Ricorso al Tar per valutare la legittimità del Golden power. E rinuncia alla condizione su Anima. “Con l’intento di fornire chiarezza e certezza sia agli azionisti di Unicredit che a quelli di Banco Bpm, il consiglio di amministrazione di Unicredit ha approvato la rinuncia alla condizione relativa all’operazione Anima“. A renderlo noto, stamani, la stessa Unicredit che in un comunicato spiega: “In relazione alla condizione relativa all’acquisizione di Anima Holding da parte di Bpm nel contesto dell’offerta, Unicredit conferma di aver concluso un’approfondita valutazione dell’operazione, che si è basata in larga misura su analisi interne a causa della mancanza di una tempestiva e adeguata informativa trasparente da parte di Bpm”.
“Ora è evidente che l’operazione Anima è stata realizzata a condizioni considerevolmente meno favorevoli di quanto precedentemente ipotizzato, in particolare: a un prezzo di acquisizione più elevato (da 6,2 a 7,0 euro per azione, pari a un aumento del 13%); senza i previsti benefici sul capitale regolamentare associati al Danish Compromise”.
Intanto, avvio cauto a Piazza Affari per Unicredit, dopo questi annunci della mattinata. Nei primi minuti di scambi il titolo segnava 57,04 euro.
Unicredit presenta ricorso al Tar su Golden power
Inoltre, per sciogliere le riserve esistenti sulla legittimità del Golden power, così come applicato in questo caso ai sensi del diritto italiano e dell’Ue, Unicredit presenterà a breve un ricorso al Tar del Lazio e supporterà l’Ue nel suo esame della situazione. Nel comunicato diramato dalla banca si legge, infatti, che “indipendentemente dal suo esito, tale ricorso è una linea d’azione prudente per ottenere chiarezza e una valutazione formale indipendente sulla corretta applicazione del golden power al caso specifico, aggiunge la banca”. Unicredit sottolinea poi che “rimarrà impegnata nelle discussioni con gli organi governativi competenti per ottenere un riscontro conclusivo sulla portata e sull’interpretazione delle prescrizioni e, ove possibile, per trovare un percorso reciprocamente condiviso che soddisfi tutti i requisiti legali e normativi applicabili”.
Castagna (Bpm): “Danneggiati da ops, vogliamo partecipare a risiko”
“È una decisione abnorme che ci blocca come banca, ci impedisce di dire la nostra sul mercato e non tiene conto dell’interesse dei nostri azionisti. Per questo ci difenderemo in ogni sede”. Il ceo di Banco Bpm Giuseppe Castagna, commenta così, con il Sole 24 Ore, il provvedimento della Consob che, accogliendo l’istanza di Unicredit, ha prorogato di 30 giorni i tempi dell’ops lanciata dall’istituto guidato da Andrea Orcel, allungandone il termine da fine giugno a fine luglio.
“Avendo Unicredit in mano il provvedimento da oltre un mese e considerato che ad oggi ben tre delle condizioni di efficacia dell’ops non si sono avverate, ci saremmo semmai aspettati che Unicredit facesse chiarezza sulle sue intenzioni, come tutto il mercato, e i nostri azionisti in primis, attende già da troppo tempo – prosegue -. Siamo rimasti estremamente sorpresi dal provvedimento Consob tanto che faremo ricorso al Tar per difendere le nostre ragioni”.
Il cda di Banco Bpm ha giudicato “non congrua” l’offerta di Unicredit. “Lo dico in sintesi: il premio è sostanzialmente nullo, mentre nelle ultime due precedenti operazioni straordinarie italiane comparabili (Intesa su Ubi e Agricole su Creval, ndr), il premio è stato del 45% circa – sottolinea -. In sintesi, in termini di valore i nostri azionisti perdono circa 2,5 miliardi mentre per gli azionisti di Unicredit si genera un beneficio di 7,5 miliardi”.
Qualora l’ops di Unicredit fallisse “vogliamo dire la nostra. La richiesta di sospensiva dell’pps comporta una significativa dilatazione dei tempi, che risultano ora quasi raddoppiati rispetto ai massimi di 40 giorni, se consideriamo il lasso temporale tra l’approvazione della Consob e l’avvio del periodo di adesione e il fatto che la sospensione sia stata concessa per il termine massimo di legge”, prosegue Castagna. “Ciò con tutto quello che ne deriva per l’operatività della nostra banca in conseguenza della passivity rule ma non solo: siamo di fatto bloccati per otto mesi, mentre là fuori c’è un riassetto in cui potremmo legittimamente mostrarci come un protagonista del sistema bancario – conclude -. Abbiamo molte possibilità che oggi ci sono impedite di fatto”.
