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Scozia e Fed tengono in ansia i mercati e manca l’effetto Apple: banche sotto tiro. Milano è cauta

SCOZIA E FED SPAVENTANO LE BORSE. BANCHE SOTTO TIRO. TELECOM E ANSALDO SUGLI SCUDI. NON C’E’ L’EFFETTO APPLE

Incombono nuove nubi minacciose sull’orizzonte: un report della Fed di San Francisco, l’officina delle idee di Janet Yellen, fa pensare che il rialzo dei tassi Usa sia più vicino di quanto scontato della Borse. Lo studio rileva che il mercato sottovaluta le indicazioni della banca centrale sui futuri aumenti del costo del denaro. Di qui la sensazione che nel prossimo meeting del 17 settembre potrebbero arrivare segnali forti per preparare le Borse alla svolta di dicembre, la prima riunione della Fed in cui è prevista una conferenza stampa.

Non meno importante la “questione scozzese”, già snobbata dai mercati, sta infine guadagnando il centro della scena, via via che le potenziali conseguenze di un “Si” al referendum sull’indipendenza diventano più chiare. Non ultimo il sostegno alle spinte indipendentiste della Catalogna.

L’effetto delle tensioni è un nuovo rafforzamento del dollaro: l’euro è sceso sotto quota 1,29, lo yen tratta sopra quota 106. I tassi sui T Bond decennali sono rilasliti oltre il 2,50%. Calano tutte le Borse asiatiche: Tokyo -0,15%, Shanghai –0,7%. Perdite più massicce ad Hong Kong -1,90%. 

La Borsa americana si allontana dai massimi raggiunti venerdì: l’indice Dow Jones perde lo 0,57%, l’S&P500 lo 0,65% (a quota 1988) ed il Nasdaq lo 0,87%. Il lancio “storico” dei nuovi prodotti Apple -0,38%, cioè l’iPhone 6 e iPhone 6 Plus dallo schermo gigante più l’iWatch, l’orologio che combina navigatore, strumenti di pagamento oltre a funzioni di controllo della salute e del fitness (prezzo previsto tra i 350 e i 400 dollari) non ha avuto un impatto particolare sul mercato.   

DOCCIA SCOZZESE ANCHE PER PIAZZA AFFARI

Nel Vecchio Continente si è, almeno per il momento, esaurito l’effetto Bce. In Europa, Londra -0,1%, Parigi -0,5% e Francoforte -0,4%. Più pesante la perdita di Madrid: -1,3% mentre il rendimento del decennale spagnolo sale di 11 punti base al 2,19%. A condizionare gli umori del mercato iberico è stato il timore che la Catalogna, percorsa da spinte indipendentiste, possa essere tentata dall’esempio della Scozia.

Il rafforzamento del dollaro ha fatto lievitare i prezzi delle commodities con riflessi negativi sui titoli del comparto minerario ed energetico. La Borsa di Milano chiude in ribasso la seduta: l’indice Ftse Mib perde lo 0,7% aquota 21.149 punti.

MOODY’S TAGLIA IL RATING SUL BRASILE

Sul fronte degli Emergenti, da segnalare il warning sul Brasile, ad un mese dalle elezioni. Moody’s ha tagliato da “stabile” a “negativo” l’outlook sul Paese, attualmente con rating Baa2. Moody’s stima un incremento del Pil sotto l’1% quest’anno e sotto il 2% il prossimo. Nella prima metà del 2014 il Brasile è caduto in recessione tecnica con una contrazione del Pil dello 0,6% nel secondo trimestre. L’indice Bovespa è invariato, ieri aveva chiuso in ribasso del 2,5%.

ASTA BOT A 12 MESI: PREVISTO UN NUOVO RECORD

Lo spread tra Btp e Bund si è allargato a 137 punti base e il tasso del decennale domestico è salito al 2,38%. E’ l’effetto delle tensioni sui titoli della periferia, particolarmente acute sui Bonos spagnoli (lo spread è cresciuto a 117 pb) in reazione ad un possibile effetto contagio sulla Catalogna. Il 9 novembre si dovrebbe tenere il referendum nella regione di Barcellona ma il condizionale è d’obbligo perché sul voto pende una sentenza di incostituzionalità. 

