X

Wall Street colleziona nuovi record ma Google perde colpi

FIRSTonline

La vera notizia è che i record delle Borse Usa non fanno più notizia. Ieri sia il Nasdaq, che ha chiuso a quota 8.162 (+0,2%), sia l’indice S&P (a 2.943, +0,1%) hanno segnato nuovi massimi, sull’onda di più elementi positivi. Volano i consumi (+0,9% nel mese), la spesa per famiglia è salita ai massimi dal 2009, le folle che saccheggiano i negozi di jeans lasciano il segno. Di inflazione, nel frattempo, non si vede traccia: l’indice Personal Consumer Expenditure, un indicatore tenuto in grande considerazione dalla Federal Reserve, segna solo +0,2%. Date queste premesse, è scontato che la Banca centrale confermerà la politica espansiva che ha consentito di ribaltare la tendenza dei listini, anche se, per la verità, l’economia reale stenta a prendere velocità.

GLU AMBASCIATORI DI TRUMP A PECHINO

La locomotiva Usa, però, resta sola a spingere il convoglio della finanza globale, compresa la Cina, dove oggi sono attesi gli ambasciatori di Donald Trump per aggiungere altri tasselli all’accordo sui dazi tra le due superpotenze, sempre più vicino. Dai dati sull’attività manifatturiera del Drago è arrivata una delusione per chi sperava in una ripresa favorita dagli abbondanti stimoli governativi.

Non migliora il sentiment dell’Europa, a giudicare dall’umore sempre più nero degli operatori economici, in calo ad aprile per il decimo mese di fila. Però, l’onda populista in Spagna non ha sfondato: recupera così posizioni l’euro, trattato a 1,1184 sulla valuta Usa.

Questa la situazione alla vigilia di una giornata densa di appuntamenti macro e societari.

SOFFRE LA COREA, TOKYO IN FESTA PER L’IMPERATORE

Perdono ma non molto i listini cinesi dopo la pubblicazione degli indici dell’attività manifatturiera. Shanghai limita i danni (-0,1%); peggio le azioni trattate a Hong Kong (-0,8%). Il mercato scommette su un nuovo allentamento delle condizioni del credito.

Continua invece a soffrire il Kospi coreano (-1,7%). Giù anche l’Australia (-0,8%).

PERDE COLPI ALPHABET, WALT DISNEY CELEBRA GLI AVENGERS

La nota più negativa è piovuta su Wall Street a mercati chiusi. A sorpresa Alphabet, la casa madre di Google, ha registrato un sensibile calo dei ricavi a 29, 4 miliardi (contro 30,06 miliardi). Il titolo ha lasciato sul terreno il 7% abbondante nel dopo Borsa.

Il mercato continua ad avanzare, seppur a piccoli passi. In chiusura il Dow Jones segna +0,04%, Nasdaq +0,10%, S&P 500 +0,11%.

Su 232 aziende dell’S&P 500 che hanno già pubblicato le trimestrali, il 78% supera il consenso degli utili, anche se il fatturato stenta (solo il 53% è sopra le stime, peraltro prudenti).

Avanza Walt Disney (+1,1%) dopo l’esordio boom di The Avengers: Endgame, che ha incassato 1,2 miliardi di dollari ai botteghini nel primo weekend. Ma gli analisti non si esaltano: il mercato gradisce di più i profitti di Netflix, stabili nel tempo, che una fiammata episodica.

SI FERMA IL PETROLIO, SOFFRE LA SOIA

Si ferma la corsa del petrolio: brent a 71,5 dollari dopo il monito della Casa Bianca. In Usa intanto infuria la battaglia per Anadarko: si profila l’intervento di Warren Buffett nel duello tra Chevron e Occidental. A Piazza Affari Tenaris -0,8%, Eni -1,6%. Avanza Saipem (+1%).

Tra le materie prime, da segnalare che la soia scende sui minimi da novembre dopo che la Cina, primo acquirente al mondo, ha tagliato le importazioni. Inoltre, gli agricoltori cinesi hanno in programma di aumentare del 15% la superficie da destinare alla soia questa stagione. Più in generale, c’è una grande abbondanza di scorte di soia nel mondo, rispetto ai consumi: i prossimi dati sulle quantità presenti negli stoccaggi saranno diffusi tra 10 giorni. È una notizia pessima per l’Argentina, di nuovo sotto pressione.

MADRID MAGLIA NERA DOPO IL VOTO 

Partenza brillante per le piazze europee, dopo il voto spagnolo e il rinvio del verdetto di S&P sul rating italiano. Ma il sentiment positivo è stato di breve durata, salvo riapparire in scia a Wall Street.

L’eccezione è Madrid, in ribasso dello 0,8% a fronte delle difficoltà a formare un nuovo governo.

BTP: ASTE DA 6,5 MILIARDI PER IL TESORO

Piazza Affari, in perfetta sintonia con Parigi e Francoforte, chiude a +0,23%, in attesa dell’appuntamento con l’asta dei titoli a medio-lungo termine di oggi. Il Tesoro offre un importo compreso tra 5,25 e 6,5 miliardi di euro.

S&P ha confermato venerdì sera il rating sovrano italiano a BBB, due gradini oltre il livello “non investment grade”, con outlook negativo. Il prossimo appuntamento con l’agenzia è previsto per fine ottobre.

Dopo una mattinata in territorio positivo, i Btp hanno azzerato i guadagni, chiudendo sulla parità una seduta dalla liquidità contenuta per via del lungo ponte festivo.

Attorno alle 17,30, il differenziale di rendimento tra Italia e Germania sul segmento a 10 anni ha chiuso a 259 punti base, non lontano dai 261 del finale di seduta di venerdì scorso, dopo oscillazioni comprese tra 254 e 261 punti.

Il tasso del decennale di riferimento vale 2,59%, identico livello dell’ultima chiusura, dopo un picco a 2,60%.

Nelle aste di oggi i rendimenti sono visti in rialzo per il titolo a 5 anni, scambiato in chiusura a circa 1,75%, da 1,71% dell’ultima asta, e in lieve calo per il decennale.

VOLA BANCA BPM, MORGN STANLEY PROMUOVE MEDIOBANCA

A Piazza Affari, grazie al calo dello spread, sceso a 260 punti base, si è messo in luce l’intero comparto bancario. Svetta Banco Bpm (+3,6%) davanti ad Ubi (+3,48%). Bene anche i Big: Unicredit+2,4%, Intesa +2,06%.

Bene Mediobanca (+1,83%): Morgan Stanley ha alzato il prezzo obiettivo da 10,3 a 11,1 euro, confermando la raccomandazione overweight.

A fine marzo le banche italiane avevano in portafoglio titoli di Stato nazionali per un controvalore di 395,674 miliardi di euro, più o meno la cifra di un mese prima.

Nel gestito Poste italiane +1%. Banca Generali +1,1%.

Avio -0,6%: KeplerCheuvreux inizia la copertura con Buy.

Safilo +3,3% dopo l’annuncio di una joint venture in Corea del Sud con Parma International. 

Banca Ifis (+3,7%) oggi stacca 1,05 euro di dividendo

È salita Pierrel (+5,93%), in scia alla notizia che la società ha ricevuto l’autorizzazione alla commercializzazione per l’Articaina Orabloc in Indonesia. Ottima performance anche per Bialetti (+10,97%), dopo che venerdì la società ha reso noto che il Tribunale di Brescia ha omologato gli accordi di ristrutturazione. ty48

Related Post
Categories: Finanza e Mercati