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Spagna, Governo Rajoy vicino al crack: sfiducia o elezioni

FIRSTonline

Il Governo di Mariano Rajoy in equilibrio su un filo sottile che potrebbe spezzarsi da un momento all’altro. Mentre continua la diatriba sulla Catalogna, sull’esecutivo centrale piomba la sentenza relativa al caso Gurtel, lo scandalo corruzione che ha coinvolto nel recente passato il Partito Popolare iberico, compromettendone irrimediabilmente la reputazione.

Una sentenza durissima nei confronti degli ex rappresentanti del PP e del partito stesso che sta creando un terremoto politico che potrebbe portare la Spagna verso nuove elezioni, le terze in soli tre anni.

La decisione dei giudici iberici ha infatti spinto il Partito Socialista a presentare una mozione di censura (simile alla nostra sfiducia) contro il Governo. La proposta verrà votata nei prossimi giorni, ma ha già raccolto l’appoggio di molti parlamentari. “Il distacco che si è creato tra cittadini e politica e la sfiducia nei confronti dei partiti vista in questi anni ha un unico responsabile: Mariano Rajoy”, ha dichiarato il segretario del Psoe, Pedro Sanchez, secondo cui “la sentenza mette a rischio la reputazione della Spagna di fronte al mondo e la tenuta delle istituzioni”. Non solo, secondo il leader socialista, le pesantissime condanne inflitte dai giudici fanno sorgere forti interrogativi su “dove sia stata fissata l’asticella relativa alla trasparenza dei partiti, delle persone che li dirigono e dei rappresentanti pubblici”.

Ma l’attacco nei confronti del PP di Mariano Rajoy non arriva solo dall’opposizione. Ciudadanos, partito centrista di Albert Rivera che attualmente sostiene dall’esterno il governo, ha chiesto elezioni anticipate e, in base alle indiscrezioni riportate dai giornali iberici.

Da sottolineare che, in base a quanto previsto dalla Costituzione spagnola, il Sì alla mozione di censura determina che sia il capo dell’opposizione (vale a dire lo stesso Sanchez) a diventare automaticamente Primo Ministro, formando un nuovo Governo. Per questo motivo Ciudadanos punta su una nuova tornata elettorale, anche se si dice disponibile a votare a favore della sfiducia. 

Rajoy però cerca di resistere e nel corso di una conferenza stampa accusa Pedro Sanchez di “volere essere presidente del governo a qualunque costo, con l’appoggio di chiunque, compresi i partiti separatisti”. Il premier ha chiarito di non intendere farsi da parte e di puntare ad arrivare al termine della legislatura nel 2020. “per quanto dipende da me, tutte le legislature durano quattro anni” ha affermato”.

Come detto, a far deflagrare una nuova crisi politica, a due anni e mezzo dalle doppie elezioni che hanno lasciato il Paese nell’incertezza per quasi otto mesi, è stata la sentenza sul caso Gurtel, uno scandalo di corruzione che ha coinvolto il principale partito spagnolo dal 1999 al 2005. A dieci anni dall’avvio delle indagini, la Audiencia Nacional dei Madrid ha condannato l’ex tesoriere del Pp, Luis Barcenas, a 33 anni di carcere, la moglie Rosalia Iglesias a 15, il faccendiere Francisco Correa, a 51 anni di prigione. Condannato a pagare 240 mila euro anche il Partito Popolare in quanto “partecipante a titolo lucrativo” perché trasse dei benefici dai reati senza sapere che venivano commessi.

Complessivamente sono stati inflitti a 351 anni di carcere a 29 dei 37 imputati per avere preso parte a una “efficace struttura di corruzione istituzionale”. Secondo i giudici, inoltre, quando Rajoy testimoniò al processo, negando l’esistenza di una cassa segreta del partito dove passavano i fondi neri, “non era credibile”.

Le vicissitudini governative zavorrano pesantemente la Bolsa de Madrid (-1,89%). Colpite soprattutto le banche: Sandanter(-3,3%), Caixabank(-3,8%) e Bbva (-3,3%). Giù anche le utility segnano un rosso evidente (-2,8% per Endesa, -2,6%  perRed Electrica, -2,8% per Enagas).

(Ultimo aggiornamento ore 14.58)

 

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