Il nervosismo non dovrebbe impedire ai Bot a 12 mesi di toccare un nuovo minimo stamane in asta. Gli operatori prevedono un rendimento lordo per il BoT annuale in area 0,22% (0,28% nel collocamento di agosto). A sostenere il titolo contribuisce il taglio delle emissioni: l’offerta di  8,25 miliardi è inferiore all’importo in scadenza (9,8 miliardi).

MPS MAGLIA NERA,  GESTITO A GONFIE VELE

In attesa del varo dei prestiti della Bce la musica non cambia: i dati di Banca d’Italia mostrano che in luglio le erogazioni di prestiti da parte degli istituti italiani sono state ancora in calo (-1,4% dopo il -1,3% di giugno), sono invece salite le sofferenze. A Piazza Affari, le banche sono quasi tutte in ribasso, si salva solo Banca Popolare di Milano +1%. 

La peggiore blue chip di giornata è stata Monte dei Paschi, con un calo del 4,5%. Pesa sull’istituto l’incertezza sull’esito degli esami della Bce. Negativo anche il resto del settore: Intesa -1%, Unicredit -1,2%, Banco Popolare -1,4%, Mediobanca -1,7%, Banca Popolare dell’Emilia Romagna -3,6%.

Arrivano invece nuove conferme sul buon stato di salute del risparmio gestito. Azimut +1,1%. Il gruppo ha chiuso il mese di agosto con una raccolta netta positiva per 262 milioni di euro. Mediolanum +0,6%. In agosto, la controllata dalla famiglia Berlusconi ha raccolta 400 milioni di euro, tra  cui 436 milioni in fondi e gestioni. 

ANSALDO AL TOP, TELECOM BALLA ANCORA IL SAMBA

Tre lampi hanno acceso la scena di Piazza Affari:
Finmeccanica chiude in rialzo dell’1,6% dopo aver sfiorato il 3% nel corso della mattinata. Brilla nella scuderia di Mauro Moretti la stella di Ansaldo Sts + 6,5% miglior titolo di giornata dopo la notizia di un’offerta presentata dalla cordata China Cnr Corporation-Insigma per la società di segnalamento ferroviario e per  Ansaldo Breda. Subito dopo il passaggio del 40% controllato dalla holding pubblica, partirebbe l’Opa sulla società quotata.
Telecom Italia guadagna il 3% a 0,914 euro dopo aver toccato nell’intraday un massimo a quota 0,93 euro. Dai minimi di metà agosto sotto quota 0,80 euro, il titolo ha messo a segno un rimbalzo del 17%. Il rialzo è legato alle grandi manovre su tim Brasil. Nel corso della notte sono giunte da America Movil conferme del progetto di presentazione di un’offerta sulla ontrollata brasiliana . Tre operatori della telefonia, Oi, Claro e Vivo, sarebbero pronti ad unire le forze per rilevare la controllata del gruppo italiano. Una volta acquisita, Tim Brasil sarebbe smembrata a divisa tra i tre operatori.
Fiat sale dell’1,7% alla vigilia del cda Ferrari che potrebbe concludersi con l’uscita di Luca Montezemolo sostituito alla presidenza da Sergio Marchionne.

Giornata no invece per CNH Industrial -3,5%: uno dei distributori Usa ha lanciato un allarme utili. Anche StMicroelectronics arretra del 3% dopo il profit warning di un competitor. Pirelli -1%: JP Morgan ha tagliato la raccomandazione a Neutral da Overweight.

GOLDMAN TAGLIA SNAM. NON SI FERMA FIERA MILANO

Snam Rete Gas si indebolisce nel finale e perde quasi due punti percentuali a 4,442 euro. Goldman Sachs ha deciso di tagliare la raccomandazione a Sell da Neutral, confermando il target price a 4,4 euro. Gli analisti americani non vedono crescita e temono che il forte calo dei rendimenti possa avere ripercussioni sui titoli che operano in regime di tariffe regolate. A2A +1,2%, Enel -0,1%. Eni -0,5%. Tra le mid/smalla caps, si distingue Fiera Milano +3,4%, al quarto rialzo consecutivo.

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