una volta, se l’insegnante ti sgridava la mamma ti metteva in punizione. Oggi è ancora così?

Ammaniti – No, non è più così, anzi. Se i figli prendono un brutto voto spesso i genitori incolpano gli insegnanti. Il risultato è che i docenti non capiscono più i ragazzi, i quali trovano sempre rifugio da mamma e papà.

FIRSTonline – L’Opificio, dove oggi parlerà di questi temi, è un luogo dedicato soprattutto ai giovani, un contesto dove gli adolescenti possono sperimentare le loro idee imprenditoriali e imparare ad accettare anche l’errore e il fallimento. È un modello che funziona?

Ammaniti – Sicuramente sì, è un approccio molto importante. I giovani di oggi vivono per lo più in un contesto artificioso, mentre hanno 
bisogno di confrontarsi con la realtà. Il lavoro è un’esperienza straordinariamente utile, perché li responsabilizza e li impegna. Fra l’altro quando si trovano di fronte eventi importanti, sono disponibili e capaci. Si pensi al ruolo svolto nel disastro di Genova. Mentre all’Aquila un progetto per coinvolgerli venne bloccato, dando spazio ai clown nelle scuole, proprio ciò che non serve.

FIRSTonline – Opus 2065 è l’ultimo progetto della Fondazione Golinelli. L’obiettivo è fornire ai ragazzi una cassetta degli attrezzi adeguata per un mondo che non riusciamo nemmeno a immaginare. Lei cosa metterebbe in questa cassetta? 

Ammaniti – Il computer, i libri, le forbici, una zappa. Perché la terra va lavorata, non possiamo bistrattarla, dobbiamo prendercene cura. Ogni esperienza sul campo fa bene ai ragazzi: quando li coinvolgiamo nella pulizia dei parchi partecipano con entusiasmo e capiscono il valore di quello che stanno facendo.

FIRSTonline – Come immagina il mondo fra 50 anni, quando gli adolescenti di oggi saranno anziani?

Ammaniti – Non so immaginarlo. Spero solo che questi ragazzi saranno adulti responsabili e la famiglia adolescente sarà superata. 

FIRSTonline – In un recente articolo Susanna Tamaro scrive: “Ho il fondato sospetto che questo trionfo della libertà individuale anziché condurci nell’agognato Parnaso dell’uomo senza più gioghi, rischi di portarci direttamente al primate che sonnecchia in noi. Primati teneramente dolci ma anche capaci di provare la gioia e la ferocia dell’assassinio fine a sé stesso”.

Un mondo che rifugge le frustrazioni è un mondo che non matura più? Ammaniti – Certo, come sostiene Freud la frustrazione, la rinuncia, il conflitto, il trauma: sono tutti passaggi che aiutano a crescere.

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