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Riflettori accesi sulla Grecia: dopo il duello parlamentare, via all’Eurogruppo sui nuovi aiuti

Il terremoto valutario, per ora, sembra finito. Stamane la Banca centrale cinese ha fissato la parità dello yuan sul dollaro a 6,3975, ovvero lo 0,05% in più della vigilia. Ma gli effetti della svalutazione a tappe (-3% nella settimana) si fanno sentire, I mercati cercano di capire quale sarà l’impatto sulla crescita cinese, sulle prospettive del commercio mondiale e, non meno importante, sulle prossime scelte della Fed: il rafforzamento del dollaro sullo yuan potrebbe consigliare il rinvio del rialzo dei tassi. 

In questa cornice, amplificata dai misteri che ancora distingue il potere cinese (vedi la censura che circonda il disastro del porto di Tianjin) le Borse asiatiche hanno archiviato la settimana all’insegna dell’incertezza. Tokyo chiude in ribasso dello 0,2%, Sidney -0,1%, Hong Kong+0,2%. Solo le borse cinesi archiviano la settimana con il segno più, grazie al rialzo di lunedì.

FRANA DELLE VALUTE SUL DOLLARO, GREGGIO AI MINIMI

Tutte le valute asiatiche sono in ribasso sul dollaro: yuan -2,8% rispetto a lunedì, rupia indiana -1,8%, yen -0,2%. La perdita più massiccia riguarda il ringgit malese -5%. Di rilievo anche il tonfo della lira turca (-1,6%) su cui incombe l’ipotesi di elezioni anticipate.

Pesanti anche i riflessi sulle commodities. Stanotte il greggio Wti è scivolato a quota 42 dollari, il prezzo più basso dal marzo 2009. Il Brent è tornato sotto la barriera dei 50 dollari al barile.

WALL STREET IN STALLO, MILANO AL TOP

Incerti anche i listini americani: S&P 500 e Dow Jones -0,2%, invariato il Nasdaq. Assai più dinamici i listini del Vecchio Continente.
La Borsa di Milano è rimbalzata, recuperando una parte del ribasso degli ultimi due giorni: indice Ftse Mib +1,6%. Bene anche Parigi +1,1%, Francoforte +0,7% e Madrid. Non ha partecipato al mini rally la Borsa di Londra -0,1%, la più sensibile al settore delle materie prime. Nel corso della mattinata la variazione positiva era più ampia, ma si è ridotta dopo l’apertura fiacca di Wall Street.

SPRINT FINALE PER LA GRECIA, ARRIVANO I NUMERI DI EUROSTAT

Stamane i riflettori dei mercati si sposteranno sull’eurozona. Sono in arrivo i dati Eurostat sull’andamento del pil europeo nel secondo trimestre (previsione +0,4%), tanto più attesi dopo la pubblicazione dei verbali della riunione di luglio della Bce da cui è emersa una certa delusione per la ripresa debole dell’economia.

I monitor saranno di nuovo sintonizzati anche sul Parlamento greco. Entro mezzogiorno, infatti, i deputati dovranno approvare o meno l’accordo siglato da Alexis Tsipras con in creditori, di modo che, nel primo pomeriggio, possa tenersi in videoconferenza la riunione dell’Eurogruppo che darà il via libera (previa consultazione di diversi parlamenti, a partire dalla Germania) al pacchetto di aiuti da 85 miliardi. Non mancano gli ostacoli in questa corsa contro il tempo. Ad Atene ieri ci sono volute oltre nove ore di aspre liti e contestazioni per superare le obiezioni preliminari della sinistra di Syriza, sostenute dallo speaker del Parlamento, Zoi Kostantopolou.

BTP PIU’ TRANQUILLI, RISALGONO LE BANCHE

Il recupero del listino di Piazza Affari è stato trainato dal rimbalzo delle banche, cui ha giovato la ritrovata tranquillità del mercato obbligazionario. Dopo una chiusura mercoledì a 120 punti base, il differenziale di rendimento fra i decennali benchmark italiano e tedesco si è stretto fino a 116 punti base. In particolare evidenza, nel credito, la performance di Mediobanca +3% e delle Popolari: Banco Popolare +3,5%, Bper +3,3%, Bpm +2,65%. In terreno positivo anche Unicredit +1,2%, Intesa +1,7% e MontePaschi +2,7%.

Nel gestito Azimut +3%. Sale anche Anima holding +2,83%, dopo che Kepler Cheuvreux ha ripreso la copertura del titolo con un rating buy e un prezzo obiettivo a 10,5 euro, con una previsione di crescita dell’utile a doppia cifra nei prossimi anni. Generali +1,3%, Cattolica +1%. Il miglior comparto dell’Eurostoxx è stato ieri quello del cemento e delle costruzioni. A Milano Buzzi ha chiuso con un rialzo del 5,1%, aggiudicandosi il titolo di miglior blue chip di giornata. Exane Bnp Paribas ha alzato il target price a 21,5 euro da 20 euro, confermando il giudizio Outperform. ?

RIPARTE LUXOTTICA: LO YUAN DEBOLE NON E’ UN DANNO

Sul fronte del lusso è suonata la riscossa di Luxottica +4,2%: gli analisti stanno prendendo atto che la svalutazione dello yuan non è un grosso danno per il colosso degli occhiali. Anzi, il gruppo ha una forte base costi nel Paese del Drago, per cui il calo dello yuan provoca una riduzione delle spese.
Avanza anche Yoox +4,5%, trascinata al rialzo dai conti del concorrente tedesco Zalando. Ben intonata anche Moncler +1,7%. Meno brillante il recupero, dopo le massicce perdite dei giorni precedenti, di Ferragamo +0,6%. Chiude ancora in rosso Tod’s -0,3%.

BUZZI MIGLIOR TITOLO

Il miglior comparto dell’Eurostoxx è stato ieri quello del cemento e delle costruzioni. A Milano Buzzi ha chiuso con un rialzo del 5,1%, aggiudicandosi il titolo di miglior blue chip di giornata. Exane Bnp Paribas ha alzato il target price a 21,5 euro da 20 euro, confermando il giudizio Outperform. Astaldi +7,2%, ha segnato il nuovo record storico. Tra gli industriali brilla Prysmian+3,7%:
Bene anche Finmeccanica +2,4%. Moody’s ha assegnato alla società il giudizio Stabile alla luce del miglioramento della redditività.
CNH Industrial +1%. Goldman Sachs ha alzato il target price a 8,90 euro da 8,10 euro. Il giudizio resta Neutral.
Fiat Chrysler Automobiles ha guadagnato l’1,3%. La svalutazione dello yuan non avrà impatti significativi sugli utili e i ricavi 2015 delle case automobilistiche europee, scrive Fitch.

HSBC PREMIA ENEL. SI FERMA IL RALLY DI SARAS

Da segnalare anche: Enel +1,7%. Hsbc alza il prezzo obiettivo a 5 euro da 4,80 euro, confermato il giudizio Buy. Eni guadagna l’1%, Saipem -1%. Saras ha chiuso in ribasso del 2,5% invertendo la tendenza iniziale che aveva spinto la quotazione sui nuovi massimi dal gennaio 2009 a 2,47 euro.

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