Ricordate cosa diceva qualche settimana fa l’ineffabile Donald Trump di fronte alle perplessità di molti osservatori internazionali e di una parte degli stessi repubblicani americani per il suo sbilanciamento pro-Putin culminato nella genuflessione di Anchorage? “Abbiate fiducia in me, ragazzi” era il suo ritornello: aprendo alla Russia e rimettendo in campo Putin alla faccia della sua condanna internazionale per crimini di guerra in Ucraina lo staccheremo dalla Cina di Xi. I sorrisi e le strette di mano tra Putin, Xi Jinping e Narendra Modi al vertice di Tianjin dell’Organizzazione per la cooperazione di Shanghai chiudono il triangolo tra Russia, Cina e India che ha il dichiarato scopo di controbilanciare l’egemonia degli Stati Uniti e spengono le illusioni di Trump di dividere Russia e Cina, oggi più uniti che mai da forti interessi politici, militari ed economici. “Ha inizio l’era post-americana” ha commentato il politologo francese Dominique Moisi e c’è da chiedersi se le velleitarie aperture di Trump a Putin siano state solo il frutto di palesi ingenuità o, come sostiene qualche commentatore più smaliziato, il prezzo che Donald ha dovuto pagare per gli aiuti ricevuti da Putin in passato. Sia come sia, solo un cieco non vedrebbe che gli equilibri internazionali stanno cambiando e che Trump sta perdendo la centralità con cui la sua Presidenza si era aperta. Chissà se i suoi fan italiani se ne stanno accorgendo e chissà se i fallimenti che sta collezionando non lo indurranno a rivalutare il ruolo dell’Europa.
Russia, Cina, India: il loro abbraccio è la fotografia più impietosa del completo fallimento della strategia di Trump
Imagoeconomica