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Studi di settore 2017: ecco i nuovi modelli semplificati

Gli studi di settore diventano meno impegnativi per i contribuenti. L’Agenzia delle Entrate fa sapere che i dati richiesti per la compilazione continuano a ridursi, con conseguente alleggerimento di quadri e variabili. Per verificarlo basta controllare qualcuno dei 193 nuovi modelli pubblicati online: sono questi i documenti da utilizzare per la comunicazione dei dati rilevanti ai fini dell’applicazione degli studi di settore nei comparti delle manifatture, dei servizi, del commercio e delle attività professionali. Le informazioni richieste sono state ridotte di oltre un quarto rispetto all’anno scorso, tagliando complessivamente 5.300 righi nei nuovi modelli e alleggerendo così gli adempimenti a carico dei contribuenti.

L’INVIO DEI NUOVI MODELLI

Nel dettaglio, i nuovi modelli riguardano 50 studi per il settore delle manifatture, 53 studi per il settore dei servizi, 24 studi per i professionisti e 66 studi per il settore del commercio. Devono essere presentati dai contribuenti cui si applicano gli studi di settore che, nel periodo d’imposta 2016, hanno esercitato in via prevalente una delle attività economiche indicate nell’allegato 1 del provvedimento dell’Agenzia delle Entrate.

I modelli vanno inviati per via telematica insieme alla dichiarazione dei redditi. La trasmissione dei dati all’Agenzia delle Entrate deve essere effettuata direttamente, attraverso il servizio telematico Entratel o Fisconline, o tramite intermediari incaricati.

TERREMOTI AVVENUTI A PARTIRE DAL 24 AGOSTO 2016

Tra i problemi che possono alterare l’attività economica ordinaria, gli studi di settore di quest’anno tornano a comprendere i terremoti. Anche i soggetti interessati dagli eventi sismici del 2016 possono invocare la causa di esclusione dall’applicazione degli studi legata al “periodo di non normale svolgimento dell’attività”.

NEGLI STUDI DI SETTORE SPAZIO AI VOUCHER

Per quanto riguarda le prestazioni accessorie pagate con i voucher, vanno indicate dalle imprese nel rigo A02 (“Dipendenti a tempo parziale, assunti con contratto di lavoro intermittente, di lavoro ripartito, con contratto di inserimento, a termine, lavoranti a domicilio, personale con contratto di somministrazione di lavoro”) e dai lavoratori autonomi nel rigo A02 (“Dipendenti a tempo parziale, assunti con contratto di inserimento, a termine, di lavoro intermittente, di lavoro ripartito; personale con contratto di somministrazione di lavoro”).

In entrambi i casi, il numero delle giornate retribuite (da indicare nel rigo A02) deve essere calcolato dividendo per otto il numero complessivo di ore lavorate.

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Categories: Tasse