Un’ammucchiata, più che una corsa. Se la lotta scudetto è avvincente, quella per il quarto posto è addirittura folle. Quattro squadre in un punto, a sole tre giornate dalla fine, non è cosa che si vede spesso e non solo in Italia. Juventus, Roma e Lazio a quota 63, Bologna subito dietro a 62, il tutto con il prossimo turno che vedrà Lazio-Juventus, Atalanta-Roma e Milan-Bologna. La Dea di Gasperini, con il 4-0 di Monza (da ieri matematicamente retrocesso in B), sembra ormai abbastanza certa di un piazzamento Champions, ma la partita contro i giallorossi, lanciatissimi dopo il successo sulla Fiorentina (1-0), può rimettere tutto in discussione. Il pari di Bologna (1-1), invece, mantiene la Juve in piena bagarre, peraltro con la prospettiva poco tranquillizzante di doversi giocare il tutto per tutto sul campo della Lazio, rinvigorita dalla vittoria di Empoli (0-1).
Bologna – Juventus 1-1: Thuram illude Tudor, Freuler mantiene in corsa Italiano
I riflettori erano puntati anzitutto sul Dall’Ara, a maggior ragione dopo le vittorie di Roma e Lazio nel pomeriggio. Bologna e Juve si giocavano molto e la sfida, come spesso accade in casi del genere, è finita in parità, anche se al termine di 90’ belli e avvincenti. La Signora ha cominciato meglio: Cambiaso è stato subito murato da Beukema, ma al 9’ ha avviato l’azione del vantaggio servendo Thuram al limite. Il sinistro del francese non è sembrato irresistibile, ma ha sorpreso un colpevole Skorupski, protagonista, suo malgrado, del gol spacca-equilibrio. I bianconeri hanno provato a pressare alto e a non lasciar ragionare gli emiliani, ma col passare dei minuti il Bologna ha aumentato la pressione. Al 21’ Dallinga (in fuorigioco) si è divorato il pari calciando alle stelle a tu per tu con Di Gregorio. L’ex portiere del Monza è stato attento cinque minuti dopo, disinnescando un corner velenoso di Orsolini calciato direttamente in porta. Alla mezz’ora, l’episodio che ha fatto infuriare i rossoblù: contatto tra McKennie e Freuler in area, Doveri ha lasciato correre tra le vibranti proteste dei padroni di casa e il Var non è intervenuto. Nel finale della prima frazione, Nico Gonzalez si è presentato tutto solo davanti a Skorupski e lo ha battuto, ma la gioia è durata poco: fuorigioco sull’assist di testa di Kolo Muani. Poco dopo, lo stesso Kolo Muani ha mancato clamorosamente la conclusione sul bel cross di Thuram.
La ripresa si è aperta subito con un altro gol annullato ai bianconeri per fuorigioco: Cambiaso aveva fulminato Skorupski con un sinistro sul primo palo, ma l’assistente (certificato dal Var) ha alzato di nuovo la bandierina. Il Bologna ha messo il turbo e al 54’ ha trovato il pari con Freuler, anche fortunato nel trovare la deviazione decisiva di Veiga. La Juve ha provato subito a rimettere la testa avanti con Nico Gonzalez, ma il suo sinistro in caduta è stato bloccato a terra da Skorupski (57’). Nel finale, la Juve ha avuto la palla più ghiotta: McKennie ha messo un pallone d’oro sui piedi di Alberto Costa (subentrato poco prima a Cambiaso), che però è scivolato al momento del tiro. Italiano ha provato anche la carta del doppio attaccante, inserendo Castro accanto a Dallinga, e in pieno recupero Cambiaghi si è visto murare la sua conclusione. Sulla respinta, Ferguson ha calciato da buona posizione, spedendo però il pallone in curva.
L’1-1 finale, tutto sommato, tiene tutti in vita, ma non può soddisfare davvero nessuno. Non la Juve, tutt’altro che certa di conquistare l’accesso alla prossima Champions, e nemmeno il Bologna, il cui appetito è ormai paragonabile a quello delle altre big.
