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Tim: Elliott sale al 13,7% e riceve l’endorsement di Iss

FIRSTonline

La guerra aperta tra Vivendi ed Elliott su Telecom Italia si fa incandescente. A due settimane dall’assemblea del 24 aprile e nel giorno in cui il cda di Tim ha deciso di fare ricorso legale d’urgenza contro la scelta del collegio sindacale di integrare l’ordine del giorno dell’assemblea del 24 aprile come chiesto dal fondo americano (ribadendo la validità dell’assemblea del 4 maggio), il veicolo guidato da Paul Singer fa sapere di aver incrementato la propria quota nell’azienda italiana al 13,73%. In serata, poi, Assogestioni comunica di aver deciso all’unanimità di non presentare una sua lista di minoranza. Un fatto del tutto inusuale: i voti dei Fondi saranno quindi liberi di aderire alle liste già presentate e le prime adesioni stanno premiando quella presentata dal fondo di Paul Singer .

ELLIOTT SALE NEL CAPITALE DI TIM

Nel dettaglio, in base a quanto riportato da Reuters, in un dossier presentato alla Sec – la Commissione per i Titoli e gli Scambi che vigila sulla Borsa americana – Elliott ha annunciato di essere arrivato all’8,8% del capitale ordinario di Telecom Italia. Non solo, alla partecipazione in suo possesso occorre aggiungere opzioni call e put per un ulteriore 4,9% del capitale ordinario. Il pacchetto totale ammonta dunque al 13,7%. La notizia viene confermata anche dall’Ansa. 

Il fondo  spiega inoltre che la posizione nella tlc italiana è stata costruita con l’assistenza di JP Morgan Securities. Occorre ricordare poi che il Elliot detiene anche 169,53 milioni di azioni di risparmio, pari al 2,8% circa del capitale di risparmio.

ELLIOTT RICEVE L’ENDORSEMENT DI ISS E DI FRONTIS

Novità importanti che complicano ulteriormente la posizione di Vivendi, attualmente al 23,9% del capitale di Telecom Italia. A preoccupare i francesi, anche gli endorsement ricevuti da Elliott negli ultimi giorni.

Dopo Glass Lewis anche il proxy advisor Iss, l’altro grande consulente dei fondi nelle assemblee delle società quotate, suggerisce agli azionisti di Tim di votare per la revoca dei consiglieri di Vivendi e la loro sostituzione con quelli proposti dal fondo statunitense: “A questo punto Vivendi rappresenta più una passività che un asset per Tim”, scrivono gli esperti di Iss, sottolineando che la società guidata da Vincent Bolloré non ha portato stabilità alla governance dell’operatore italiano che ha avuto “tre Ceo in due anni e problemi con i regolatori”. Inoltre, “la relazione in peggioramento con il governo italiano e il sempre presente conflitto d’interessi e il fatto di avere una media company come azionista di controllo di fatto ha apparentemente ristretto le alternative strategiche di Tim, tutto questo va a favore di un sostegno dei candidati di Elliott”, spiega Iss. 

Ma attenzione, perché se da un lato Iss consiglia di votare a favore dei 6 consiglieri proposti da Elliott, dall’altro si schiera per la ratifica della nomina del ceo Amos Genish in cda. Il consulente rileva infatti che “Elliott non chiede la sostituzione di Genish” e in ogni caso “Iss raccomanda di sostenere la sua nomina”.

Nel pomeriggio, anche Frontis Governance si schiera a favore di Elliott raccomandando di votare per i candidati del fondo attivista nel voto che si terrà all’assemblea del 24 aprile.

BORSA: TELECOM RIDUCE LE PERDITE 

Le numerose novità emerse nel corso della giornata e le attese decisioni del cda di Telecom Italia, hanno per forza di cose avuto delle ripercussioni anche sulla performance del titolo a Piazza Affari. Alle ore 15.27 le azioni hanno ridotto il rosso accumulato nel corso delle ore precedenti (in apertura la perdita ammontava a circa il 5%) e al momento cedono lo 0,2% a 0,851 euro. Da sottolineare che nelle sedute del 5 e del 6 aprile, Tim aveva realizzato un mini-rally che ha portato al titolo un rialzo superiore al 12% in scia all’annuncio di Cdp, che ha reso nota l’intenzione di fare il suo ingresso nell’azionariato del colosso di Tlc, acquistando una quota pari a circa il 5% del capitale. 

ELLIOTT CHIARISCE IL SUO PIANO

Il fondo attivista Usa ha chiarito il suo progetto TransformingTim. Sul sito appositamente dedicato si possono infatti leggere alcune tavole in Power Point nelle quali Paul Singer attacca la gestione di Vivendi, spiega che non vuole in controllo della società italiana di tlc, che intende sostenere l’attuale Ad Amos Genish e promette di riuscire a raddoppiare il valore delle azioni di Tim in due anni portandolo a 1,6 euro dagli attuali 0,80 euro. Il pilastro del suo piano per Tim è la separazione della rete con la creazione di Netco che potrebbe liberare fino a 7 miliardi di valore nascosto.

Il valore attribuito alla rete viaggia in un range tra i 21 e i 25 miliardi. Il modello è quello della Rab come per Terna, Italgas e Snam con un valore del capitale netto investito a fini regolatori al quale viene riconosciuta una remunerazione sulla base di determinati parametri fissati dall’Autorità.Il passo successivo è la fusione con Open Fiber in quanto non ha senso competere con due reti separate. In cocnlusione, Elliott pensa “che un approccio costruttivo con il governo italiano e l’Authority permetterà a Tim di massimizzare il valore dei suoi assett e di agire nell’interesse di tutti gli azionisti”.

(Aggiornato alle 18:23 di lunedì 9 aprile)

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