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Unicredit, Generali e Telecom spingono la Borsa al ribasso

FIRSTonline

Giornata di vendite sui mercati europei, con Milano che chiude la fila a -0,57% e Unicredit che archivia la seduta a -5,17%, dopo il rally di ieri, tiene il lusso con Ferragamo e Luxottica. L’indice FTSEurofirst300 cede lo 0,6%. Chiusura in lieve rialzo per il mercato obbligazionario, reduce da una settimana di sofferenza, in cui i rendimenti sul tratto decennale sono risaliti di una ventina di centesimi in area 2,25% e lo spread con l’analoga scadenza del Bund si è allargato a 177.40 punti. È partito intanto il conto alla rovescia per la risposta attesa dalla Ue, entro il primo febbraio, sui conti pubblici. ”Una procedura d’infrazione sarebbe un grosso problema in termini di reputazione – commenta il ministro Carlo Padoan – un’inversione a U rispetto a quello che è stato costruito fino ad adesso”.  La “risposta arriverà”, promette il ministro, ma il Governo procederà anche con nuove “misure concrete” per il terremoto già dalla prossima settimana, “indipendentemente da come si risponderà alla richiesta della Commissione di effettuare un aggiustamento”.

I listini del Vecchio Continente non si rianimano nemmeno con Wall Street, che apre piatta, in parte per la deludente lettura preliminare del Pil del quarto trimestre (+1,9%, contro il 2,2% atteso). Se il dato troverà conferma gli Usa registreranno una crescita inferiore al 3% per l’undicesimo anno consecutivo. Cala il Brent -1,15% a 55,84 dollari al barile. Euro poco mosso sul dollaro.

Fra i listini europei il più tonico è Londra, +0,32%, in vista dell’incontro alla Casa Bianca tra il presidente americano Donald Trump e il premier britannico Theresa May. Chiudono in rosso Parigi -0,56%; Francoforte -0,29%; Madrid -0,09%.

In Piazza Affari si registra il tonfo di Unicredit, dopo il boom di ieri. Si avvicina intanto l’aumento di capitale da 13 miliardi, il cui avvio potrebbe essere anticipato a lunedì 6 febbraio, prima dell’approvazione dei conti preliminari 2016, in agenda il 9 febbraio. Si raffreddano complessivamente gli entusiasmi intorno alla partita Generali (-1,47%) in attesa di eventuali sviluppi. In queste ore è in corso il cda di Intesa (+0,8%), dal quale potrebbero arrivare novità sul dossier, anche se  l’argomento non era in programma e l’ad Carlo Messina ha detto: “non facciamo operazioni da pirati o corsari”. Cala anche Mediobanca: -1,23%.

Perde terreno Ubi -1,17%, mentre si avvicina l’integrazione delle tre Good Bank (Banca Etruria, Banca Marche e Carichieti), con Quaestio, gestore del fondo Atlante, che ha siglato un memorandum of understanding per l’acquisto di 2,2 miliardi di npl in seno ai tre istituti risanati.

Tra i petroliferi arretrano Tenaris -1,22% e Eni, -1,4%, quest’ultima al centro di un’inchiesta sull’acquisizione di una licenza in Nigeria temporaneamente confiscata dal tribunale di Abuja. Fra i titoli positivi troviamo Stm +3,64%; Buzzi +1,81%; frazionale rialzo per Fca +0,48%. Bene Luxottica +2,17%; Ferragamo +2,47%, per cui Morgan Stanley  ha alzato il target price da 20 a 24 euro con rating equal weight; anche Yoox, infine, inverte la rotta e chiude a +2,95%. Sull’orizzonte del lusso a quanto pare non tramonta mai il sole, visti anche i risultati di Lvmh: 37,6 miliardi di euro il giro d’affari 2016, in salita del 5%. Il titolo Louis Vuitton, però, oggi, a Parigi, cede l’1,9%.

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