Tudor: “Buon punto, avevamo tante assenze. La sfida con la Lazio? Non sarà decisiva”
“Abbiamo preparato una gara un po’ diversa con un 3-5-2 – ha spiegato Tudor -. Si sa che i rossoblù sono costruiti bene, poi in questo stadio c’è l’entusiasmo giusto per fare bene. Credo sia un buon punto, sono contento, è stata una partita solida, è un campo dove tutti hanno sofferto e, nonostante le assenze, abbiamo raccolto sicuramente qualcosa di positivo. L’abbiamo preparata in maniera diversa rispetto alle precedenti. Il momento che stiamo vivendo ci ha obbligato a giocare così, mancano tre partite e siamo ancora quarti a pari punti con Lazio e Roma. Ci sono state occasioni che non abbiamo sfruttato, ma i ragazzi hanno dato tutto, quando ti spremi poi negli ultimi metri perdi lucidità, ma chi è entrato dalla panchina ha comunque dato quello che poteva. Lo scontro con la Lazio? Penso che non sarà decisivo, alla fine nove punti sono tanti e non si decide nulla con una partita. Bisogna pensare gara per gara, poi la qualità verrà fuori”.
Roma – Fiorentina 1-0: Dovbyk e Svilar spingono Ranieri in piena corsa Champions
Ranieri ha scelto il doppio centravanti con Shomurodov e Dovbyk, mentre Pellegrini si è piazzato in mediana con Soulé e Angelino a spingere sulle corsie. Palladino ha risposto con l’ex Zaniolo al fianco di Kean dal primo minuto, e a centrocampo ha sorpreso lasciando fuori Adli per affidarsi a Ndour, Mandragora e Richardson.
La Roma ha iniziato subito con il piede sull’acceleratore, cercando di imporre ritmo e intensità, ma la Fiorentina ha tenuto botta e saputo abbassare la temperatura del match con un giro palla ordinato. Al 27’ Kean ha avuto la palla più ghiotta del primo tempo, ma Svilar lo ha ipnotizzato e salvato lo 0-0. Tre minuti dopo, stesso copione: Moise ancora pericoloso e portiere giallorosso provvidenziale con un guantone decisivo. La Roma ha risposto al 34’ con Celik, che ha fatto partire un destro potente deviato in angolo da De Gea. Il primo tempo sembrava ormai avviato sul pari, ma proprio sul gong ecco la giocata vincente dei Ranieri’s: corner lungo, torre di Shomurodov e zampata di Dovbyk sottomisura, per l’1-0 che ha fatto esplodere l’Olimpico. Nella ripresa Palladino, preoccupato per le condizioni di Gosens, ha mandato in campo Fagioli, mentre Ranieri ha risposto inserendo Pisilli al posto di Pellegrini. E la gara si è accesa subito, con De Gea costretto a un grande intervento da una fucilata di Koné. Al 66’ Mandragora ha sfiorato il pari con un tiro a botta sicura, murato all’ultimo istante. La Roma ha cercato di chiudere i conti con Pisilli al 68’, ma il suo destro è finito largo. Palladino, allora, si è giocato il tutto per tutto passando al 4-2-4 e inserendo Colpani e Beltran per l’assalto finale, ma all’83’ Svilar ha detto ancora no a Kean, confermandosi il muro invalicabile della serata. E così, per l’ottava volta da quando è arrivato Ranieri, i giallorossi hanno vinto di cortomuso, ottenendo il 19esimo risultato utile consecutivo. Numeri eccezionali, che tengono vive le speranze Champions: lunedì prossimo sarà la supersfida di Bergamo a dire di più, in un weekend che prevede anche Lazio-Juventus. La Fiorentina, invece, si mangia le mani, ma resta comunque in corsa per un posto in Europa, senza dimenticare che giovedì si giocherà la finale anticipata di Conference contro il Betis.
Ranieri: “Non so dove possiamo arrivare, ma dovremo dare tutto e non avere rimpianti”
“La Fiorentina è una grande squadra con giocatori molto tecnici, ci ha fatto girare a vuoto – l’analisi di Ranieri -. È stato importante segnare a fine primo tempo, così abbiamo potuto gestire le risorse umane dei giocatori. Siamo stati belli, decisi e determinati, queste sono le partite che più mi piacciono. L’allenatore da solo non può fare nulla, ci vogliono i buoni giocatori. Io ho avuto la fortuna di prendere questa squadra che aveva bisogno di una scialuppa di salvataggio, i ragazzi sono stati bravi nel seguirmi e nel non mollare mai. Anche chi non gioca starà spingendo al massimo e questo mi fa piacere. Non so dove possiamo arrivare, ma non dobbiamo avere recriminazioni ed essere contenti di quello che siamo riusciti a fare. Mancano solo tre partite alla fine della mia carriera? Non ci penso, ho la testa solo sulla prossima a Bergamo, poi a Milan e Torino. Farò l’ultima all’Olimpico e mi riempirà di emozioni, ma prima pensiamo a fare punti”.
