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Usa: lobyy, c’è bisogno di adattamento e cambiamento

Le aziende di lobby, la maggior parte delle quali ha la sede a Washington nientemeno che tra K street e la 19th (a poco più di tre isolati dalla Casa Bianca), vogliono rinnovare il loro sistema poichè i più grandi lobbisti hanno lamentato un eccesso di strapotere delle aziende. Inoltre i tetti salariali limitano la possibilità di attrarre nuovi talenti, di cui queste società hanno bisogno. Ma non è solo quello a impensierire le lobby: sul loro destino gravano anche ll’esodo di lobbisti e la perdita di clienti di grande importanza.

Ci sono molti esempi che si possono elencare. Primo fra tutti la “Ogily Government Relations” che, dopo una disputa con le aziende gemellate, ha perso il secondo suo più grande cliente: la Chevrone, cedendo inoltre 4 grandi lobbisti di stampo repubblicano.

Il secondo caso da citare è Wwp, nella quale c’è stata una fuga di alcuni lobbisti di talento.

Infine, anche la Dukto Graylin ha faticato negli anni passati tra entrate in calo, una significativa perdita di clienti, e un esodo di lobbisti.

Nonostante comunque la situazione economica attuale generale, le aziende di lobby non stanno peggio di molte altre società. Molti lobbisti ritengono la situazione non peggiore di quelle di moltre aziende di altri settori. I lavoratori del comparto ritengono sia importante e necessario un cambiamento, un adattamento alla situazione attuale, in modo da poter permettere alle aziende di lobby di poter competere, e continuare ad operare a livello nazionale ed internazionale. In particolare di poter lavorare in quella che loro definiscono la capitale del mondo: Washington D.C. La città del potere. Delle ambizioni. E dei soldi.

 

http://www.politico.com/news/stories/0612/77820.html

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