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Serie A, primo bilancio: Sarri e Conte ok, Ancelotti non convince

Tempo di sosta, tempo di bilanci. Sono passate appena 7 giornate dall’inizio del campionato, eppure sembrano molte di più. In questo calcio, del resto, tutti vogliono il bel gioco ma poi, alla fine, a decidere sono i risultati, ragion per cui il tempo diventa un concetto maledettamente relativo. La pausa di ottobre ci porta dunque a dare i primi verdetti, in alcuni casi addirittura definitivi. Partiamo dal Milan e dal suo ormai ex allenatore Giampaolo, silurato dopo appena 111 giorni di lavoro (record assoluto per il club). Il “cucchiaio di legno” per eccellenza va dunque ai rossoneri, nessuno escluso: scegliete voi infatti chi, tra Gazidis, Maldini, Boban e lo stesso Giampaolo lo meriti di più.

Ora la patata bollente passa nelle mani di Pioli, chiamato a risollevare una squadra smarrita e carica di pressione, con l’aggravante di un calendario tremendo (Lecce e Spal in casa, d’accordo, ma anche Roma, Lazio e Juventus). Milan bocciato insomma, senza se e senza ma. Sta un po’ meglio (non che ci voglia molto…) il Napoli di Ancelotti, ma giusto un po’. Questo primo scorcio di stagione è andato decisamente al di sotto delle aspettative, con gli azzurri al quarto posto, staccati di 6 punti dalla Juve capolista e dietro anche a Inter e Atalanta. Non il massimo per chi, in estate, si era mostrato ben felice del mercato, tanto da sbilanciarsi e parlare apertamente di obiettivo scudetto.

De Laurentiis per ora tace, la piazza invece no, col risultato che Carletto, dopo anni di bagordi, è insolitamente sul banco degli imputati. Passiamo ora, in questa insolita classifica dal basso verso l’alto, alle due romane, appaiate nel limbo del purgatorio. Per entrambe infatti sarebbe ingiusto parlare di bocciatura, ma anche di promozione. Roma e Lazio sono partite per andare in Champions e il fatto che, attualmente, ne siano fuori non può certo soddisfarle, tanto più che al posto loro c’è l’Atalanta di Gasperini, lei sì ammessa a pieni voti. I nerazzurri si confermano una delle note più liete della stagione, perlomeno in campionato: la Champions non sta andando altrettanto bene ma questa, evidentemente, è un’altra storia.

Arriviamo così a Inter e Juve, sin qui promosse senza riserve. La squadra di Conte ha trovato un’identità ben precisa, figlia di un lavoro certosino sotto tutti i punti di vista, dai campi di Appiano fino agli uffici di Viale della Liberazione. Certo, le sconfitte con Barcellona e Juventus confermano che la strada per vincere è ancora lunga, forse troppo per essere colmata già quest’anno, intanto però i nerazzurri sono tornati a pensare in grande e questa, considerando il recente passato, è una notizia decisamente positiva. L’unico modo per scalare il divario è continuare ad andar forte, sperando che il tuo competitor faccia un passo falso, scenario che però, almeno al momento, non si sta realizzando. La Juve di Sarri, dopo qualche difficoltà iniziale, ha trovato il ritmo giusto, anzi si può dire che stia finalmente volando.

La vittoria di San Siro, oltre a 3 punti pesantissimi, ha portato una dose di entusiasmo che mancava da tempo e che potrebbe davvero dare la spinta definitiva. Sin qui Maurizio, accolto con diffidenza da gran parte dell’ambiente, non ha sbagliato quasi nulla, riuscendo a coniugare il proprio calcio con le caratteristiche dei giocatori. Ora non resta che proseguire su questa strada, con la consapevolezza che sia quella giusta per puntare alla tanto agognata Champions League. Perché i bilanci di ottobre vanno bene ma quelli che contano, si sa, arrivano molto più avanti.  

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