Unicredit a Banco Bpm: non ancora presa decisione
Unicredit non “è ancora in grado di prendere alcuna decisione definitiva in merito al completamento dell’operazione” su Banco Bpm e “respinge in toto le accuse mosse da” Piazza Meda. L’offerta, evidenza il gruppo di Piazza Gae Aulenti “rimane soggetta all’esito delle verifiche in corso in relazione al procedimento Golden power (incluse tutte le iniziative e le azioni in corso o imminenti) e all’esame Antitrust, restando confermato che tutte le condizioni relative a tali autorizzazioni, nonché tutte le condizioni diverse da quelle specificamente rinunciate, rimarranno in essere ai sensi dei termini dell’offerta”.
Unicredit: su Anima da Bpm mancanza di trasparenza
Unicredit, lo si diceva sopra, “in relazione alla condizione relativa all’acquisizione di Anima da parte di Bpm nel contesto dell’offerta”, conferma di “aver concluso un’approfondita valutazione dell’operazione, che si è basata in larga misura su analisi interne a causa della mancanza di una tempestiva e adeguata informativa trasparente da parte di Bpm“. “La mancanza di un’informativa trasparente” su prezzo di acquisizione più elevato e senza i benefici del Danish Compromise “durante la presentazione dei risultati trimestrali di Bpm ha generato – evidenzia la banca – ulteriori preoccupazioni e un’assenza di chiarezza, affrontata solo attraverso l’analisi interna di Unicredit”.
L’analisi interna ha successivamente stimato, sulla base delle informazioni disponibili, che l’operazione – afferma Unicredit – ha comportato una riduzione sostanziale del capitale equivalente Cet1 di Bpm di circa 1,7 miliardi di euro, o 240 punti base, portando il rapporto Cet1 dal 15,1% al quarto trimestre 2024 al 12,9% su base proforma al primo trimestre 2025, come confermato da Bpm solo dopo una specifica richiesta da parte di un investitore durante la sessione di Q&A sui risultati.
Secondo il gruppo di Piazza Gae Aulenti, “questo depauperamento del capitale riduce il rendimento dell’investimento per Bpm , dal livello inizialmente previsto superiore al 50% a circa l’11%, con il rischio di ulteriore riduzione. Di conseguenza, il premio del 15% calcolato sul prezzo undisturbed di Bpm – rileva Unicredit – è ora implicitamente aumentato, dato che Anima è stata successivamente eseguita a condizioni sostanzialmente peggiori di quelle inizialmente annunciate, distruggendo valore. Senza contare gli altri fattori che hanno influito positivamente sul premio calcolato sul prezzo undisturbed”.
“Sebbene queste azioni significhino che per Unicredit il ritorno sull’investimento relativo all’operazione è ora diminuito, l’offerta soddisfa ancora i parametri finanziari” di Unicredit.
Unicredit: operazioni solo se rispettano parametri
Unicredit ribadisce, quindi, la propria politica in relazione a operazioni straordinarie . “La disciplina è fondamentale e le operazioni saranno eseguite solo se soddisfano i rigorosi parametri finanziari del gruppo”, evidenzia la banca. “L’obiettivo principale del team manageriale di Unicredit continua a essere l’esecuzione del piano Unicredit Unlocked e il conseguimento di una crescita proficua e di distribuzioni superiori e sostenibili agli azionisti”, aggiunge l’istituto di Piazza Gae Aulenti.
Savona (Consob) al governo: “Se non sono gradito vado via”
“La Consob è un organo collegiale che lavora con gli uffici, quello legale, degli emittenti, della trasparenza del mercato, e quindi il risultato è la somma di tutte queste riflessioni”. Lo ha detto il presidente della Consob, Paolo Savona, a margine di una iniziativa del Festival dell’Economia di Trento organizzato dal gruppo 24 Ore e Trentino Marketing per conto della Provincia Autonoma di Trento, sulla decisione relativa all’offerta di Unicredit per Banco Bpm.
Poi, rispondendo a una domanda su una presunta irritazione del governo dopo la decisione su Unicredit-Banco Bpm, Savona ha dichiarato: “Io sempre pronto ad andarmene. Io vado via quando, ad un certo punto, non sono più gradito e questo in tutte le istituzioni. Finché sono gradito resto – ha aggiunto – sennò vado via. Ho una età tale che la saggezza incombe e significa che quando uno è saggio se ne deve andare in queste condizioni”.