Empoli – Lazio 0-1: Baroni torna a sorridere con Dia, i biancocelesti agganciano Juve e Roma
La Lazio non ha ancora ritrovato la versione scintillante delle grandi notti, intanto però è tornata da Empoli con una vittoria pesantissima nella corsa Champions. I biancocelesti hanno subito messo in chiaro le cose, sbloccando il match dopo appena 53 secondi: Viti si è perso completamente Dia sull’assist di Hysaj e l’ex Salernitana ha punito senza pietà. I padroni di casa, ridotti ai minimi termini da infortuni e squalifiche, hanno dovuto adattare Marianucci in mezzo al campo ed è stato proprio Marianucci a impegnare Mandas con un destro velenoso. Poco dopo Castellanos ha sfiorato il raddoppio, ma la vera svolta è arrivata al 39’, quando Colombo ha combinato la frittata: doppio giallo in cinque minuti e doccia anticipata. Da lì in avanti la Lazio ha amministrato in scioltezza e accarezzato il raddoppio con Guendouzi al 44’, ma Vasquez ha salvato tutto con un intervento prodigioso.
Nella ripresa D’Aversa ha cercato di rimescolare le carte con un 3-5-1 più accorto, mentre Baroni ha mandato in campo Isaksen, subito protagonista con una ghiotta occasione. Il brivido più grosso per la Lazio è arrivato al 51’ quando Viti ha trovato la rete del pari, ma il Var ha annullato per un fuorigioco millimetrico. Da quel momento la Lazio ha tenuto saldamente in mano la partita, sfiorando ancora il colpo del ko con Pedro, ma rischiando di complicarsi la vita al 76’, quando Hysaj si è fatto cacciare per doppia ammonizione. C’è stato tempo per un’ultima grande occasione in pieno recupero ma Isaksen, lanciato a tu per tu con Vasquez, ha sprecato clamorosamente il match point. Poco male, perché la Lazio ha comunque blindato il risultato e conquistato tre punti d’oro, agganciando Juve e Roma a quota 63, con la possibilità di giocarsi lo scontro diretto contro Tudor nella bolgia dell’Olimpico. Per l’Empoli, invece, è notte fonda: ventesima gara senza vittorie e penultimo posto a 25 punti, a meno 2 dal Lecce e a meno 1 dal Venezia. La salvezza resta a portata di mano, anche in virtù di un calendario migliore della concorrenza, a patto di tornare a macinare punti, e pure alla svelta.
Fabiani: “Sono accaduti episodi sgradevoli, i responsabili pagheranno in tribunale”
“Vengo per fare precisazioni ed esprimere lo stato d’animo che si percepisce a seguito di episodi sgradevoli, brutti, ignobili – ha spiegato il ds Fabiani, riferendosi al video che circola in rete, che vede Lotito protagonista di una telefonata dai contenuti imbarazzanti (montata ad arte, secondo il presidente) -. Preferirei parlare di calcio, per queste cose ci saranno le autorità che stabiliranno come sono andate le cose. Oggi si possono prendere 3-4 telefonate, assemblare concetti e farla diventare una sola. Non possiamo tollerarlo, mi assumo la responsabilità, ma questi soggetti dovranno rispondere davanti a un tribunale. Ora voglio solo parlare di calcio e di una vittoria fondamentale, siamo soddisfatti. Si percepiva che avremmo potuto fare una buona gara, anche se stanchezza si poteva far sentire. Venire a vincere qui non era semplice”.
