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Agricoltura: il Fondo di garanzia per una ripresa green

Photo by Gabriel Jimenez on Unsplash

Uno spiraglio per innovare e crescere. Nell’agricoltura biologica, nella filiera agro sostenibile principalmente, ma anche una boccata d’ossigeno per le imprese che esportano e vedono nella ripresa post Covid un obiettivo da raggiungere. Un mese fa il governo attraverso il Mediocredito Centrale lanciava un Fondo di Garanzia per l’agricoltura. Un buon provvedimento, richiesto dagli agricoltori che in massa hanno poi presentato domanda per ottenere i finanziamenti . Lo stato preoccupante del primo comparto economico italiano – strettamente legato al mondo della ristorazione e del food – ha fatto sì che il Ministero di Teresa Bellanova mettesse a disposizione prestiti per 126,1 milioni di euro.

Le domande ricevute in un mese sono state circa 1.400: “261 posizioni, pari a 103,3 milioni di euro con un importo medio di 396.000 euro, hanno richiesto garanzie per operazioni strutturate. Posizioni diverse da quelle garantite al 100% dallo Stato e di importo massimo di 30.000 euro”, ha spiegato il sottosegretario Giuseppe L’Abbate. Dati incoraggianti e indicativi di un’attenzione politica (scarsa in altri contesti) per affrontare un autunno pieno di incertezze.

Il credito è una necessità strutturale per la ripresa di migliaia di aziende agricole italiane, in sofferenza per ritardi burocratici e mancanza di manodopera aggravati da normative perverse. L’accesso diretto al Fondo, previsto dal decreto Cura Italia, cerca di rilanciare il rapporto tra imprese agricole e istituti di credito. Precisi i criteri per ottenere fiducia: fatturato, ammontare dei salari, spese per gestione e investimenti effettuati dai 18 mesi successivi alla richiesta.Al Ministero lavorano anche a nuove regole, più larghe di sostegno. Si studia, infatti, una modifica normativa per la garanzia pubblica gratuita sui finanziamenti a lunga scadenza dedicati agli investimenti.

Le aspettative sono per interventi legislativi non disgiunti da sostenibilità ambientale. Nelle campagne si gioca una partita decisiva per il futuro dell’agricoltura e certamente non sfuggono gli effetti moltiplicatori su tutta la filiera agroalimentare. In Europa l’Italia con 32 miliardi di euro di media l’Italia è al secondo posto dietro la Francia per valore aggiunto agricolo. La vocazione green delle sue aziende agricole è verificata dalla crescente riduzione di fertilizzanti e pesticidi. Buone performance attestate dall’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra).

Nell’ultimo decennio – dice un suo Rapporto – nelle campagne si è fatto sempre meno uso di pesticidi e spesso “i consumi si sono dimezzati: è il caso degli insetticidi passati da 1,2 kg di principi attivi ad ettaro a 0,6 kg, dei fungicidi degli erbicidi”. Credito agevolato, quindi, garantito dallo Stato per arrestare anche quell’1% di calo di reddito di impresa dell’ultimo quinquennio, fronte di una media Ue a +6%, con Spagna e Francia a +11%. Basta decidere in fretta.

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Categories: Economia e Imprese