X

8 marzo: manager e imprese, le donne cominciano a fare carriera

FIRSTonline

Le donne in Italia cominciano finalmente a fare carriera. Nonostante il tasso di disoccupazione femminile rimanga nettamente più alto di quello maschile e per la parità lavorativa e salariale la strada sia ancora lunga, nel panorama cominciano a vedersi alcuni spiragli di luce che lasciano ben sperare. Almeno per le prossime generazioni.

AUMENTANO LE DONNE MANAGER
Nel 2016 per esempio le donne hanno rappresentato a livello generale il 16,6% dei dirigenti privati. Prendendo come riferimento le under 40 la percentuale sale al 28,2% che diventa 30,8% tra gli under 35.

In questo processo occorre tenere in considerazione anche la crisi economica abbattutasi in tutto il mondo, i cui effetti sull’Italia sono ben noti. In base a quanto si legge nel Rapporto donne presentato il 7 marzo da Manager Italia, si può osservare una tendenza interessante: dal 2008 al 2016 i dirigenti privati sono diminuiti del 4,9%. Analizzando però il dato dal punto di vista del genere si scopre però che gli uomini hanno registrato un -9,7% , mentre le donne hanno segnato un +29,4%. “Anche l’aumento dell’ultimo anno (+0,4% 2016/2015) – spiega Manager Italia – è tutto dovuto alle donne (+4,4%), a fronte di un leggero calo degli uomini (-0,4%).

DONNE MANAGER: ECCO DOVE SONO
In base ai dati, la Regione che, in termini percentuali, conquista il primato è il Molise (28,2%), seguita da Sicilia (23,1%), Lazio (22,2%), Basilicata (20%), Lombardia (18,5%) e Valle d’Aosta (17,9%). “E, se nelle regioni più piccole spesso il limitatissimo numero di dirigenti e le imprese familiari possono incidere non poco, in Lombardia e nel Lazio il fenomeno è indubbio e destinato ad aumentare”, si legge nel report. Nel dettaglio, la Lombardia, Milano in testa con 7.108 donne dirigenti, è la regione con maggiore presenza numerica di dirigenti donne 8.859. Il Lazio segue con 4.030, ben 3.902 a Roma.

DONNE E IMPRESA
A crescere non è solo il numero di donne che riescono a fare carriera, ma anche quelle che decidono di creare un’impresa. Nel dettaglio, a fine 2017, sono quasi 10mila in più le imprese femminili iscritte al Registro delle Camere di commercio rispetto all’anno precedente, quasi 30mila in più rispetto al 2014. “Con questo aumento costante, spiegano Unioncamere e InfoCamere – l’esercito di oltre un milione e 331mila attività produttive a conduzione femminile rappresenta oggi il 21,86% del totale delle imprese (era il 21,76% l’anno precedente”).

I dati elaborati dall’Osservatorio per l’imprenditorialità femminile ci mostrano che le società di capitali condotte da donne sono aumentate di quasi il 17% nel 2017 rispetto a tre anni prima, arrivando a rappresentare oltre il 21% delle imprese femminili, mentre le società di persone e le imprese individuali, che restano, comunque, la forma giuridica più diffusa nell’universo imprenditoriale femminile, si stanno progressivamente riducendo.

In questo caso, a livello regionale, la crescita più consistente si concentra in Sicilia, Lazio, Campania e Lombardia. A dicembre 2017 rispetto a dicembre 2016, lo stock delle imprese femminili in questi territori segna un aumento complessivo di oltre 8mila attività.

IMPRESE E REGIONI

“Quasi la metà del saldo complessivo – continua l’Osservatorio – si deve all’aumento delle imprese femminili attive nel settore turistico e in quello delle Altre attività dei servizi, all’interno delle quali l’apporto più consistente viene dai servizi alla persona. In termini percentuali, però, e in alcuni casi con una buona presenza di imprese guidate da giovani di meno di 35 anni, sono le Attività professionali, scientifiche e tecniche ad aumentare di più rispetto al 2016 (+3,8%), il Noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto alle imprese (+3,2%, al cui interno i saldi maggiori sono quelli dei servizi di manutenzione di edifici e cura delle aree verdi e di supporto alle imprese, tra cui, ad esempio, l’organizzazione di convegni e altre attività di servizio), la Sanità ed assistenza sociale (+3,4%), l’Istruzione (+2,8%), e le Attività artistiche, sportive, di intrattenimento (+2,2%)”.

Related Post
Categories: Lavoro