Genoa – Milan (ore 20.45, Dazn)
Un’attesa lunga e carica di speranze. Il Milan, ormai lontano dai riflettori della corsa europea in campionato, naviga al nono posto, distanziato dal treno che porta in Europa. La rimonta in classifica? Complicata, non tanto per i punti da recuperare, quanto per la sfilza di squadre che si frappongono tra i rossoneri e l’obiettivo Europa League. E allora, più che sulla trasferta di Genova, ecco che tutti i riflettori sono già accesi sul 14 maggio, giorno della finale di Coppa Italia contro il Bologna. Una partita che vale doppio, anzi triplo. Da una parte c’è la voglia matta di spezzare un digiuno lungo 22 anni e riportare la coppa a casa; dall’altra, il successo garantirebbe il lasciapassare per l’Europa League, riabilitando (almeno in parte) una stagione fin qui disastrosa. Per molti, infatti, alzare quel trofeo (dopo la Supercoppa già in bacheca) significherebbe ridare un senso a mesi grigi e altalenanti. Sergio Conceiçao, tecnico con la valigia pronta da mesi, sa bene che potrebbe chiudere la sua breve avventura milanista con un bell’epilogo. A fine stagione, salvo colpi di scena, sarà addio dopo appena sei mesi, ma salutare con due coppe sottobraccio cambierebbe tutto. Il distacco sarebbe meno amaro e, chissà, potrebbero aprirglisi porte prestigiose altrove. E così il tecnico portoghese studia ogni dettaglio delle due sfide che precedono la finalissima: questa sera a Marassi e poi, venerdì 9 maggio a San Siro, proprio contro il Bologna, in un gustoso antipasto della battaglia di Roma. I rossoneri affronteranno il Genoa, già matematicamente salvo, con l’obiettivo di dare continuità alle buone prestazioni fornite nelle ultime giornate, coincise con le vittorie su Udinese e Venezia in campionato e Inter in Coppa Italia (ma in mezzo c’è stata la sconfitta con l’Atalanta).
Il Genoa, invece, ha perso di misura nell’ultimo turno in casa del Como, ma nonostante ciò, da quando è arrivato Vieira, non ha mai rischiato veramente di rimanere invischiato nella lotta per la salvezza. A Marassi scenderà in campo il Milan dei titolarissimi, mentre nella sfida di campionato contro il Bologna ci sarà spazio per un turnover più spinto, così da arrivare alla finale con la squadra migliore possibile, riposata e affamata. La strategia di Conceiçao è semplice: se addio dev’essere, che almeno sia dolce. E con due trofei in più in bacheca, anche questa tribolatissima stagione sarebbe un po’ meno amara.
Conceiçao: “Non c’è niente da gestire, prima pensiamo al Genoa, poi al Bologna”
“Pensiamo gara dopo gara e lavoriamo durante la settimana per migliorare il gioco e alcuni aspetti tecnico-tattici – ha sottolineato Conceiçao -. Vogliamo essere una squadra più forte, ora pensiamo al Genoa e poi alle due gare col Bologna. Non devo gestire niente, noi abbiamo la responsabilità di lavorare per un club come il Milan, non si può dire che giochiamo senza obiettivi. Dobbiamo dimostrare sempre ai tifosi qualità, cercando di essere una squadra diversa da quella vista tante volte in campionato. Una partita non si gioca solo in undici, conto su tutta la rosa. Pensiamo partita per partita, questo dev’essere il nostro unico pensiero. Chi sarà titolare in attacco? Abraham si è fermato per un problema fisico, mentre Jovic e Gimenez hanno entrambi grandissime qualità. Toccherà a me decidere chi far giocare o se farli giocare insieme, dipenderà dalla situazione. Nel calcio cambia tutto in un momento, per questo guardiamo al lavoro e pensiamo a gara dopo gara”.
Genoa – Milan, le probabili formazioni
Genoa (4-2-3-1): Leali; Norton-Cuffy, De Winter, Vasquez, Martin; Frendrup, Badelj; Messias, Masini, Thorsby; Pinamonti
In panchina: Siegrist, Sommariva, Sabelli, Kassa, Venturino, Ahanor, Bani, Vitinha, Ekhator, Zanoli, Otoa
Allenatore: Vieira
Indisponibili: Cornet, Cuenca, Malinovskyi, Miretti, Onana, Ekuban, Matturro
Squalificati: Nessuno
Milan (3-4-3): Maignan; Tomori, Gabbia, Pavlovic; Jimenez, Fofana, Reijnders, Hernandez; Pulisic, Jovic, Leao
In panchina: Sportiello, Torriani, Walker, Emerson Royal, Thiaw, Terracciano, Florenzi, Loftus-Cheek, Musah, Chukwueze, Joao Felix, Gimenez, Camarda
Allenatore: Conceiçao
Indisponibili: Abraham, Bondo, Sottil
Squalificati: Nessuno