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Alitalia, salvataggio lontano: bruciati altri 220 milioni

FIRSTonline

Lo Stato italiano ha già bruciato altri 220 milioni di euro per far volare Alitalia in amministrazione straordinaria. Intanto, il piano per raccogliere attorno alle Fs una cordata di soci industriali e finanziari che rilevi l’aviolinea stenta a diventare realtà.

Entro il 30 aprile, le Ferrovie devono presentare un’offerta per la compagnia aerea, che costa almeno un miliardo. Al momento, l’unico partner disponibile a partecipare all’acquisto sarebbe l’americana Delta – che punta a difendere l’investimento in Air France, di cui controlla l’8,8%, fermando Lufthansa, la quale per entrare in Alitalia chiede 5mila esuberi circa e l’uscita dello Stato dal capitale – ma non metterebbe sul tavolo più di 100- 150 milioni. Una quota, anche se non subito, potrebbero prenderla i cinesi di China Eastern, soci Air France e partecipati da Delta. Il resto, in modo diretto o indiretto, arriverà da soldi pubblici.

In particolare, Fs (controllata dal Tesoro) potrebbe contribuire con 300 milioni, mentre il Governo potrebbe decidere di entrare nel capitale trasformando in azioni una parte dei 900 milioni del prestito ponte garantito alla compagnia.

A quanto dovrebbe ammontare l’intervento diretto da parte dello Stato? Su questo punto non c’è accordo all’interno dell’Esecutivo.

Il Tesoro vorrebbe ridurre al minimo l’esborso per evitare indagini Ue per aiuti di Stato.

Al contrario, il vicepremier Luigi Di Maio — che si è impegnato a salvare Alitalia senza licenziamenti e non vuole smentirsi in campagna elettorale — spinge per un investimento sostanzioso.

Nella partita potrebbe entrare anche Atlantia, della famiglia Benetton, proprietaria dell’aeroporto di Fiumicino. La prima risposta del gruppo è stata negativa, anche perché Atlantia ha già perso con Alitalia circa 230 milioni, tuttavia un nuovo intervento potrebbe aiutare a rasserenare il clima con il governo, più che mai teso dopo la tragedia del Ponte Morandi.

Quanto alla posizione di mercato, oggi Alitalia è la quinta compagnia del Paese sulle rotte internazionali, con l’8,1% del mercato, dietro Ryanair (22%), Easyjet (12,6%), Iag (9,5%) e Lufthansa (8,7%).

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