Donald Trump sta perdendo la pazienza. E ora attacca direttamente anche il suo “vecchio amico” Vladimir Putin. “Putin è impazzito“, scrive sul suo Truth Social il presidente, “sta uccidendo inutilmente un sacco di persone, e non parlo solo di soldati. Missili e droni vengono lanciati contro le città ucraine, senza alcun motivo”. Poi aggiunge: “Ho sempre avuto un buon rapporto con lui, ma gli è successo qualcosa“. Trump alza ulteriormente il tono e lancia un monito: “Se la Russia prova a prendersi tutta l’Ucraina, sarà la sua rovina. Ho sempre detto che Putin voleva tutta l’Ucraina, non solo una parte, e forse avevo ragione. Ma se davvero tenterà di conquistarla tutta, porterà alla caduta della Russia“.
Le dichiarazioni del presidente americano arrivano dopo una nuova, durissima ondata di raid aerei russi su Kiev e su altre città, con quasi 300 droni e decine di missili. Uno degli attacchi più violenti dall’inizio della guerra, con almeno 12 morti, tra cui diversi bambini. E in questo caso la condanna contro gli attacchi del Cremlino è netta: “Non mi piace affatto quello che sta facendo Putin. Sta uccidendo molte persone, e non so che diavolo gli sia successo”.
Trump non esclude così nemmeno l’opzione di nuove sanzioni: “Certamente”, ha risposto ai giornalisti che gli chiedevano se stesse valutando misure contro Mosca. Parole che segnano una distanza sempre più evidente rispetto al presidente russo, nonostante il passato rapporto personale.
Anche Zelensky sotto accusa: “Tutto quello che dice crea problemi”
Ma Trump non se la prende solo con Putin. Nel mirino finisce anche Volodymyr Zelensky, il presidente ucraino, che secondo il leader americano peggiora la situazione con le sue parole. “Non sta facendo alcun favore al suo Paese parlando in quel modo. Tutto quello che esce dalla sua bocca crea problemi. Non mi piace, è meglio che smetta”, ha dichiarato il presidente Usa. A suo giudizio, la comunicazione del leader ucraino non favorisce la pace, ma alimenta la tensione. “Sto solo cercando di aiutare a spegnere i grandi e brutti incendi, appiccati da una grave incompetenza e dall’odio”.
Le dichiarazioni arrivano in risposta alle critiche lanciate da Zelensky nei giorni scorsi, quando ha accusato “il silenzio dell’America e di altri nel mondo” di incoraggiare l’aggressività russa. Trump però respinge ogni responsabilità e ribalta il quadro: “Questa è la guerra di Zelensky, Putin e Biden, non di Trump“.
“Non è la mia guerra”: Trump si chiama fuori
Trump torna su un punto che ribadisce fin dall’inizio del conflitto: se fosse stato lui subito alla Casa Bianca, la guerra non sarebbe mai cominciata. “È un conflitto nato da una grossa incompetenza e dall’odio. Non è la mia guerra. Io non l’ho iniziata, sto solo cercando di finirla”, ha detto, marcando ancora una volta le distanze da chi lo ha preceduto.
In queste parole si legge la strategia politica del presidente: condannare le azioni di Putin, attaccare la gestione di Zelensky, ma soprattutto sfilarsi da ogni responsabilità diretta.