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Tim, Elliott smussa i toni in vista dell’assemblea

FIRSTonline

“Non esiste un piano alternativo”. Il Fondo Elliott, a pochi giorni dall’assemblea Tim del 4 maggio rilancia con un comunicato. Ma questa volta il rilancio serve a smussare i toni e apparire più concilianti dopo che il direttore generale di Tim Amos Genish ha preso una posizione che nella sostanza stabilisce questo binario: “senza il piano industriale già approvato e la fiducia nella sua realizzazione lascio la guida del gruppo”.

Alleggerendo le posizioni sul dividendo per il quale ora accetta che si possa tornare alla sua distribuzione dopo aver raggiunto l’investment grade, il Fondo americano precisa con una nota pubblicata sul sito Transforming Tim che “cerca di offrire idee costruttive per migliorare il piano di creazione di valore di Tim presentato da Genish il 7 marzo. Non esiste un piano aziendale alternativo. Elliott e i suoi candidati indipendenti sostengono pienamente Genish e sono incoraggiati da Genish”.

Anche sullo scorporo della rete il Fondo Elliott precisa di aver “fiducia nella capacità del management e di un board indipendente di valutare queste iniziative nell’interesse di massimizzare il valore per gli azionisti”. Su questo punto, tuttavia, secondo quanto sottolineano a Radiocor fonti molto vicine al dossier, resta l’idea di Elliott, su cui poi si potrà esprimere un board indipendente, di realizzare la fusione con Open Fiber, creando la Terna delle telecomunicazioni.

La mossa del fondo, che sembra andare incontro a Genish, attuale direttore generale di Telecom e nome numero uno della lista Vivendi, arriva dopo che domenica, in un’intervista al “Sunday Telegraph”, il manager israeliano ha sostanzialmente ribadito le posizioni espresse in una precedente intervista al Sole 24 Ore. Ovvero: è pronto a restare in Telecom, ma a patto che gli azionisti votino il suo piano industriale.

Il titolo del Sunday Telegraph, “Telecom Italia boss ready to quit over activist” è stato giudicato fuorviante dal gruppo italiano che lo ha ritenuto “equivoco” in una nota di domenica sera, rimandando alla versione del “Sole 24 Ore”. Amos Genish, si legge nella nota, “nella sua intervista non ha mai detto di volersi dimettere, ma semplicemente che: “se la lista Vivendi non ricevesse la maggioranza dei voti, perché questa è chiaramente l’unica lista che supporta il nostro piano industriale a lungo termine, allora ritengo fermamente che la mia posizione come amministratore delegato sarebbe difficile da sostenere”. Ora, dopo le ultime precisazioni di Elliott, bisognerà capire se la posizione di Genish, che sembra sempre più  l’ago della bilancia nella battaglia tra il fondo e Vivendi, cambierà oppure no. ma Vivendi, in vista del’assemblea del 4 maggioi, non nasconde la sua preoccupazione sul futuro di Genish: “Le sue eventuali dimissioni sarebbero destabilizzanti”.

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