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Semestrali: Fideuram da record, utile giù per Carige e Ifis

Imagoeconomica

Venerdì di trimestrali per le banche italiane. Tra le più attese quella di Carige, che comunica contestualmente di aver convocato per il 20 settembre una delicatissima assemblea dei soci, chiesta dalla Bce per deliberare, tra l’altro, sulle richieste di revoca del consiglio d’amministrazione, arrivate da Malacalza Investimenti e da Raffaele Mincione. Intanto i conti dicono che dopo un primo trimestre dell’anno in utile, la banca genovese è tornata “in rosso” nel semestre: l’istituto di credito ha infatti comunicato di avere chiuso i primi 6 mesi del 2018 con una perdita di 20,5 milioni di euro, comunque in nettissima riduzione rispetto ai 158,4 milioni dello stesso periodo del 2017.

Escludendo gli effetti straordinari derivanti dalle legacy del passato, il risultato del primo semestre 2018 sarebbe stato positivo per 20,2 milioni di euro ed allineato alle previsioni di piano industriale. A fine giugno il Common Equity Tier1 era pari all’11,8% superiore al limite regolamentare richiesto da BCE del 9,625% e alla soglia suggerita, inclusiva della Guidance, dell’11,175%. Sempre a fine giugno gli impieghi alla clientela ammontavano a 17,2 miliardi di euro, in linea con il valore di inizio anno. Alla stessa data i crediti deteriorati lordi erano pari a 4,7 miliardi di euro, in diminuzione dell’1,2% rispetto ai livelli di dicembre 2017.

La percentuale di copertura dei crediti deteriorati per cassa verso clientela è pari al 52% inclusi i write-offs rispetto al 47,7% registrato a fine 2017. Alla stessa data il portafoglio titoli di Banca Carige era pari a 1,8 miliardi di euro, di cui circa 1,5 miliardi rappresentati da titoli governativi di area euro, con una duration di 3 anni. Dopo la pubblicazione dei conti, il titolo Carige è andato in altalena salvo poi a metà pomeriggio sprofondare in territorio negativo, perdendo oltre il 3% a 0,0087 euro per azione.

Conti in chiaroscuro anche per Banca Ifis, il cui cda ha dato via libera ai risultati finanziari relativi al primo semestre del 2018, chiuso con un utile netto a 66,2 milioni di euro, in calo del 36,1% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Lo comunica in una nota l’istituto. Nei primi sei mesi dell’anno il margine di intermediazione sale a 278,1 milioni di euro (+9,8%), mentre il risultato netto della gestione finanziaria e’ pari a 238,1 milioni (+10,3%). Salgono invece i costi operativi a quota 144,2 milioni (+20,7%) e il rapporto tra le attivita’ deteriorate lorde e gli impieghi lordi del settore Imprese si attesta al 10,5%. Sul fronte dei ratio patrimoniali, il Cet1 e’ al 15,13% (contro il 15,64% al 31 dicembre 2017).

Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking (Gruppo Intesa Sanpaolo) mette invece a segno il miglior risultato semestrale di sempre, con gli utili in aumento a 454 milioni di euro. Il Cda, presieduto da Paolo Grandi, ha approvato la Relazione Semestrale al 30 giugno 2018 2. Il totale delle masse amministrate al 30 giugno 2018 risultava pari a 217,9 miliardi, in crescita di un punto percentuale rispetto al 31 dicembre 2017 (216,6 miliardi) e del 4% rispetto al 30 giugno 2017 (209,6 miliardi). L’evoluzione delle masse rispetto alla fine del 2017 è riconducibile all’ottimo risultato di raccolta netta (5,5 miliardi) che ha più che compensato l’effetto mercato, che nei primi sei mesi dell’anno ha inciso in misura sfavorevole sui patrimoni (- 4,2 miliardi).

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Categories: Finanza e Mercati