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Ubi Banca: utile a 167,3 milioni, good banks in rosso di 22,9 milioni

Ubi Banca corre in borsa dopo la diffusione dei risultati conseguiti nei 9 mesi del 2017 che includono, a decorrere dal 1°aprile, anche le tre banche acquisite (Banca Marche, Banca Etruria e CariChieti) e comprendono l’impatto dell’allocazione del badwill, determinato in via provvisoria complessivamente pari a 995 milioni.

L’utile al netto risulta pari a 167,3 milioni di euro derivante dai 190,1 milioni registrati da Ubi “stand alone” e dalla perdita di 22,9 milioni accusata negli ultimi due trimestri dalle ex “good banks”

Nello stesso periodo del 2016 il gruppo aveva registrato una perdita di 754 milioni. Tenendo in considerazione tutte le componenti non ricorrenti, compreso l’impatto del badwill relativo all’acquisizione delle tre banche, l’utile dei nove mesi del 2017 è di 702,4 milioni. Per quanto riguarda il terzo trimestre, l’utile si assesta a 6,4 milioni, a fronte del risultato positivo da 32,5 milioni nel terzo trimestre stesso 2016. La cifra raggiunta però batte nettamente il consensus degli analisti (+23,6%) che stimavano un risultato netto positivo di 5 milioni.

Tornando ai nove mesi, i proventi operativi sono stati pari a a 2,6 miliardi (+1,2% annuo a parità di perimetro), con margine di interesse a 1,15 miliardi (1,03 lo stand alone contro 1,13 nel 2016) e commissioni nette a 1,15 miliardi (1,06 e 988 milioni). Gli oneri operativi sono pari a 1,79 miliardi (1,52 lo stand alone e 1,55 lo scorso anno), per un rapporto cost/income al 68,9%. Quanto alla solidità patrimoniale, il coefficiente Cet1 fully loaded è all’11,54%.

Le rettifiche nette su crediti nei nove mesi si sono attestate a 417,7 milioni, per un costo del credito annualizzato di 67 punti base, mentre le coperture dei crediti deteriorati si attestano al 48,6% includendo gli stralci (40,01% escludendo gli stralci).

I crediti deteriorati netti ammontano a 8,4 miliardi, in discesa del 9,1% dai 9,3 miliardi di fine 2016 e in lieve riduzione rispetto a giugno 2017. Al 30 settembre lo stock di crediti deteriorati lordi è pari a 14 miliardi,  in calo dello 0,8% rispetto da giugno 2017 e del 2,4% rispetto a dicembre 2016 e rappresenta il 14% del totale crediti lordi (al 9% l’incidenza degli Npl netti).

La raccolta diretta scende a 82,6 miliardi da 86,3 miliardi a dicembre 2016 “per effetto della progressiva scadenza degli stock di obbligazioni collocate sulla clientela captive, non sostituite anche nel contesto della normativa sul bail-in e della diminuzione delle consistenze dei depositi vincolati sulle 3 banche acquisite”.

Ubi sottolinea che “l’insieme di questi risultati conferma la fattibilità del Piano Industriale 2020”. L’acquisizione delle tre “good banks” “complessivamente è un esempio di estremo successo considerati anche i tempi”, sottolinea l’ad, Victor Massiah, che ricorda “due weekend fa è stata integrata in maniera definitiva Banca Marche. Abbiamo preso il controllo operativo di queste banche a inizio maggio, a fine ottobre si è completata la prima migrazione: la più complessa, la più importante, quella della banca più grande, alla fine di questo mese di novembre si completerà la migrazione di Banca Etruria e all’inizio del prossimo anno Carichieti completerà definitivamente questo ciclo”.

“Anche dal punto di vista dei risultati economici – prosegue Massiah – ci troviamo di fronte ad una situazione estremamente positiva, in quanto le tre banche stanno raggiungendo molto più velocemente di quanto atteso il punto di break even. Carichieti è praticamente già a break even, le due banche maggiori lo saranno a mio avviso in maniera praticamente certa nel corso del 2018”.

A Piazza Affari il titolo sale del 2,7% a 4,108 euro realizzando la miglior performance del Ftse Mib.

Da segnalare infine che oggi, venerdì 10 novembre è cominciata a Bergamo l’udienza preliminare del procedimento con al centro Ubi Banca, relativa alle accuse di ostacolo alle autorità di vigilanza e influenza illecita sulle decisioni dell’assemblea. Questa mattina hanno chiesto di costituirsi parte civile la Consob, l’associazione dei consumatori Adusbef, il socio Giorgio Jannone e tre componenti della sua lista per il cda, oltre a tre candidati al cda della lista Resti. La discussione è stata aggiornata al primo dicembre prossimo ed è stato fissato un calendario fino al marzo 2018, quando eè attesa la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio formulata dalla procura di Bergamo nel giugno scorso.

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