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Ryanair torna a volare a luglio: regole per i passeggeri

Pixabay

Ryanair torna a volare. La compagnia aerea irlandese programma il futuro e annuncia che a partire dal 1°luglio ripristinerà il 40 per cento dei propri voli. Ad oggi infatti, a causa delle restrizioni imposte dai Governi europei per fronteggiare l’emergenza coronavirus, oltre il 99% degli aerei di Ryanair è fermo. Da luglio il numero di voli effettuati salirà dunque dagli attuali 30 al giorno a 1000 al giorno per una copertura pari a circa il 90% delle destinazioni presenti nel network della società.

Chi deciderà di viaggiare dovrà però rispettare delle regole. In primis, comunica la società, tutti i passeggeri dovranno indossare la mascherina a bordo per l’intera durata del volo. 

Chi nel corso del tragitto avrà bisogno di usare il bagno dovrà avvisare prima il personale di bordo. Lo scopo è quello di evitare code ed assembramenti nei corridoi e davanti alle toilet. Ad ogni ad ogni viaggiatore e ad ogni membro dell’equipaggio sarà misurata la temperatura corporea.

Ogni passeggero dovrà infine compilare un modulo all’interno del quale dovranno essere inserite informazioni sulla lunghezza del viaggio e sul luogo del soggiorno. Questi dati saranno poi forniti da Ryanair ai governi europei allo scopo di monitorare le misure di isolamento. 

La società raccomanda ai passeggeri di effettuare “il check-in online, il download della carta dell’imbarco sul cellulare e, quando possibile di viaggiare con il solo bagaglio a mano. 

“La decisione – fa sapere comunque la società – è soggetta all’abolizione delle misure restrittive sui voli all’interno dell’Ue imposte dai governi per far fronte alla pandemia di coronavirus”.

L’annuncio arriva dopo settimane di polemiche relative alla possibilità che i governi impongano alle compagnie di lasciare libero il posto centrale allo scopo di assicurare una maggior distanza tra i passeggeri a bordo. In un’intervista rilasciata al Financial Times, il ceo della compagnia Michael O’Leary aveva usato parole durissime, rivolgendosi in particolare al primo ministro irlandese “o pagherà lui per il posto di mezzo oppure semplicemente non si volerà più perchè non è possibile avere un profitto con un tasso di riempimento del 66%”, ha detto il manager. Una presa di posizione condivisa successivamente anche da altre compagnie e ufficializzata dalla Iata, l’associazione internazionale del trasporto aereo. 

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Categories: Economia e Imprese