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Università, Cantone: “La corruzione alla base della fuga dei cervelli”

«C’è un grande collegamento, enorme, tra fuga di cervelli e corruzione». Non è una novità per nessuno, ma il fatto che a pronunciare queste parole sia stato il numero uno dell’Anac Raffaele Cantone amplifica ancora di più la gravità di una realtà, causata anche dalla scarsità di risorse destinate dalla ricerca e all’Università in generale.

In base ai dati pubblicati lo scorso marzo nel dossier Crui, l’Italia ha il numero di laureati più basso d’Europa: il 17 per cento. Il confronto con gli altri Stati dell’Unione è impietoso: nel Regno Unito, per esempio, sono il 42 per cento, in Francia il 32%, in linea con la media Ue. La Germania investe sull’Università 304 euro per abitante, l’Italia 109 euro. Negli ultimi sette anni Berlino ha incrementato del 20% i fondi pubblici per gli atenei, Parigi ha aumentato le risorse destinate all’università del 3,6%, Roma dal 2009 al 2016 le ha ridotte del 9,9%, riducendo di 902 milioni il Fondo di finanziamento ordinario.

Negli ultimi cinque anni abbiamo perso 130mila studenti, oltre 60mila ricercatori e circa 5mila dottori di ricerca.

Secondo le cifre fornite da Irpps-Cnr, l’Istituto di ricerche sulla popolazione e le politiche sociali, ogni anno circa 3mila ricercatori italiani decidono emigrare all’estero. Siamo l’unico tra i Paesi più industrializzati del continente ad avere un saldo negativo tra partenze e arrivi di ricercatori: -13,2%.

In base a quanto rivelato oggi da Cantone, nell’ambito del convegno nazionale dei responsabili amministrative delle università tenutosi a Firenze, una delle cause di questo trend sarebbe la corruzione. Il respondabile dell’Anac ha dichiarato che l’Autorità è letteralmente subissata da segnalazioni relative a università e concorsi.

Cantone ha parlato dell’esistenza di «un sistema anticoncorrenziale che nega spazi all’innovazione e al merito».

«Non voglio entrare nel merito – ha aggiunto il magistrato – non ho la struttura né la competenza ma la riforma Gelmini secondo me ha finito per creare più problemi di quanti ne abbia risolti. Per esempio, ha istituzionalizzato il sospetto: l’idea che non ci possano essere rapporti di parentela all’interno dello stesso dipartimento, il che ha portato a situazioni paradossali».

Il numero uno dell’Anac ha raccontato anche un caso “singolare” accaduto nel Mezzogiorno: «In una università del Sud è stato istituzionalizzato uno “scambio”: in una facoltà giuridica è stata istituita una cattedra di storia greca e in una facoltà letteraria una cattedra di istituzioni di diritto pubblico. Entrambi i titolari erano i figli di due professori delle altre università. Credo che questo sia uno scandalo e che lo sia il fatto che si sia stati costretti a fare questa operazione; se tutto avvenisse in trasparenza, la legge che nasce dalla logica del sospetto è una legge sbagliata».

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