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Unicredit verso la rottura con Amundi (Crédit Agricole) dopo il ritiro dell’Ops su Banco Bpm

Imagoeconomica

Sul mercato si cominciano ad intravedere le prime conseguenze del ritiro dell’offerta di Unicredit su Banco Bpm. E se a Bruxelles non cambia nulla e il procedimento nei confronti dell’Italia per l’uso del golden power resta in piedi, un cambiamento non indifferente potrebbe cominciare a vedersi a Parigi. Il passo indietro di Piazza Gae Aulenti potrebbe avere come effetto anche la virtuale rottura con Crédit Agricole, che oltre ad avere in mano quasi il 20% di Piazza Meda, da 8 anni è partner della banca guidata da Andrea Orcel nel risparmio gestito.

Secondo Repubblica, infatti, Unicredit potrebbe interrompere il suo contratto distributivo con Amundi (controllata dall’Agricole), in scadenza nel 2027, e potrebbe iniziare a ridurre la distribuzione di prodotti Amundi nell’ultimo periodo. 

Unicredit verso la rottura con Amundi

Il quotidiano riferisce che Crédit Agricole da oggi vedrà ridotti ai minimi contrattuali i fondi Amundi distribuiti sui 2 mila sportelli di Unicredit italiani. “E a metà 2027, quando l’accordo scade, difficilmente potrà rinnovarlo, così da perdere fino a 65-70 miliardi di euro di masse gestite che fruttano oltre 500 milioni l’anno di commissioni, un quinto degli utili di Amundi e sono tra le prime voci di profitto dei francesi in Italia”, continua Repubblica.

All’ad di Unicredit Andrea Orcel, infatti, non sarebbe andato giù il comportamento dei francesi nell’affare Banco Bpm. Mentre l’ops procedeva, Crédit Agricole è arrivata al 20% di Piazza Meda e ha chiesto alla Bce di salire oltre. Nel frattempo, i banchieri transalpini hanno stretto i contatti con la maggioranza italiana, che inspiegabilmente vede di buon occhio la presenza francese, mentre ha tentato in tutti i modi di ostacolare la scalata di Unicredit – italiana – usando il golden power e appellandosi a una questione di sicurezza nazionale che non ha convinto nessuno, a partire dalle autorità europee. 

Dalle parti di Piazza Gae Aulenti le mosse di Crédit Agricole sarebbero dunque considerate poco compatibili con “lo status di partner”. Negli ultimi mesi Unicredit aveva già iniziato a dirottare risparmi dei clienti dai fondi Amundi ad altri loghi anche allo scopo di fare pressione sull’Agricole per convincerla a consegnare il suo 20% di Banco Bpm. Ora, secondo Repubblica che cita fonti di settore, la migrazione si spingerà al massimo che sia possibile senza violare i minimi sotto i quali Unicredit dovrebbe pagare penali.

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Categories: Finanza e Mercati