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Abi, Patuelli: “Meno tasse per le banche”

Eliminare le normative fiscali avverse che penalizzano le banche italiane rispetto alle loro concorrenti europee. A chiederlo è il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli nel corso del suo intervento alla 54sima assemblea dell’associazione bancaria italiana: “soltanto con un piano completamente livellato le banche, e in genere le imprese italiane, possono competere proficuamente. Altrimenti, con superiori pesi burocratici e fiscali, gran parte delle nostre imprese subirebbe sempre più la concorrenza”.

Secondo Patuelli è necessario esentare gli utili accantonati a patrimonio dall’addizionale straordinaria sull’Ires 2013 che colpisce le banche, sottolineando come, nel decreto Imu-Bankitalia, “senza alcun nesso logico è stata inserita un’addizionale straordinaria estremamente gravosa di 8,5 punti sull’Ires 2013, con parallelo aumento al 130% dell’anticipazione Ires sempre per il 2013”.

“In Italia – ha proseguito il presidente dell’Abi – oltre una impresa su quattro è divenuta deteriorata”. Nel 2012, le sofferenze lorde hanno toccato quota 166 miliardi contro i 43 del 2008 e “il complesso di crediti deteriorati ha superato i 290 miliardi dagli 86,5 miliardi di fine 2008”.

Patuelli ha poi puntato il dito contro gli innumerevoli provvedimenti piovuti sulle banche negli ultimi 5 anni, oltre 670, “sia di natura burocratica che regolamentare”. Provvedimenti che hanno avuto “impatti economici importanti” e di tipo “non organico e spesso senza proporzionalità, senza un disegno di lungo periodo”.

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