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Vivendi mette il turbo a Mediaset e la Borsa torna ai massimi da marzo

Torna sotto pressione l’euro, scivolato sotto quota 1,04 sul dollaro, bene rifugio per eccellenza nei momenti più difficili. Avanza Piazza Affari: +0,6% (indice Ftse Mib di nuovo sopra i 19 mila punti), animata dal decreto-ponte sulle banche e dalla battaglia per il controllo di Mediaset. La Borsa italiana è di nuovo il listino top (ai massimi da marzo) davanti a Parigi (+0,3%) e a Madrid (+0,4%). Poco sopra la parità Francoforte e Londra.

Poco mossi i titoli di Stato europei: il Btp 10 anni tratta a 1,85%. Prometeia ha limato al ribasso la stima di crescita dell’economia italiana per l’anno prossimo, su cui peseranno l’incerto andamento di consumi e investimenti dopo la vittoria del no al referendum costituzionale che sancito la fine del governo guidato da Matteo Renzi. L’istituto di ricerca ha corretto a 0,7% da 0,8% la previsione di crescita per l’anno prossimo, mentre è stata migliorata a 0,9% da 0,7% quella per l’anno in corso.

Sul versante del petrolio, il Brent è pressoché invariato a 54,9 dollari al barile. Arretra Saipem (-0,6%): Mediobanca ha abbassato il giudizio a Neutral da Outperform, alzando però il target price a 0,53 euro da 0,47 euro. 

L’annuncio dello scudo da 20 miliardi di euro a sostegno del sistema bancario italiano ha ridato ossigeno ai titoli a rischio . Ma il rimbalzo di Monte Paschi (in rialzo fino al 3%) si è spento. La banca, comunque impegnata nel tentativo di raccogliere in extremis sul mercato 5 miliardi di euro per evitare il salvataggio dello Stato, tratta a -0,57%.

Sensibile il rialzo del resto del comparto: Unicredit guadagna l’1,7%, Intesa +0,7%, Banco Popolare +2,04%. Banche in rialzo anche nel resto d’Europa: Deutsche Bank +2%, Bnp Paribas +1%.

Mediaset accelera in rialzo e sale del 18%, a 4,252 euro, prezzo che non vedeva dal dicembre 2015, sull’onda dell’offensiva di Vivendi che ha annunciato l’intenzione di incrementare la sua quota fino a poco meno del 30%, soglia che fa scattare l’Opa. Fininvest, primo socio con circa il 39,5% del capitale, ha replicato a muso duro, parlando nel suo comunicato di “irregolarità e gravi violazioni” nella condotta di Vivendi e preannunciando azioni giudiziarie in arrivo, “sul piano sia penale che civile e amministrativo”.

“Con questa quota – scrive Equita Sim – Vivendi potrà bloccare in assemblea straordinaria eventuali fusioni e potrebbe anche convocare un’assemblea e proporre modifiche nel board della società”, fanno presente gli analisti di Equita. Rispetto ad un’eventuale Opa, è il parere di Banca Akros, “non è lo scenario più probabile, tenendo conto della posizione ufficiale di Fininvest e dell’opinione del mondo politico”. Senza contare che “sulla base del prezzo medio degli ultimi 12 mesi, un’opa obbligatoria potrebbe essere lanciata a 3,19 euro per azione”, quindi ben sotto l’attuale quotazione.

Sono poco mossi i titoli industriali. Fiat Chrysler sale dello 0,4%. L’autorità Usa per la sicurezza stradale, sta aprendo un’indagine su 1 milione di pickup trucks e SUV Rams, dopo aver ricevuto lamentele sul fatto che i veicoli si muovono dopo essere stati parcheggiati. StM +0,3%, Prysmian -0,4%. Scende Recordati (-1,3%), arretra Campari (-2%), scivola Ferragamo (-1,2%). 

Fra le società di medie dimensioni, segnaliamo il rialzo di Fincantieri (+4%), che ha ottenuto la conferma ufficiale di un ordine da 2 miliardi di euro per tre navi da crociera da parte di Virgin Voyages.

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Categories: Finanza e Mercati